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30 Mag 2018 10:10 - Interviste
Serena Williams, ritorno da “Black Panter: “Il vestito? Ispirato a Wakanda!”
Il ritorno in campo dell'ex numero uno del mondo Serena Williams: "Mi sento una guerriera con questo vestito addosso. Vincere Parigi? Non lo so..."
di Francesca Padoin
Sei contenta di come sia andato il match, di aver vinto? Quanto importante è il vestito?
Sì credo che il match sia andato bene. Non era una partita facile perché all’inizio ci sono stati parecchi ace e ho pensato che avrei dovuto servire davvero bene oggi. Dovevo essere centrata al servizio così non ci sarebbero stati troppi rally. Quindi è stata dura inizialmente perché a causa dei troppi servizi vincenti non riuscivo a prendere il ritmo ma alla fine sono davvero felice per come ho giocato e per come è andata. Come pure per l’abbigliamento gatto(cat suit), la nuova versione 2.0, è fighissima. L’ho chiamato il mio abbigliamento catwoman ispirato a Wakanda. È davvero divertente. Anche se l’abbiamo disegnato prima del film in un certo senso me lo ricorda. È comodo. L’ho provato un paio di volte prima ma non lo indossavo da un mese quindi ho fatto una sorta di improvvisata.
Sei qui al Roland Garros solo per recuperare il ritmo o perché pensi di poter vincere?
Non lo so. Sono qui sicuramente per competere e dare il meglio, ovviamente. Non mi sto mettendo nessuna pressione addosso, come normalmente faccio. Credo che nel profondo tutti noi sappiamo la risposta alla tua domanda.
Ritornando all’abito: ha un significato particolare?
Come ho detto mi sento come una guerriera quando lo indosso, tipo una regina dal Wakanda. Io ho sempre vissuto in un mondo fantastico e ho sempre voluto essere un supereroe e questa è una sorta di modo per diventarlo. Mi sento davvero un supereroe quando lo indosso.
Non hai giocato per un paio di mesi e ti sei tolta da un paio di tornei su terra. Qual era la possibilità che non giocassi qui? Quando hai deciso di venire a Parigi? E cosa ti ha reso sicura nel voler venire qui?
Io non avrei mai giocato se non fossi stata pronta e se mi fossi sentita come per Roma o Madrid, ovvero che non ero pronta, non sarei sicuramente venuta qui. Avrei giocato un altro torneo se non mi fossi sentita di poter competere. Quindi ho basato la mia decisione su questo. E so di non aver giocato nei due tornei precedenti ma avevo un obiettivo ed era quello di poter giocare qui. Sì c’era un punto su cui non ero sicura, diciamo ero al 20% incerta, ma ho sempre avuto la certezza che qui avrei avuto la mia grande possibilità.
La tua prossima avversaria sarà Ash Barty. Cosa ti aspetti da lei?
Beh sta giocando davvero bene e ha avuto un anno fantastico e pure quest’anno sta facendo grandi risultati. Sta continuando a crescere da quando è tornata ed è molto concentrata sul tennis e sul tornare al massimo. Quindi sarà un altro buon show per me. Lei fa tutto bene, sarà divertente andare in campo e vedere cosa riesco a fare.
All’ Accademia di St. Patrick mi pare che tu ti sia allenato con qualche giocatore ATP. Come è stato? Hai mai giocato con giocatori ATP nel passato?
L’ho fatto raramente, sebbene io non sappia il perché, ma è stato grande. Mi sono divertita un sacco. È stato davvero difficile: stavo nell’angolo perché davvero non avrei saputo cosa fare se avessimo voluto fare punti. È stata davvero un’esperienza fantastica e mi ha aiutata ad andare avanti e a far crescere la mia competitività.