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05 Giu 2018 11:53 - Interviste
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Cosa hai provato nel match, in particolare nei primi game?
Non si può analizzare una partita su due game (sorride). In generale è stata una partita positiva, l’inizio un po’ meno (sorride di nuovo). Ma da sotto due a zero, 6-3 6-2, molto bene, ho vinto dodici giochi. Poi, nel terzo, ho avuto la possibilità di fare subito un break e probabilmente prendere un vantaggio decisivo per chiudere la partita, ma non l’ho convertita, ho fatto un paio di errori al servzio e mi è toccato giocare un terzo set lungo. Avevo le gambe un po’ frenate, in termini di gioco aggressivo. Comunque è stato un incontro equilibrato, lui è un buon giocatore.
Hai compiuto trentadue anni. Secondo me sei ancora molto giovane, tu ti senti vecchio in qualche modo? Hai notato dei cambiamenti in te stesso negli ultimi due anni?
No, non mi sento vecchio, ma ho trentadue anni e sono nel circuito dal 2003, è tanto tempo. Ho cominciato giovanissimo, questa è la verità, ma sono felice di essere qui. Ad essere onesti mi diverto giorno per giorno nel tour e spero di andare avanti ancora per un po’.
Senti che un test difficile debba ancora arrivare in questo Roland Garros?
Il test difficile c’è ogni giorno. Oggi lo è stato. Sono nei quarti di finale, il gran test è il prossimo turno. Guardo giorno per giorno, non penso se sono stato messo alla prova oppure no, cerco solo di essere al massimo per il giorno in cui devo giocare. Questo è il mio obiettivo e so che se lo faccio accadere, se sono in grado di giocare con la mia intensità e il giusto livello, anche se sarà una partita difficile, avrò molte probabilità di vincere e avanzare nel torneo.
Per quale motivo pensi di essere così forte sulla terra? Dipende da quando eri ragazzino? Perché sei così dominante su questa superficie?
Non è vero che sono cresciuto sulla terra. Tutti pensano che io mi sia allenato sulla terra per tutta la mia carriera, ma non è vero. Ho giocato molto sul duro da giovane. In realtà, mio zio mi ha cresciuto per essere un giocatore, non uno specialista della terra rossa, poi le cose sono venute da sé. Devo dire che sulla terra, lungo tutta la mia carriera, il mio gioco si è sempre adattato molto bene e ho avuto grandi vittorie. Sinceramente ho vinto su ogni superficie e ho lavorato per essere il giocatore migliore su ognuna. Però è vero, quello che è accaduto sulla terra è incredibile.
So che 900 vittorie sono tante ed è difficile scegliere, ma se dovessi prenderne una come più importante?
Vuoi dire che con oggi sono a 900 vittorie?
Si.
Difficile da dire ma potrei menzionarne alcune. Sicuramente la coppa Davis del 2004 è stata molto importante. Poi Roma contro Coria, un momento speciale. Poi direi, Wimbledon 2008, Melbourne 2009, Parigi e New York 2010. Ma tante di esse sono state importanti, anche il 2013 è stato un anno esaltante. Infine, il Roland Garros lo scorso anno, per quello che ha significato, anche se non è stata una finale esaltante.