Sei qui da campionessa in carica, come ti senti?
Sono molto contenta. È una cosa bella essere qui da campionessa in carica. Voglio pensare a prenderla come una cosa divertente, una sfida carina. Non mi sembra vero sia passato un anno, ma sì, è bello essere tornata.
Dopo Singapore come hai passato la off season?
Mi sono presa un bel po’ di tempo per rilassarmi e divertirmi. Ho cominciato soltanto il primo di dicembre a tornare in campo. Ho fatto un po’ di palestra prima per tenermi in forma. È stato importante per me lasciare stare la racchetta per un po’, per il resto ho pensato a gestire il mio corpo, verificare come tutto stesse procedendo. Sta reagendo bene.
Quando a Singapore hai fatto l’annuncio della malattia, hai continuato a curarla come avevi detto o hai cercato nuove strade? È qualcosa che ti da fastidio?
Cerco soprattutto di capire cosa funzioni e cosa no e lì è quando cerchi maggiormente di pensare al tuo corpo. Io pensavo soprattutto ad avere buoni massaggi, trattamenti fisioterapeutici, fare bagni nell’acqua ghiacciata, stretching, fare tutto quello che avevo fatto fin lì ma con più regolarità. Se poi magari quel giorno non sto benissimo cerco di prenderla più leggermente. Forse questa cosa è diversa da persona a persona. Io ora devo cercare di scoprire ancor meglio come il mio corpo reagisce.
Come fai a riconoscere se sia qualcosa di diverso da una semplice sensazione di fatica?
Penso che se tu sia un atleta forse lo capisci ancor meglio. Posso dirti la differenza, ma è difficile da spiegare a parole chiare. È più una questione di riuscire capire se sia un’infiammazione da stanchezza o da altro.
Ultimamente abbiamo avuto due ritiri importanti: Agnieszka Radwanska e Andy Murray. Che sensazione ti da aver visto questi annunci così, improvvisi?
Non penso mi abbiano sorpreso così tanto come è stato per voi. Almeno per Radwanska, sapevo come lei stava perché abbiamo parlato tanto nell’ultimo anno. Poi ovviamente lei mi ha fatto sapere questo prima che facesse l’annuncio pubblico. È stato abbastanza strano, perché io sono cresciuta giocando con lei. Abbiamo giocato per la prima volta quando avevamo 8 e 9 anni ed è abbastanza strano che lei non sia più nel tour. Non sembra che le manchi, si sta divertendo la vita, forse sta sciando ora. Penso che ognuno riesca a capire quando è arrivata ora di dire “basta”. Lei è stata fortunata da poterlo fare secondo i suoi termini e non come è successo ad Andy. Penso che sia triste, il suo caso. Sono triste perché lui era per me molto divertente da seguire, era un grande atleta, lui si è schierato spesso dalla nostra parte. Ho veramente apprezzato quello che ha fatto per il circuito femminile. Ieri sono riuscita a parlargli incrociandolo in hotel. Non è mai divertente se sei costretto a interrompere la carriera per questi motivi. E lui ama quello che sta facendo. Il problema è che non c’è nulla che possiamo fare.
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