BARTY
Come definiresti la giornata di oggi?
Mah, non so, sono dispiaciuta per non aver preso la vittoria ma devo fare grandi meriti a Jennifer. È stata bravissima. Io sono stata brekkata una sola volta nel match, ma in quel momento non mi sento di aver fatto particolarmente male. Lei si è presa quel vantaggio giocando davvero tanto bene con un paio di ottime risposte e tanta buona profondità. Un po’ triste per il risultato, ma guardando all’insieme non mi sento particolarmente stressata.
Hai dovuto attendere fino a giovedì per giocare, è qualcosa che ti ha condizionato?
No, assolutamente. È normale che in un torneo i primi due turni siano suddivisi in due giorni ciascuno. È stato bellissimo, per me, poter giocare sulla Pat Rafter Arena che è uno dei campi più bello del mondo, e abbiamo fatto tutto normalmente per essere pronti.
È sembrato che Jennifer ti rendesse sempre la vita difficile, soprattutto nel riuscire a dare incisività alla palla.
Sì esatto. Lei è stata in controllo del match, padrona del centro del campo, era sempre quella aggressiva, e bisogna darle tanti meriti. Lei è passata dalle qualificazioni, ma è una giocatrice che fin qui sta giocando molto al di sopra del proprio ranking. Tra l’altro mi sono allenata con lei poco prima dell’inizio delle qualificazioni e lei era veramente in palla, è stato molto tosto quel giorno. Ha fatto dei cambi nel team, ora mi sembra stia cercando di alzare i propri standard e fin qui sta giocando in maniera eccezionale. Oggi soprattutto, e ha meritato ogni punto.
Quanto ti dispiace sia successo qui, di fronte al tuo pubblico?
Mah sai, chiaramente volevo andare più lontana nel tabellone. Poi più che un dispiacere verso il pubblico posso esserla per me stessa che cerco sempre di fare del mi meglio. Per il pubblico io so che loro sono qui per vedere del gioco di qualità, più che tifare per qualcuno in particolare. E penso proprio che sia io che Jennifer siamo state in grado di fare un gioco di qualità. Adesso mi concentro sul doppio e poi vediamo per Adelaide.
Ti senti di avere molte aspettative addosso per questa estate australiana?
Oh, no. Quello è tutto opera vostra, se devo essere veramente sincera. Questo non ha cambiato il modo in cui mi alleno col team, non mi cambia come persona. Penso sia più un fattore vostro che vi divertite ad avete qualcosa da scrivere. Spero di aiutarvi, semmai, a darvi qualcosa di interessante da scrivere, ma per il resto la vivo piuttosto bene.
Parlando del servizio di Jennifer, c’è qualcosa che hai notato di diverso rispetto alle precedenti uscite?
Che oggi ha servito incredibilmente bene. Penso che nel primo set ho avuto delle piccole opportunità sulle sue seconde, ma non sono riuscita ad approfittarne. E poi i suoi numeri nel secondo set, per me, sono stati straordinari. In generale sono un po’ delusa dal non aver avuto chance di break. Ho avuto due chance sul 15-30 sul finire del secondo set ma le ho mancate con due brutti slice in rete. Ma insomma, questo non cambia che lei ha servito veramente bene.
Può essere dovuto a un po’ di ruggine da off season?
Puoi chiamarla ruggine, o puoi chiamarla mancanza di esecuzione. Ho avuto credo una dozzina di sue seconde a disposizione dove non sono riuscita a metterla in campo. Lei così è cresciuta molto in fiducia. Oggi volevo provare a “entrarle nella testa” nei suoi turni di battuta e non ce l’ho fatta ed è forse l’unica vera cosa di cui sono dispiaciuta.
BRADY
Come ti senti ad aver ottenuto la prima vittoria contro una numero 1 in carica?
Non so se ho ancora realizzato. Quando avevo giocato contro di lei, aveva vinto in maniera molto convincente. Oggi è stato diverso perché io sono riuscita a mettere in campo una prestazione diversa.
Ash ha detto che si è allenata con te prima del torneo e già lì vedeva che stavi andando molto bene.
Sì è vero, ci siamo allenate assieme e un po’ mi ha aiutato a capire alcuni dettagli di come lei gioca. Non ho neanche mai avuto chance di allenarmi con le prime del mondo, dunque un po’ in generale mi è servito. Oltre a questo però c’è anche tutto il lavoro della off season, soprattutto col servizio, e credo fin qui si possa vedere piuttosto bene.
Sia contro Sharapova che oggi contro Barty, hai mostrato un atteggiamento molto diverso dal solito. La tua compostezza, ma anche la tua convinzione, è sembrata molto evidente da fuori dal campo. Che cosa pensi sia cambiato in te, se è successo uno scatto in avanti mentale?
La verità? Ora ci sto credendo di più. Intendo, penso di poter andare fuori e vincere queste partite e non solo provare a far qualcosa. Ho molta più fiducia nel gioco e in me stessa, sapere che anche io ho qualcosa che può permettermi di comandare il gioco. A quel punto posso darmi veramente una chance di fare qualcosa di importante, poi posso vincere o perdere, ma la affronto in maniera molto diversa. Molto deriva anche dal lavoro in off season. Ho passato molto tempo in palestra, ho molta fiducia nelle mie gambe, nella mia forza in generale. In generale mi sento una persona diversa. Migliore.
Oltre al servizio, qualcos’altro ti sta sorprendendo fin qui?
Penso nulla in particolare, semmai la continuità con cui eseguo determinati schemi e che ho fatto a ripetizione in allenamento.
4 americane ai quarti di finale, potenzialmente 5 se anche Sofia Kenin dovesse vincere. Che cosa ne pensi?
Oh è bellissimo. Mi piace da matti vedere le mie connazionali fare bene. E ora c’è Danielle (Collins, nda) che affronta Madison (Keys, nda) e fin qui ha perso solo 3 game. Spero Sonya (Kenin, è una traslitterazione diversa del nome in cirillico viste le origini russe, nda) riesca a vincere, ma in generale è molto bello questo. Siamo qui che cerchiamo ognuna di spingerci a fare di più. Abbiamo chance, vogliamo alzare il livello l’una dell’altra.
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