A proposito del ritiro di Andy Murray, che pensieri hai avuto?
Il suo corpo ha preso sfortunatamente la decisione. Devono essere stati due anni molto duri, questi. Ricordo quando ho giocato contro di lui a Glasgow e già sapevo come non stesse bene. Sinceramente non riuscivo a credere stesse giocando, ma era per una buona causa. Credo che chiunque di noi possa capire da dove derivi la sua scelta. A un certo punto quando avverti di non essere più al 100%, e hai i successi che Andy ha avuto, puoi solo capire la decisione presa. Ero dispiaciuto, un po’ shockato, di sapere che lo avremmo potuto perdere a un certo punto, ma è anche vero che prima o poi perderemo tutti. Spero possa giocare un buon Australian Open e che possa resistere e riuscire a chiudere a Wimbledon. Sicuramente è qualcosa che ci ha colpito in maniera dura perché noi conosciamo Andy molto bene. Ci piace. Non ha nemici, a essere onesti. È un bravo ragazzo, da Hall of Fame, una leggenda. Ha vinto tutto quello che voleva vincere. Ognuno vorrebbe sostituire la sua carriera con quella di Murray. Lui è un grande. È un brutto colpo questo, ma spero possa guardarsi indietro ed essere estremamente fiero di quanto abbia raggiunto.
Hai fatto qualche cambiamento in off season, magari in preparazione per la terra?
No, non ho cambiato nulla in questo senso. Ho avuto un normale allenamento. Era più un capire come il corpo reagisse dopo la vacanza, e ho avuto modo di lavorare quanto volevo per tutte le sessioni. Forse sono stato in grado di lavorare ancor di più e ne sono uscito piuttosto forte. Durante tutta la mia carriera sono stato piuttosto fortunato che in off season non ho mai avuto problemi che non mi permettessero di prepararmi al meglio. Non c’era però alcun procedimento in preparazione della terra battuta, non ho ancora preso una decisione. L’off season è stata importante e credo di aver mostrato un po’ già in Hopman Cup. Domani gioco già, vediamo che succede.
A proposito di politica a livello ATP, che idea hai del fatto che potrebbe esserci un cambiamento nei piani alti?
Non conosco la situazione del consiglio ATP, comunque penso che parlerò con qualche giocatore che è membro del consiglio, oggi mi alleno ad esempio con Robin Haase. Mi piacerebbe sentire un po’ di come sia andato l’incontro. Quello che mi sembra di notare è che abbiamo avuto una buona guida negli ultimi 5-6 anni. Dobbiamo guardare un po’ a tutto l’insieme e io ho bisogno di parlare con Rafa, Novak ed Andy un po’ per capire come la pensano. Conosciamo la situazione del board, al momento è in attesa. Noi stiamo aspettando di capire che succederà. È un periodo interessante, almeno mi piacerebbe chiamarlo così. Conosco bene Chris, vediamo che succede. Penso che questo sia un periodo molto interessante con l’ATP Cup e la nuova Davis Cup noi dobbiamo attendere e vedere che succede per avere una vera idea della situazione.
Tornando ai problemi fisici, nella tua carriera il tuo corpo ha probabilmente retto meglio che in altri casi. Hai qualche idea sul motivo per cui alla tua età sei ancora così fresco?
Ho bisogno di un po’ di fortuna, questo è sicuro. Se vedi come sono stato sfortunato un paio d’anni fa con il ginocchio… Poteva tranquillamente accadere durante il match contro Novak, ma non è successo, forse perché ero meglio preparato. Non ho idea del perché sia accaduto. Poi io capisco il mio corpo al meglio. So quando qualcosa mi fa male ma posso giocare comunque, so quando qualcosa mi fa male e non dovrei giocare. Penso che chiunque abbia queste sensazioni. Io però posso solo parlare del mio team, dove loro sanno quando possono spingermi e sono abbastanza felici che io non posso allenarmi così tanto. Credo anche che posso giocare a tennis anche quando non mi alleno troppo. Forse è una cosa mia, forse è la fiducia che ho nel mio gioco. Penso comunque di poter avere un buon livello di gioco. Forse mi toglie pressione. Forse poi gioco a tennis in maniera più leggera di altre. Forse non sento tanto la fatica dei match duri. Non so se anche questo sia parte dell’equazione.
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