ATP Indian Wells: Borna Coric supera Anderson, è il primo semifinalista
Costretto a rimontare Borna Coric che sconfigge Anderson solo al tie-break del terzo set. Il croato, alla prima semifinale 1000 attende adesso il vincente tra Federer e Chung
di Giorgio Cammarosano
È Borna Coric il primo semifinalista dell’edizione 2018 degli Indian Wells. Il croato si è imposto sul più quotato Kevin Anderson con il punteggio di 26 64 76(3) in quasi 2 ore e mezza di gioco.
Anderson, testa di serie numero 7, mancava ai quarti di finale qui in California dal 2014, ma arrivava alla sfida di oggi con i chiari favori del pronostico, avendo vinto 11 degli ultimi 12 match giocati quest’anno, battuto solo da del Potro nella recente finale di Acapulco.
Dall’altro lato, le statistiche certamente non sorridevano al giovane tennista nato a Zagabria: sempre sconfitto nei tre precedenti, tra l’altro senza mai vincere un set, e mai arrivato in una semifinale di un Master 1000 nelle due occasioni in cui era riuscito ad affacciarsi ai quarti.
Sono passate da poco le 13 quando i due contendenti scendono in campo per dare inizio al loro quarto di finale. Pochi minuti più tardi Anderson conduce già 3-0, grazie al break nel secondo gioco. La partita inizia praticamente adesso, ma per il primo set è già tardi, dal momento che sul servizio del sudafricano Coric fatica a giocare il punto, e quando ci riesce si ostina sulla diagonale di dritto che favorisce il più esperto collega. Dopo 30 minuti è allora già tempo di dare il via al secondo set, mentre i siti di scommesse ci comunicano che puntando 10 euro ce ne restituirebbero 70, in caso di vittoria del croato. Quasi quanto la vittoria della Spal contro la Juve, per capirci.
Ma chi già iniziava a dare uno sguardo all’order of play, si è dovuto ricredere sin da subito: il secondo set inizia infatti con il break di Coric, alla fine di un game interminabile pieno di capovolgimenti di fronte. Il croato si porta subito 15-40, ma pur sprecando le due palle break in malo modo fa capire di essere in partita. Riesce a procurarsene un’altra grazie a un fantastico lob di rovescio che non lascia scampo al sudafricano, il quale col servizio fa e disfa: prima salva la palla break, poi ristabilisce la parità con un doppio fallo. Alla fine la spunta Coric, al quarto tentativo, abile ad approfittare dei colpi spesso imprecisi di Anderson, soprattutto quando la durata dello scambio aumenta. Break che il croato riuscirà a conservare per tutta la durata del set, senza peraltro particolari sofferenze e grazie ad un servizio solido sia con la prima che con la seconda.
Il terzo set, complice anche un po’ di stanchezza da ambo le parti – sia Anderson che Coric hanno giocato ieri per più di dure ore – regala più emozioni. Sin da subito si percepisce come il sudafricano ha spesso fretta di chiudere il punto, e se a volte gli va bene, regalando al pubblico vincenti di pregevole fattura, altre volte pecca di precisione. Il croato riesce a mantenersi calmo, e annulla con il servizio – ironia della sorte, il colpo più decisivo del suo avversario – le prime palle break del set, nel secondo gioco. Break che arriverà comunque più tardi, complice un improvvido serve&volley del croato, seguito da un disgraziato doppio fallo. Sul 4-2 e servizio, il match sembra davvero ai titoli di coda, ma Anderson forse per stanchezza mentale forse per eccessiva sicurezza soffre un passaggio a vuoto proprio nel game successivo. Salva col servizio la prima palla break, ma sulla seconda un suo rovescio fuori di cinque metri rimette la partita in equilibrio. Un fantastico rovescio lungolinea di Coric rimanda tutto al tie-break, che il croato gioca egregiamente e chiude con il punteggio di 7-3.
Una debacle inattesa per Anderson, che ha però meritato la sconfitta: troppo poco reattivo in ricezione, soprattutto sulla seconda dove ha vinto solo il 30% degli scambi (contro il 50% del croato), e troppo falloso in generale. Per Coric si tratta come detto prima della prima semifinale in un Master 1000, che lo porterà (almeno) a ridosso dei primi 30. Lo attenderà Chung o, più probabilmente, Roger Federer. Impegno proibitivo, ma dopo gli scalpi di Ramos-Viñolas, Bautista-Agut e Anderson, il giovane croato può quantomeno provare a non porsi limiti.
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