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18 Mag 2018 00:02 - ATP
Fognini alla prova Nadal, ma comunque vada è già un successo
Il Masters 1000 di Roma è diventato bellissimo e i quarti di finale promettono scintille. Anche l'Italia protagonista grazie al suo uomo di punta, Fabio Fognini, che sfida il re della terra rossa, Rafa Nadal, in un mezzogiorno che si preannuncia infuocato.
di Roberto Salerno
In una Roma tormentata dal raduno delle macchine d’epoca e in un Foro Italico più invivibile che mai, dove persino avere una sedia diventa complicato per il povero pubblico pagante, la partita che tutti attendevano si giocherà domani a mezzogiorno (e quando sennò?). Forse avremo pure Flavia Pennetta nel ruolo di Grace Kelly, ma a cercare di fermare il cattivissimo Rafa Nadal ci sarà il Gary Cooper de noantri, al secolo Fognini Fabio, di Arma di Taggia, un paesino che nel vecchio west non avrebbe certo sfigurato. L’implacabile sole romano non sarà quello del New Mexico e a differenza che ad Hadleyville al Foro nessuno si rintanerà dietro le finestre per vedere chi sopravviverà al duello ma è senz’altro per queste sfide che probabilmente si comincia a giocare a tennis. Come nel celebre film di Zinneman, il buono è ampiamente sfavorito, e qualsiasi risultato diverso dal 2-0 per Nadal sarà da considerare un piccolo capolavoro. I due hanno un numero di precedenti abbastanza cospicuo, visto che quella di oggi sarà la partita numero 14 e la loro storia pare appunto non lasciare adito a chissà quali dubbi. Fatto salvo l’annus horribilis di Rafa, il 2015, Fognini non ha mai vinto contro lo spagnolo. E pure il quel 2015 in fondo riuscì a perderci un paio di volte. A volte le sconfitte di Fognini sono state pesanti, ma quasi mai su terra, superficie sulla quale l’italiano ha quasi sempre fatto bella figura al cospetto del King of the clay. L’unica eccezione è vero che riguarda proprio Roma – nel 2013 Fabio racimolò solo 4 game – ma tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, soprattutto sulla terra. Partita quindi non del tutto chiusa, perché Rafa, che sin qui ha lasciato per strada appena sei game, qualche incertezza l’ha manifestata e anche a Madrid, prima dell’impresa di Thiem sembrava invulnerabile. Certo, devono incastrarsi molte cose, prima fra tutti la capacità di Fognini di crederci restando con la testa sul match. In questo senso la partita di ieri vale forse di più di quella di mercoledì, perché Gojowczyk è avversario meno banale di quanto non possa sembrare, ma Fabio è stato bravissimo a uscire dalle secche del primo set con una serie di cinque game di fila, e a superare anche il secondo momento delicato sul 2 pari. Insomma una prova di maturità, oseremmo dire, che adesso aspetta la verifica più importante. In fondo è un bene che sia arrivata così presto.
Ma il resto del torneo continua ad offrire spunti di notevole interesse. Persino una partita che si poteva pensare anonima, come quella tra Carreno Busta e Bedene, ha avuto momenti di alta tensione, con lo spagnolo che si incartava sul 5-0 del secondo set, fino a farsi raggiungere e superare. È stato a quel punto bravissimo Carreno Busta a superare il momento terribile e a qualificarsi per i quarti di finale, per la terza volta in carriera, la prima sulla terra, in un Masters 1000. Carreno avrà di fronte Cilic, che ha attraversato momenti di vero panico contro un Benoit Paire che non vincerà mai nulla ma che quanto è bello veder giocare. Il francese tra palle corte, smorzate, volèe e attacchi in controtempo, ha trovato il modo persino di flirtare con una giudice di linea della Next Gen Arena (sic). Ha avuto la palla del 4-0 e due per il 4-1, quando è scivolato e forse si è anche stufato, mentre Cilic riusciva a dare potenza e profondità al suo dritto.
Ma la giornata di oggi ci ha regalato una partita che potrebbe essere più importante di quanto non sembri e la possibilità di assistere a due quarti di finale di gran lusso. La partita è stata quella tra Zverev e Edmund, due che sono sembrati prontissimi per giocarsi anche delle semifinali slam. La vittoria di misura del tedesco, arrivata solo all’ottavo match point merita tutta l’urlo liberatorio che ha sovrastato il brusio del Pietrangeli e l’insopportabile musica che arrivava dal centrale. Adesso c’è Goffin, che ha approfittato delle solite condizioni di del Potro ritiratosi verso la fine del secondo set. Il belga continua a non dare l’impressione di crederci, ed è un peccato perché il timing sulla palla, soprattutto sulla terra, potrebbe regalargli tante soddisfazioni.
Infine, per l’ATP, di nuovo Djokovic-Nishikori. Sfida che si preannuncia diversa da quella di Madrid, perché Nole viene da tre vittorie di fila, cosa che non si verificava dall’Australian Open, e Nishikori ha fatto enormi progressi, a giudicare da come ha liquidato la pratica Kohlschreiber il giorno dopo aver eliminato Dimitrov.
Torneo insomma davvero interessantissimo. Che giustamente ricomincia da un mezzogiorno di fuoco.