Djokovic: “Onore a Federer”. Lo svizzero: “Avevo il 3% di possibilità di vincere…”

Non è stato il classico scontro tra titani, il Fedkovic andato in scena oggi a Melbourne Park. Il serbo, impostosi in tre set, col punteggio di 7-6 6-4 6-3, è il primo finalista degli Australian Open e attende, ora, il vincente dell’altra semifinale, tra Dominic Thiem e Alexander Zverev. Il match tra Nole e Roger è stato anche fortemente deciso dalle precarie condizioni fisiche di quest’ultimo e il 16 volte Campione Slam non ha mancato di rimarcarlo, parlando anche delle iniziali difficoltà nel non conoscere le reali condizioni dell’avversario e rendendogli onore per essere sceso in campo nonostante il dolore: “Ho provato a concentrarmi su me stesso, dare priorità alle mie cose piuttosto che pensare a come lui si sentisse, si muovesse o giocasse. Ma è più facile dirlo che farlo. Quando sono entrato in campo, stavo prestando troppa attenzione ai suoi movimenti. Non ero nel giusto equilibrio, non stavo eseguendo i colpi nel modo in cui avrei voluto. Ne è derivato uno svantaggio di 4-1 40-40. Sono stato fortunato a servire bene in quei momenti; penso che durante tutto il match sia stato il mio colpo migliore. Mi ha tolto dai guai diverse volte. Dopo aver vinto il primo set, che era cruciale, penso di essermi rilassato e ho iniziato a colpire meglio. Mi sono sentito di più in controllo della partita nel secondo e terzo set. Non è mai facile giocare contro Roger. Ovviamente lui aveva dolore, potevi vederlo dai suoi movimenti. Grande rispetto per lui per aver aver dato il massimo. Doo aver perso il primo set ha chiesto un medical time out, è tornato ed è andato fino in fondo. Merita davvero rispetto, è un peccato che non fosse al suo meglio. Credo che abbia giocato comunque bene, è venuto a rete e ha tentato di mischiare le carte. Non so esattamente che tipo di infortunio sia, ma quando senti un po’ di dolore colpisci persino con maggiore convinzione. All’inizio ero un po’ teso, ma vincere il primo set è stata la chiave, il punto di svolta”.

Comunque vada, affronterà all’atto finale, uno tra Sascha e Dominic e si è espresso riguardo i loro margini di miglioramento: “Dominic ha vinto il nostro ultimo confronto diretto a Londra e ha giocato un match pazzesco contro Rafa l’altra notte. L’ho visto. Sicuramente uno dei migliori giocatori del mondo e merita di essere dov’è. Sembra che abbia migliorato parecchio il suo gioco sui campi veloci, perché ha un tennis più adatto alle superfici lente. Ma vincere Indian Wells lo scorso anno, battendo Roger in finale, probabilmente gli ha dato fiducia nella possibilità di vincere grandi tornei anche sulle altre superfici. Alex non ha iniziato l’anno molto bene. Ho visto le sue partite e mi sono allenato con lui a Brisbane durante l’ATP Cup, non aveva le migliori sensazioni sul campo. È impressionante il modo in cui ha giocato sinora in questo torneo, è la prima semifinale Slam della sua carriera e sono sicuro che è molto motivato a fare anche il passo successivo. Sarà una bella partita da guardare”.

C’è quindi la reale possibilità che possa esserci un nuovo campione Slam, al di fuori dei soliti noti: “I giovani stanno salendo alla ribalta e provando a sfidare noi ‘vecchietti’ nelle finali degli Slam. Sta già accadendo. Avremo Dominic o Sascha in finale, è inevitabile che succederà ancora più di frequente in futuro e credo sia una cosa buona per lo sport. Sto cercando di fare il massimo per prolungare il più possibile il mio predominio negli Slam, e sono sicuro che Roger e Rafa siano d’accordo. Ma succederà. Non so se quest’anno o il prossimo anno avremo un nuovo campione Slam, ma succederà molto presto. Perché no? È un bene per il tennis, certamente abbiamo bisogno di nuovi campioni”.

Parola allo sconfitto, Roger Federer ha parlato del suo stato di forma e di quanto sia stato difficile non riuscire ad esprimere il suo tennis, pur essendo conscio dei limiti che il corpo gli stava imponendo: “È frustrante, la partita di oggi è stata orribile per come stavo. Ma non credo che sarei sceso in campo se avessi capito di non avere chance di vittoria. Col mio team sapevamo che avrei potuto giocare un match intero, sapevo che almeno il dolore non sarebbe aumentato, altrimenti mi sarei ritirato per la prima volta. Ho giocato meglio all’inizio e alla fine del match, il resto è da dimenticare perché sai che in questi casi hai solo il 3% di possibilità di vittoria. Ci provi lo stesso, ma quando ti accorgi che non funzionerà è dura. Ci sono già passato comunque, ho giocato match dove avevo le stesse sensazioni. Ma tre è sempre meglio di zero. Alle Finals (2014) è stato il momento peggiore, chiedere scusa alla gente perché non puoi nemmeno camminare correttamente. Preferisco la situazione di oggi”.

Alla domanda, se crede di avere ancora le chance di vincere uno Slam, si è pronunciato positivamente: “Se credo di poter ancora vincere uno o due Slam? Sì, io ci credo. Considerando l’annata scorsa, ciò che posso ancora fare col mio gioco, il modo in cui sto giocando, sento di avere ancora un’opportunità”.

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