È la copertina dell’Italtennis che verrà, Lorenzo Musetti. Numero uno del circuito junior, vincitore dell’Australian Open di categoria e ora già pienamente inserito nel complesso mondo Challenger. Ha il viso pulito ma determinato e, soprattutto, un gioco in grado di disegnare traiettorie speciali: lo incontriamo agli Internazionali di Tennis Città di Perugia, torneo organizzato da MEF Tennis Events, dove ha superato un turno prima di uscire sconfitto dal match che lo vedeva opposto all’esperto Pedro Sousa.
“Sto vivendo un bel momento di forma, specie dopo la semifinale per certi versi inaspettata di Milano”, spiega il classe 2002. “Poi a Recanati, tra la superficie e altre cose, ero un pochino scarico, però ho fatto tesoro della settimana di allenamento e ora credo di aver recuperato bene”.
Qual è la difficoltà principale che hai dovuto affrontare nel passaggio dal mondo junior a quello professionistico?
“Io credo che la difficoltà più grossa sia riuscire a mantenere un livello alto per due o tre ore, a seconda di quanto duri un match. Ci sono stati primi turni, a Bergamo ad esempio, dove ho alternato momenti in cui ho giocato davvero bene a bassi terribili: in alcuni momenti chiave ho mollato un po’ psicologicamente. Fa parte del percorso di crescita, comunque”.
Molti si sono chiesti per quale motivo tu abbia rinunciato a Wimbledon jr.
“Ho maturato la decisione di non giocare Wimbledon perché abbiamo visto che avevo raggiunto i miei obiettivi nella carriera junior, ovvero diventare numero uno e vincere uno Slam. Abbiamo dunque scelto di interrompere l’attività under 18 per scalare il ranking quanto più in fretta possibile: siamo fiduciosi e contenti di ciò che abbiamo fatto fino ad oggi, vedi la semifinale di Milano, e anche in questo ambiente mi sto trovando bene”.
Ti sei dato qualche obiettivo da raggiungere entro fine anno?
“In termini di ranking no, penso che la conquista dei punti vada di pari passo col giocar bene. Ovviamente spero di macinare punti e vittorie, avendo la certezza di poter contare sulla WC in quali agli Australian Open, poiché spetta di diritto a chi conquista il torneo junior l’anno precedente. Diciamo che la speranza è di avere al più presto un posto nella top-300: spero di riuscirci in fretta, ho voglia di crescere”.
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