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25 Gen 2018 15:48 - Interviste
Edmund: “So di avere le armi per competere coi migliori”
Intervista ad Kyle Edmund dopo la sconfitta per mano di Marin Cilic: “Sono contento di essere arrivato fin qui perché sono riuscito a mantenere costante il mio livello di gioco”
di Francesca Padoin
So che non vuoi usarla come scusa ma hai avuto un problema in campo? Hai chiamato il medical timeout.
Sì avevo qualcosa. Sono stato sfortunato che sia accaduta ma è una di quelle cose che ci si può aspettare dopo un’intera settimana di gioco. Ma fare semifinale in un Grand Slam è decisamente una cosa di cui essere fieri e prendere come punto di partenza su cui costruire sopra. Sicuramente ora ci credo di più nelle mie possibilità.
Puoi dirci se era qualcosa che avevi già o ti è successo in campo?
Non lo so. Ciò è irrilevante. Ora sono semplicemente contento per il modo con cui ho giocato. Poi queste cose accadono, è la natura dello sport. Adesso vedremo giorno per giorno come andrà ma spero di essere pronto per la Davis Cup.
Qual è stata la prima volta in cui hai sentito di poter battere i tennisti più forti?
Beh penso quando ho raggiunto il quarto turno agli US Open qualche anno fa. Ho sconfitto grandi giocatori come Gasquet, John e altri. Sapevo di poterli battere ma dovevo solo farlo con più costanza. Ci sono molti giocatori davvero forti nel circuito, che riescono a battere i top player, ma ciò che ti rende top è la capacità di mantenere quel livello con costanza. E a questo serve il ranking. E questo è il mio obiettivo: giocare in maniera più consistente a questo livello così da raggiungere grandi risultati ed arrivare in cima al ranking. So di avere un buon gioco ora devo solo metterlo insieme più spesso.
Quanto è stato difficile rispondere al servizio di Cilic stanotte?
Lui serve sempre molto bene ad essere onesti. Ha un servizio molto potente e preciso. Anche Anderson serve molto bene e quindi avevo già giocato contro ottimi battitori ma non è solo quello; è anche capire la direzione del colpo dal lancio di palla e da altre cose. E’ una sorta di mini battaglia il servizio e la sua risposta. Poi oggi ho giocato al di sotto del mio solito livello ed in parte è stato anche a causa dell’emozione, ma ci sono sempre cose che avresti voluto fare meglio.
E’ raro vederti così agitato nel discutere col giudice di sedia. Dal tuo punto di vista cosa non andava?
Beh non direi fossi agitato. Stavo solo cercando di rendere chiaro il mio problema. Non so se avete visto il match che ho giocato contro Dimitrov a Washington ma è successa una cosa simile. Ok è solo un punto, non decide il match, ma non ero d’accordo con la decisione presa o la spiegazione che mi hanno dato, ma il giudice è lui. E la decisione è sua. Dovevo farmene una ragione ed andare avanti. Ho solo detto quello che pensavo e poi giocato il punto e questo è tutto.
Cosa farai una volta a casa?
Beh innanzitutto riposare un po’ per riprendermi dal viaggio e dal jet lag. Poi andrò a Londra e vedrò come sono messo fisicamente. Ovviamente è una diversa superficie e quindi dovrò iniziare a fare pratica su terra. Poi lunedì andrò ad allenarmi in Spagna, abituarmi al clima e a tutto il resto. Ovviamente farò tutte queste cose concatenate perché siamo già a giovedì. E’ un nuovo problema con cui trattare visto che ho giocato così bene qui.