di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
18 Gen 2018 12:56 - Interviste
Thiem: “Sapevo di poter vincere il match anche sotto di due set”
Le parole del n.5 austriaco
di Giorgio Cammarosano
Cos’hai pensato quando eri sotto di due set e la strada era completamente in salita?
Che sarebbe stata molto dura, ovviamente. Non facile da un punto di vista mentale, ma poi nel terzo set ho subito brekkato e ciò mi ha dato un po’ di fiducia. E i primi due set li ho persi comunque per poco, avendo delle chance sia nel primo che nel secondo. Per cui sapevo che se avessi giocato bene avrei potuto dare una svolta positiva al match.
Hai detto che è stata complicata da un punto di vista mentale, quanto è importante l’aspetto psicologico, soprattutto con questo caldo? Secondo te più importante di quello prettamente fisico?
No, non è più importante, a maggior ragione con questo caldo. La condizione fisica è la più importante, abbiamo giocato per 3 ore e 50 minuti, con quasi 40 gradi. Affatto semplice. E poi, se stai bene fisicamente sei più fresco anche di testa, chiaramente.
Nel primo set vi siete brekkati a vicenda più di una volta. Ci puoi spiegare cosa stava succedendo, come ti sei sentito in quel momento e come le cose sono migliorato (e di molto) in seguito?
Sì, ho preso un break piuttosto stupido. Penso che fino a quel punto la partita era abbastanza nelle mie mani, ma dopo quel break è iniziata a cambiare. Sì, ho preso il break, poi ho brekkato io, dopodiché ero di nuovo un break sotto. A quel punto mi sono ripreso il break, e siamo finiti al tie-break, che ho perso. È stato un momento abbastanza difficile, perché avrei dovuto portare il set a casa molto prima. Sì, non ho giocato molto bene i primi due set, poi ho cambiato qualcosa nel terzo e da lì in poi è migliorato tutto.
Il tuo lato di tabellone è abbastanza aperto. Quali penso siano le tue reali possibilità qui, pensi di poter arrivare fino in fondo?
No, è troppo lontano, sto pensando solo alla prossima partita, sarà dura. Con Mannarino ho giocato sei volte e non ho mai perso, ma sono sempre state sfide equilibrate. Per cui tra due giorni mi aspetto che sarà di nuovo così.
Stai pensando a qualche strategia particolare contro Mannarino, considerando che in passato hai perso contro di lui?
No, non ho mai perso contro di lui, per cui non penso di cambiare niente del mio gioco.
Kudla è numero 180, ma è stato quasi nei top 50. Che differenza c’è tra giocatori che si aggirano sulla 200ma posizione e un top 50? Pensi siano molto vicini?
Sì, sono molto vicini, e poi è anche diverso se un tennista è numero 180 senza essere mai stato tra i primi 50. Ma per quanto riguarda Kudla la questione è molto differente, ovviamente. Ha avuto questa malattia, mononucleosi se non sbaglio, o qualcosa di simile. Prima di allora era vicino alla top 50, e aveva fatto ottavi a Wimbledon. Per cui è davvero un buon giocatore. Se guardiamo bene, ha fatto un ottimo torneo qui, si è qualificato e ha battuto Johnson, non una cosa da poco. Non sono affatto sorpreso che abbia giocato bene.