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17 Mag 2018 13:29 - Interviste
Fognini: “Ero teso oggi, l’importante era vincere e basta”
Fabio Fognini è sembrato più provato in conferenza stampa, ma si è detto soddisfatto di come sia arrivato il risultato. Per il prossimo turno: "Più volte ho fatto tornare Nadal a casa scontento e non è neanche detto che vinca oggi contro Shapovalov"
di Simone Milioti
La faccia di Fabio Fognini era meno sorridente rispetto a ieri, quasi fosse maturato in un giorno e anche i suoi pensieri riguardo al match erano più concreti: “Ero più teso oggi rispetto agli altri match giocati in settimana, ma alla fine ho vinto forse difendendomi più del solito, ma sono in quarti di finale e questa è la cosa più importante.”
Gojowczyk, che aveva estromesso Sonego dal torneo, non si era mai incontrato con Fabio e questo non ha aiutato: “Lo conoscevo poco, sapevo che giocava molto piatto, controbattere al suo rovescio non è stavo facile. Sul veloce contro di lui non vorrei giocarci. Ero sotto 2-4 nel primo e per chiudere in vantaggio 6-4 ho giocato bene.” L’analisi continua sulla sua condizione fisica, sembrata meno brillante rispetto ai turni precedenti: “Ad un certo punto ho fatto fatica, le gambe erano dure, in tensione. Poi beh non so come ho fatto a giocare quel passante sul match point.”
Prossimo turno potrebbe esserci Rafael Nadal come avversario, lo spagnolo dovrà prima superare i quarti contro Shapovalov: “Psicologicamente so come affrontarlo, ci ho giocato qualche volta e più volte l’abbiamo fatto tornare a casa scontento. Poi non è neanche detto che vinca oggi contro Shapovalov, questo ragazzo ha appena 19 anni e in futuro ne vedremo delle belle con lui in campo.”
La discussione si è infine spostata sul suo rapporto col nuovo allenatore che sembra stia dando i suoi frutti: “Duglas Cordero e Franco Davin sono diversi tra loro, quasi all’opposto. A Cordero dovevo interromperlo non finiva mai di parlare. Con Franco è diverso, a volte devo tirargli proprio fuori le cose di bocca. Comunque la scelta è stata fatta anche sul suo curriculum, vedendo i giocatori che aveva allenato in precedenza e i risultati che avevano fatto. Ho cambiato perché volevo stimoli nuovi, provare qualcosa di diverso.”