Aryna Sabalenka a inizio dicembre ha vissuto sulla propria pelle un importante quanto grave lutto personale. La bielorussa, ora numero 12 del mondo, ha perso improvvisamente il padre, Sergey, dopo qualche giorno di ricovero in ospedale.
In conferenza stampa ad Adelaide è stata la prima volta che ne ha parlato con la stampa ed è stata lei stessa a mettere tutti di fronte alla propria situazione: “Durante la off season ho vissuto questo momento tragico, ho perso mio padre. È morto ad appena 43 anni, è successo in maniera un po’ inaspettata. Non volevo parlarne, ma penso che tutti voi dobbiate saperlo per capire meglio come sto vivendo questo momento”.
Il racconto della bielorussa, che al secondo turno affronterà Bernarda Pera, è un misto di ricordi e momenti delicati. La sua off season è stata molto diversa e la sua mente non sempre può dirsi ‘presente’, in campo. Ci sono mille e più motivazioni per capirla, perché è una ragazza di appena 21 anni e perché per quanto non possa farci granché la ferita che deve aver causato è stata molto profonda.
Sabalenka, tra l’altro, un paio di settimane dopo che era successo il fatto aveva già dato segnali di un momento personalmente molto difficile con una serie di foto ricordo messe in una story di Instagram con suo padre che la abbracciava quando era piccola, con lei che giocava con lui, con lui che la coccolava vicino a un albero di Nata. In ognuna, delle didascalie molto sentite. Facile pensare ci sia stato un importante crollo che sta cercando di mettersi da parte e tornare in campo perché, in fondo, questo è un gioco ma per persone come lei è anche professione.
Ad Adelaide, la numero 12 del mondo ha raccontato: “Oggi penso di aver vinto perché ho trovato la forza di lottare ancora. Mio padre voleva che diventassi numero 1, e adesso cercherò di farcela per lui. È questo che mi sta aiutando ora a continuare ed essere forte”. E poi il racconto della pre-season: “Era molto difficile allenarmi. Non pensavo neanche tanto ai miei allenamenti. Non potevo lasciare la mia famiglia, sapevo che era un momento durissimo per loro e non potevo lasciarle, ma in qualche modo ho dovuto staccarmi per essere qui. Son sincera: non ero emozionata all’idea di tornare a giocare, sono ripartita perché dovevo farlo”.
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