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22 Lug 2018 04:36 - ATP
ATP Bastad, Fognini vince la battaglia contro Verdasco: l’azzurro in finale!
Fognini raggiunge la finale allo Skistar Swedish Open, la numero sedici in carriera e la seconda di questa stagione, che lo proietta al quattordicesimo posto della classifica ATP, ad un solo passo dal suo best ranking.
di Cristina Pozzoli
[3] F. Fognini b. [5] F. Verdasco 6-1 4-6 7-5
Gran prova di carattere di Fabio Fognini che vince una partita tiratissima contro Fernando Verdasco e raggiunge la finale allo Skistar Swedish Open, la numero sedici in carriera e la seconda di questa stagione, che lo proietta al quattordicesimo posto della classifica ATP, ad un solo passo dal suo best ranking. Vittoria sofferta e dunque importantissima per Fabio che è sempre stato in controllo del match sprecando, nel secondo e terzo set caratterizzati da un’infinità di palle break convertite e non, svariate occasioni di chiudere il match rimettendo ogni volta in gioco lo spagnolo fino a strappargli l’ultimo servizio nel dodicesimo game del terzo set.
Il primo parziale si mette subito bene per Fabio che è tranquillo, gioca tutti i colpi con gran naturalezza, spinge e imprime profondità e pesantezza alla palla. In risposta sta con i piedi ben vicino alla riga di fondo, mette pressione a Verdasco fin dal primo colpo e nel terzo game si procura una palla break che lo spagnolo annulla giocando bene in difesa. Sarà uno dei pochi punti che riesce a conquistare per il resto del set. Con due doppi falli cede il servizio e poi crolla davanti a Fognini che ispiratissimo veleggia verso il 6-1 mostrando il meglio del suo repertorio.
Dopo venticinque minuti di non partita contro un avversario praticamente inesistente il rischio di mollare la presa è enorme, basta un attimo di distrazione e tutto può cambiare. E succede subito. Fabio parte al servizio e sale 40-0, poi un doppio fallo rianima Verdasco che inizia a colpire con più convinzione e a comandare gli scambi con il dritto riuscendo a mettere a segno il break. Lo spagnolo adesso è in fiducia, il servizio che l’ha fatto tanto penare funziona e sale 2-0. Fabio non riesce a ritrovare il ritmo del primo set e nel terzo game si fa ancora rimontare da 40-15, annulla una palla del doppio break e si salva ai vantaggi. Il momento diventa favorevole a Fabio che ritrova la risposta e strappa il servizio allo spagnolo. Due game dominati dai servizi e poi non conta più con scambio reciproco di regali. Fognini fa gioco nel bene e nel male, Verdasco si accende a sprazzi e i nervi iniziano ad avere un peso sempre più rilevante. Fabio si innervosisce nel settimo game sorpreso da un rovescio vincente di Verdasco, lancia la racchetta per terra e cede il servizio con un dritto a metà rete. Rientra subito ma vanifica ancora tutto sul quattro pari commettendo doppio fallo sull’ennesima palla break con conseguente distruzione della racchetta e warning. Verdasco è troppo esperto per lasciarsi sfuggire l’occasione e chiude 6-4.
Nel terzo parziale è sempre Fabio a fare gioco e a spingere e si rivede la situazione del primo set. Colpi penetranti e break nel secondo game. Verdasco però non è quello di inizio partita e anche se non riesce a dare continuità al suo gioco quando si accende fa male. E lo fa per dieci minuti abbondanti durante i quali comanda sfruttando le traiettorie mancine che buttano Fabio fuori dal campo, lo aggancia sul due pari e si procura due palle del doppio break grazie a un dritto strepitoso giocato al limite del recupero sottorete. Ma poi lo spagnolo, fedele al suo andamento si spegne di nuovo, non mette più una palla in campo ed è lui a subire il doppio break nel sesto game. Non c’è più una regola, punti incredibili e errori inspiegabili si susseguono, Fabio perde il servizio e Verdasco lo riaggancia ancora: quattro pari. Cambia lo scenario e il servizio inizia a essere determinante preannunciando un’epilogo al tie-break. Ma non succede. Nel dodicesimo game Fabio si concentra al massimo, lascia esplodere i suoi colpi e mette a segno il tredicesimo break della partita, l’ottavo personale, che vale la finale.