di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
20 Gen 2019 13:02 - Australian Open
Australian Open, disastro Federer: Tsitsipas fa l’impresa e vola ai quarti contro Bautista Agut
Federer vince il primo set, spreca nel secondo e Tsitsipas ne approfitta compiendo l'impresa vincendo in quattro set. Per lo svizzero forse ancora problemi alla mano
di Redazione
[14] S. Tsitsipas b. [3] R. Federer 6-7(11) 7-6(3) 7-5 7-6(5) (Giovanni Putaro)
Una tragedia greca, in pieno stile. Il ragazzo che, forte dei suoi mezzi, si fa carico delle responsabilità del caso per affrontare gli dei…e vincere. Stefanos Tsitsipas firma l’impresa, eliminando il padrone di casa Roger Federer in quattro durissimi set, al termine di un match entusiasmante, un “drama” domenicale tutto da vivere, e centrando i quarti di finale di uno Slam, per la prima volta in carriera.
Partito maluccio, in un primo game molto contratto, in cui deve annullare praticamente a freddo due break point, nel computo dell’intero equilibratissimo primo parziale è quello che ci prova di più, agganciando lo svizzero due volte ai vantaggi sulla sua, oggi ingiocabile, battuta. È proprio grazie a questo fondamentale, infatti, che è rimasto attaccato all’incontro fino al tiebreak, perché, per quanto riguarda la risposta, non è praticamente mai risultato pericoloso, sparacchiando qua e là anche un paio di colpi di troppo.
Nell’inevitabile e avvincente tiebreak, proprio Tsitsipas tenta l’allungo, issandosi provvisoriamente 2-0 e venendo subito recuperato, ma è Federer ad emergere, nel bene, perché continua ad essere un macigno col servizio, annichilendo il giovane con ace, prime vincenti o che si aprono il campo, e nel male, perché di fatto il dritto gli regala più grane che gioie…ne sbaglia almeno cinque, in maniera anche piuttosto banale e tutti in momenti in prospettiva decisivi, come il secondo breve scambio di minibreak tra nono e decimo punto, che l’avrebbe portato a set point. Entrambi proseguono il loro assolo alla battuta, ottenendo tre set point a testa, non sfruttati, e trascinandosi fino al 12-11 in favore del campione in carica. Qui avviene la svolta: durante lo scambio, Roger riesce finalmente a prendere il sopravvento e incassa il set, tra le proteste del next gen, a causa del disturbo da parte del pubblico.
Trend totalmente opposto nel secondo set, sebbene l’inizio lineare ricalchi la trama vista finora, Tsitsipas soffre terribilmente e per stare in scia deve fare gli straordinari, sempre. Mentre Federer lascia per strada una manciata di punti, infatti, il diciannovenne è costretto a game labirintici, in cui annulla, a volte per merito suo, altre per demeriti dell’elevetico, quattro palle break, a cui ne vanno aggiunte altrettante, che erano anche set point, arrivate sul 5-4, in quello che sembra essere un incubo, o un ritorno ai giorni peggiori per l’elvetico: gioca benissimo, muove il suo avversario, ma quando deve brekkare…blackout.
E allora, visto che nessuno vuole saperne, bisogna di nuovo scomodare il tiebreak e di nuovo Tsitsipas ottiene pronti-via il minibreak, consolidandolo in un primo momento. Poi arriva, sul 3-2, la magia di Federer, un rovescio lungolinea mozzafiato che a nulla serve, se non per gli highlights, perché, successivamente, perdendo due volte il servizio, si consegna. All’unica chance utile, Stefanos pareggia i conti e Roger, probabilmente con qualche problemino alla mano, sicuramente a tratti appannato, perde il primo set del torneo come solo lui sa fare.
Sagra dello spreco che fila imperterrita, lato Svizzera. Federer con una bellissima combinazione di back basso e passante, a metà terzo set, vede altre due palle break, ma null’altro…scivolano via pure queste. Certo, grossi rimpianti sulla prima, buttata via con l’ennesimo dritto pessimo, ma oggi è così…non pervenuto e fastidiosamente inefficace. Col santo servizio, subito dopo, impedisce a Tsitsipas di strappargli la battuta, ma nulla può nel dodicesimo gioco, viene brekkato e crolla due set a uno. Troppi, troppi problemi, purtroppo, che non risiedono solo nelle occasioni sfumate. In timing errato, zero vincenti da fondo, dritto assente, impatto sulla palla rivedibile è la chiave del patatrac.
Nessuna emozione particolare nel quarto parziale, entrambi seguono fedelmente la regola dei servizi, non concedendo nulla e approdano al tiebreak, ancora. Qui s’inguaia subito lo svizzero, che va giù 2-0, ma col migliore e, forse, più difficile dritto della partita, ritrova il pari. L’ultimo canto del cigno, purtroppo. Un, nemmeno a farlo apposta, dritto di Federer lungo consegna il match point a Tsitsipas, che lo sfrutta. Ai quarti troverà Roberto Bautista Agut.
[22] R. Bautista Agut b. [6] M. Cilic 6-7(6) 6-3 6-2 4-6 6-4 (Piero Vassallo)
Il terremoto che ha scosso la Rod Laver Arena ha fatto passare in secondo piano quello che poco prima era accaduto sul campo dedicato a Margaret Court. Mentre Federer perdeva per strada il suo dritto e si consegnava a Stefanos Tsitsipas, Roberto Bautista Agut vinceva l’ennesima partita al quinto del suo super Australian Open eliminando Marin Cilic. Nel giro di poche ore Melbourne ha perso i finalisti della scorsa edizione, ma l’attenzione sullo svizzero ha fatto dimenticare l’upset del croato e la straordinaria impresa dello spagnolo.
Non si offenderà Bautista Agut, è un ragazzo intelligente ed è abituato a passare sotto traccia. Dopo aver lottato contro Murray, Millman e un pubblico per forza di cose a lui ostile, aver mostrato i muscoli contro Karen Khachanov, uno lì lì per entrare nella cerchia dei top ten, Bautista si è ripetuto contro un Cilic già miracolato da un fin troppo generoso Verdasco. A 30 anni il tennista di Castellon de la Plana potrà disputare il primo quarto di finale Slam della carriera e lo farà da imbattuto in stagione (9 vittorie tra Doha e Melbourne) e con un’aura di invicibilità che inizia a piacergli.