Tante emozioni, qualche momento controverso, e un finale che ha vissuto di una rimonta ormai impensabile. Questi gli ingredienti dell’ultimo atto del torneo di Hua Hin, la prima edizione dell’evento WTA thailandese che ha visto Dayana Yastremska imporsi 6-2 2-6 7-6(3) contro Ajla Tomljanovic.
A neanche 19 anni l’ucraina ha portato a due il numero di successi nel circuito maggiore bissando quello di Hong Kong dello scorso autunno e da domani sarà numero 34 del mondo. Per l’australiana, invece, è stata la terza finale persa in altrettante apparizioni.
Se guardiamo al livello tecnico, non è stata una bella partita. Il momento migliore è arrivato a inizio match quando Yastremska saliva 5-0 continuando a mostrare il gioco che nei giorni scorsi le aveva permesso di arrivare fin qui, aggredendo con grande facilità ogni palla corta della sua avversaria e facendo segnare tanti vincenti sia di dritto che di rovescio. Eppure non c’erano i numeri visti per esempio contro Garbine Muguruza: il servizio aveva velocità molto più alte e le seconde palle erano spesso forzate oltre i 160 chilometri orari. Tanti doppi falli, un numero di errori gratuiti che lasciavano spazio a Tomljanovic per provare a girare la partita.
Un 6-2 netto, sulla carta, ma non così pesante. Yastremska, ancora molto bambina nei modi di fare, non ha letto il momento in cui Tomljanovic cercava soprattutto di cambiare ritmo, spezzarlo, rallentare il gioco, ed è andata progressivamente in tilt. A inizio del secondo set ha prima rischiato e poi perso la battuta. Ajla, pur giocando anche lei in maniera abbastanza fallosa, riusciva a emergere da una serie di break e si involava verso un 6-2 che rimandava tutto al terzo set. Eppure, nelle statistiche, i vincenti per lei dopo 2 set erano appena 3.
Yastremska non riusciva più a ritrovarsi malgrado un buon inizio di terzo parziale. Tomljanovic infilava 5 game consecutivi e sul 5-2 ha avuto la prima chance di servire per chiudere il match. In quel cambio campo l’ucraina ha chiesto e ottenuto un MTO per un problema alla caviglia. Non si sa l’entità dell’infortunio, ma Ajla ha patito da lì in poi la tensione del momento, del possibile primo titolo in carriera, e Yastremska ha ricominciato a giocare. Non c’era più la confusione di prima, forse anche perché avvertiva che dall’altra parte c’era un’avversaria che non approfittava del momento, e si è riportata in parità strappando due volte il servizio alla rivale. Cosa è cambiato? Colpiva meglio e al di là della rete c’era una giocatrice in grande affanno mentale. Quanto possa aver inciso quella sospensione è difficile da stabilirlo, perché entrambe stavano giocando senza brillare e questa mancanza di sicurezza si è poi fatta sentire maggiormente su Tomljanovic che è riuscita ad arrivare al tie-break decisivo ma è stata beffata al decimo punto per il 7-3 finale.
Una stretta di mano molto rapida che ha mostrato probabilmente qualche scoria, e poi il palcoscenico è stato tutto per Yastremska che non voleva neppure giocare questo torneo a causa del grave incidente occorso alla mamma, ora a casa impegnata in una riabilitazione non facile all’occhio gravemente ferito a Melbourne quando le è esplosa una bottiglia di spumante presa per festeggiare il terzo turno della figlia. Ovviamente, a lei è stato dedicato il titolo, in attesa che il secondo intervento possa dare migliori responsi.
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