WTA Finals, Pliskova: “Non mi sentivo così bene da tanto”

La parola alle protagoniste della quinta giornata a Singapore - Karolina Pliskova: "Mi piace vedere partite di tennis, alle volte son quasi meglio dei film". Petra Kvitova: "Non ho alcun rimpianto per questa stagione".

KAROLINA PLISKOVA

Non ci sono state tante partite al terzo, eppure tu ne hai vinte due in questo modo. Quali sensazioni hai del tuo gioco?
Mi sento bene, mi sentivo così anche dopo la partita contro Svitolina. Penso il mio gioco sia a posto. Non c’era ragione di andare nel panico dopo quella sconfitta o di sentirmi male per qualcosa. I miei colpi al momento sono piuttosto solidi. Non mi sentivo così da tanto, per cui non posso che essere positiva.

Quanto è stata difficile la partita di oggi? La reazione è stata piuttosto significativa.
A dir la verità penso che mio marito ne abbia avuta una anche maggiore. Per me è stata una vittoria molto importante: non l’evo mai battuta e tra noi c’è un passato che mi ha spinto a cercare questa vittoria. Prendere questa vittoria e andare in semifinale vuol dire tanto. Dopo il primo set non sapevo che lei non avrebbe potuto più accedere in semifinale, ma sentivo che la partita era più una questione mia. Sapendo che quest anno ho fatto molto bene nei match al terzo sentivo che avrei avuto bisogno di quel primo set e avevo grandi possibilità di vittoria. Molto felice della mia giornata.

Che cosa ti ha dato più soddisfazione oggi?
Tutto. Se l’avessi battuta senza fare le semifinali, probabilmente non avrebbe neppure avuto senso.

Hai qualche idea di chi potresti avere in semifinale?
Ti dirò: a me piace guardare tennis, e finora ho visto abbastanza delle partite di questo torneo. Ieri non sono rimasta alzata fino alle 2 del mattino ma ho visto un po’ di tutto e conosco praticamente tutte le avversarie, quindi chi arriverà non sarà una sconosciuta. Non ho stress addosso, mi sto divertendo e a mente libera. Vediamo cosa succederà.

C’è stato qualche risultato che ti ha sorpreso?
Forse qualcosa, ma stiamo parlando delle migliori della stagione. Non vuol dire nulla se la numero 8 batte la numero 2, il seeding qui conta veramente poco. Stavo guardando alcune partite e pensavo che il match potesse andare dall’altra direzione, ma non sono brava con le previsioni. La superficie è piuttosto lenta, questo da speranza a tutte. Tutto sta nello scambio, non puoi basarti solo sul sevizio.

Molte giocatrici dicono che non guardano tennis, tu invece sì. Come mai? Studi le avversarie o lo fai per staccare il cervello?
Penso un po’ di tutto. Non è solo per studiare le mie avversarie, mi diverto proprio a seguire il gioco. Forse a volte mi diverto di più a seguirlo che a giocarlo, ma solo a volte. Alle volte il tennis è meglio di qualsiasi film. Mi diverte. Questo torneo è molto divertente da guardare perché tutte le partite sono tirate e non hai idea di chi possa farcela, non c’è neppure grande differenza tra le giocatrici. Guardo qualcosa anche degli uomini, mi incuriosisce vedere come alcuni vanno. Mi piacciono diverse cose del tennis, come il fatto che non ci sia una durata: sei sotto 2-6 1-5, puoi ancora vincere. Ci sono tanti momenti strani, questo è perché mi piace.

PETRA KVITOVA

C’è stata una partenza lenta nel primo set, come mai?
Nel primo game del match non ero ancora pronta e non sono riuscita a trovare il giusto ritmo al servizio. Ho fatto tre doppi falli, cosa che non è mai convenevole contro una giocatrice come Karolina. Di colpo poi mi sono sentita meglio e colpivo la palla con più potenza, molto meglio di prima. Peccato poi per come sia finita.

Abbiamo affrontato l’argomento durante il Roland Garros, quando era l’anniversario del tuo rientro in campo. A te sembra di aver chiuso un cerchio qui? Che cosa vorresti tenere di questo anno e che cosa cambieresti?
No credo che quello si fosse completato quando quest anno ho giocato il Roland Garros, un anno esatto dal rientro. Non ci penso più. Per il prossimo anno non so, vorrei avere il tempo ora di sedermi e pensarci su. Questi match qui a Singapore dimostrano che c’è da lavorare.

In termini di programmazione, pensi di seguirne una più leggera?
Quando lo scorso anno sono rientrata volevo solo giocare. Non ho cominciato il 2018 nel migliore dei modi in Australia e per questo ho deciso di prendere una wild-card a San Pietroburgo. Alla lunga questa è stata una grande scelta. Da lì abbiamo continuato a giocare, soprattutto nei grandi tornei. E così tutto è finito, ma non sono qui a rimpiangere qualcosa che ho fatto in stagione. È stato ottimo avere delle partite in più alla fine.

Pensi di essere arrivata qui scarica?
No, a dir la verità. Durante l’Asian Swing mi sono sentita stanca, ma non qui. Ho avuto due ottime settimane di lavoro e mi sentivo bene fisicamente e mentalmente. Anche oggi pensavo a giocare per ribaltare il match.

È facile dimenticare che tu hai cominciato il 2018 con una classifica che diceva n.29 al mondo. Dopo i primi mesi che cosa è cambiato secondo te? È stata una fatica mentale o fisica?
Penso che tutto sia collegato. È difficile da separare i vari momenti. Fisicamente ero molto scarica dopo le prime due partite qui, dopo i vari tornei più importanti, dopo il titolo di Madrid. A dire la verità non so come abbia fatto. Mentalmente invece ho forse un dispendio maggiore perché ho bisogno di essere sempre presente. In un modo modo ho alzato tanto la mia fiducia, nell’altro ho avuto difficoltà a bilanciare il tutto. Penso che dovrò ripensare alla programmazione e a tutto. Però non so, magari anche così ci saranno mesi dove perderò nei primi turni e dovrò giocare più tornei.

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