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Puoi dirci cosa vi siete detti tu e Fabio al cambio campo, tanto da far rumoreggiare il pubblico?
Onestamente non so bene cosa mi abbia detto. C’era molto rumore e sfortunatamente non parlo italiano, quindi potreste provare voi a rivedere le immagini e capire. Io gli ho detto che se aveva qualche problema potevamo discuterne dopo. Comunque ho cercato di restare concentrato.
Puoi dirci cosa hai pensato quando eri sotto quattro a zero nel secondo set?
Mi sono detto di cercare di tornare a essere più ordinato e costruire meglio i punti. Quindi sono riuscito a fare un break e mi sono detto “ora tieni il servizio, sei solo indietro di un break, potresti avere un’altra chance”. Una volta arrivato al quattro a due ho pensato di avere l’inerzia dalla mia parte e ho giocato quel game benissimo. Da quell’istante ho sfruttato la situazione al massimo.
Ci sono alcuni giovani del tour con origini russe in questo momento. Senti un legame con loro per questo?
Intendi tra me e gli altri della cosiddetta NextGen?
Zverev e Rublev.
Prima di tutto sono ottimi ragazzi ed è piacevole condividere con loro lo spogliatoio, sentire la loro motivazione. C’è un’ottima atmosfera. Poi, credo sia un’epoca incredibile per il tennis, una delle migliori perché leggende come Roger, Rafa, Novak e Andy stanno ancora giocando. D’altra parte ci sono giovani come Zverev, Rublev e Frances che stanno tutti crescendo, entrando nei migliori trenta, cinquanta, così. Quindi c’è un livello di tennis incredibile, con partite emozionanti ogni settimana, davvero eccitante. Credo che noi della nuova generazione ci motiviamo a vicenda, spingendoci uno con l’altro. Vogliamo fare meglio ogni settimana. È una sana rivalità, per questo credo siamo arrivati in alto così velocemente. Ci motiviamo e lavoriamo duramente.
Vorrei tornare un attimo alla tua rimonta. Essere sotto quattro a zero e recuperare vincendo set e partita, quanta soddisfazione ti dà?
È incredibile. Onestamente mi stavo preparando per il terzo set, cercando il ritmo giusto da avere nel set decisivo. Ottenuto il primo break mi sono detto di lottare sfruttando, magari, un’eventuale possibilità, mi era già riuscito un paio di volte. Ho alzato il mio livello, ero sotto quattro a zero, ma ero io a sbagliare i colpi. Quindi ci ero vicino. Potevo rientrare. Ovviamente è stata una grande soddisfazione vincere il set e non dover giocare il terzo, avendo così poche probabilità di farcela.
Puoi fare un parallelo tra come ti senti ora e un anno fa, quando qui iniziasti la tua crescita?
Penso che ora il mio gioco sia ad un livello davvero alto. La scorsa settimana, anche se ho perso, con Kei ho fatto una grande partita. In allenamento, l’ho detto a tutti, sto giocando benissimo. Mi sento davvero bene. Credo che avere mia mamma al mio fianco in queste due settimane mi abbia aiutato molto. Ho davvero alzato il livello del mio gioco. Abbiamo lavorato su un paio di aspetti che mi stanno aiutando. Sto giocando davvero un gran tennis e sono felice del punto in cui mi trovo. Domani però sarà una partita davvero difficile, quindi vediamo come starò.