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06 Lug 2018 15:20 - Interviste
Muguruza: “Triste per la sconfitta, non ho giocato come avrei voluto”
L'intervista a Garbine Muguruza dopo la sconfitta al secondo turno di Wimbledon contro Alison Van Uytvanck.
di Matteo De Laurentis
È una questione legata al fatto che lei abbia giocato oltre il suo tennis ragionato che ti fa sentire meno rammaricata, considerato che è parso lei potesse tirare vincenti ogni volta che voleva?
Si, credo che lei abbia giocato alla grande, ha preso molti rischi e ha funzionato. Credo anche che il mio livello non fosse dove avrei voluto, per questo lei è riuscita a sviluppare così il gioco. Ovviamente sono un po’ triste, volevo davvero vincere, ma penso che lei abbia fatto una gran partita, davvero.
Cosa avresti voluto fare meglio?
Probabilmente giocare colpi migliori e contenere meglio i suoi. Però sull’erba è difficile, lei ha un gran gioco per questa superficie. Credo sia stato questo.
Pensi di aver perso il controllo delle tue emozioni verso la fine?
No, penso sia stata una partita dura, in cui entrambe abbiamo corso molto. Lei stava giocando alla grande. In quel momento era dura per me, giocare con un’avversaria così in forma capendo che il match mi stava sfuggendo di mano.
Prima del torneo avevi notato quanto fosse differente arrivare qui da campionessa. Hai avuto in testa questo in questi giorni?
È sempre nella tua testa, sicuramente. Però non pensavo di dover difendere nulla, solo ad andare in campo e vincere di nuovo. Ho cambiato solo un po’ le prospettive. Ma non è andata come speravo, onestamente. Questo è tutto.
Quinta partita sul campo numero due per una campionessa in carica. È stato difficile? Ti ha sorpreso questa programmazione?
È così, ero pronta a giocare, non ho nulla da dire.
Nulla da dire?
Si, non c’era nulla che potessi fare, è quello che è stato deciso, seguo il programma. Certo, preferisco i campi principali, sempre. Ma dire ora qualcosa non avrebbe senso, è andata così. Ho giocato la mia partita, tutto qui. È un buon campo… Certo i più grandi sono meglio, ma la programmazione funziona in questo modo. I giocatori che erano sul centrale lo meritavano quanto me. Quindi va bene così.
Djokovic ha detto in precedenza quanto per lui sia importante camminare tra la folla. Pare lo stesso per te, ti abbiamo vista lungo il sentiero. È stato differente, una diversa pressione, arrivare al campo Due?
No, non è diverso. Mi piace. Ho giocato su questo campo molte volte. Non ho problemi a camminare tra le persone. È solo perché il campo è qui.