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13 Gen 2018 11:00 - Interviste
Australian Open, Wawrinka: “Ho deciso: giocherò”
Le parole di tutti i protagonisti. Stan Wawrinka conferma la sua partecipazione, Novak Djokovic e Rafael Nadal si sentono pronti, Caroline Wozniacki si dice migliore adesso di quando era n.1.
di Diego Barbiani
Nel weekend della vigilia dell’inizio di uno Slam sono di scena le conferenze stampa pre-torneo tra alcuni dei protagonisti più attesi. Il momento più importante è stato probabilmente quello in cui Stan Wawrinka ha comunicato ufficialmente che ha deciso di scendere in campo per il match di primo turno. Reduce dall’intervento al ginocchio, il campione dell’Australian Open 2014 era tra quelli più in bilico viste le dichiarazioni durante il mese di dicembre in cui non si vedeva ancora pronto, non in grado di giocare punti e ben lontano da una condizione ottimale.
“La decisione di venire qui” ha detto “è arrivata dopo appena una settimana di allenamento. Durante questa settimana ho avuto invece la chance di allenarmi con i migliori al mondo. Non sono dove vorrei, come condizione, ma già essere qui dopo l’intervento è per me un sogno. Oggi ho deciso che giocherò il torneo”. Il dolore però non è sparito, non del tutto: “In certi momenti sento ancora male, non sono al 100%, ma sento di avere una chance di vincere il primo turno, altrimenti avrei rinunciato”. Infine, una parola sull’allenatore: “Non è una decisione che voglio prendere ora. Scegliere un allenatore è qualcosa che richiedere tempo ed energie, mentre io voglio dedicarmi solo a migliorare”.
Come tanti altri, all’ex numero 3 del mondo è stato chiesto un parere su quanto ha detto Billie Jean King ieri, che non giocherebbe mai sulla Margaret Court Arena dopo le dichiarazioni pesanti (e continue) della stessa ex giocatrice nei confronti della comunità omosessuale. La vera domanda era capire se ci potesse essere una qualche forma di protesta se dovessero essere collocati su quel campo. L’idea di Wawrinka, così come la stessa di tutti, è: il concetto espresso da Court è profondamente sbagliato, deve esserci rispetto per lo stile di vita di chiunque, ma non sono i giocatori a poter prendere queste decisioni.
Novak Djokovic non riusciva a nascondere la propria felicità: “Mi siete mancati, tutti voi, mi è mancato competere, mi è mancato questo sport. Fino a metà della prima settimana non ero certo di poter essere qui, poi dopo un lungo consulto con i vari specialisti ho deciso di partire. Ad Abu Dhabi ho dovuto dare forfait proprio perché ancora non mi sentivo pronto. Non mi sono operato, ma ho preso tantissimo riposo: era un infortunio che mi portavo avanti da tantissimo tempo e il dolore era diventato insostenibile. Non posso dire che sia completamente a posto, non sono ancora guarito, ma ogni giorno va un po’ meglio rispetto a prima. Non so come andrà avanti nel corso del torneo ma ho fatto qualsiasi cosa nelle mie facoltà per essere qui”.
Rafael Nadal si dice invece pronto, dopo un inverno un po’ complicato: “L’ultima settimana e mezzo è andata molto bene. L’altro giorno ho chiesto di organizzare un match di prova con Dominic Thiem perché volevo continuare a fare match competitivi. Ho giocato al Kooyong, che è ottimo ma non è come essere qui. Conosco Dominic, gli ho fatto questa proposta e ha accettato volentieri. È stato bello”.
Un’altra giocatrice non al 100% è Garbine Muguruza, reduce da un difficile inizio di stagione condizionato da 2 ritiri tra Brisbane e Sydney. “No, non sono al 100%. Vorrei tanto poterlo essere, considerato che si gioca uno Slam. Mi sto allenando costantemente, sto facendo di tutto per essere pronta quando il torneo inizia. So che comincerò di martedì, è un piccolo aiuto, vediamo”.
Simona Halep è al primo torneo Slam da numero 1 del mondo: “Non sento tanta pressione, vorrei invece fare bene e mi sento in forma. Una volta che ho raggiunto il numero 1 quello è un pensiero superato e non mi crea grossi pensieri”. Ha tenuto banco la questione sullo sponsor: “Non ho ancora firmato alcun contratto, ma c’è il mio team che si sta occupando di questo. In Cina ho giocato con un vestito, che riproporrò qui, che ho ordinato su internet. Mi è piaciuto, è un momento questo abbastanza interessante, diciamo. Ho diverse proposte e sto riflettendo, vedremo nel futuro cosa succederà, mi piacerebbe avere qualcosa di carino. L’ultimo l’ho ordinato contattando una sarta in Cina, con l’aiuto del mio manager e in 24 ore ho avuto il vestito, era perfetto. Sono stata fortunata”.
Grigor Dimitrov ha un breve flashback sulla semifinale persa contro Nadal lo scorso anno: “L’ho rivista diverse volte: pochi giorni fa, il giorno subito dopo la sconfitta… Ho imparato tante cose. Volevo capire se potevo fare di più sulle palle break ma no, semplicemente Nadal ha vinto tutti i punti più importanti facendo il suo gioco. Eppure ne sono uscito bene, ho cominciato una stagione per me molto importante e spero di poter giocare diversi match come quello nel futuro”. Alexander Zverev invece ha raccontato di sentirsi meglio che a Perth, dove ha giocato continuando la sua off-season, e di sentirsi pronto e un po’ emozionato per l’eventuale sfida contro il fratello al terzo turno: “La strada è lunga, il suo tabellone non semplice, però sarebbe un bel momento. Non ho mai giocato contro di lui, ma sarebbe un momento speciale per tutta la nostra famiglia, non capita tanto spesso di avere due fratelli che competono in un torneo Slam e che possono affrontarsi l’uno contro l’altro”.
Nick Kyrgios invece ha espresso i suoi commenti più interessanti sulla generazione di giovani australiani e australiane: “Siamo un ottimo gruppo. Alex de Minaur sta facendo veramente bene e ha ottime chance di essere nel team di Coppa Davis e penso possa avere un’ottima annata. Ashleigh Barty è straordinaria: la conosco da quando facevamo i tornei junior e lei è fortissima, uno dei giochi migliori da vedere, Daria Gavrilova è tra le migliori ormai da diversi anni, Ajla Tomljanovic sta rientrando molto bene dopo l’intervento alla spalla. Sono molto fiducioso per il futuro del tennis australiano, stiamo anche aiutando i più giovani a crescere”.
Johanna Konta invece si dice ok: “È andato velocemente in migliorando. Anche a Sydney non avevo più molto dolore, più vado avanti coi giorni più mi sento bene”. La britannica è stata protagonista di una conferenza stampa molto animata, dove spesso si trovava a interloquire con i giornalisti come se fosse una chiacchierata, bacchettandoli scherzosamente o esponendo concetti piuttosto elaborati. Il primo è sull’allenatore nuovo, Michael Joyce: “Più divento vecchia e più divento saggia, forse. Ho più esperienza e mi adatto meglio a certe situazioni. Lui è molto rilassato, è stato anche un giocatore dunque sa bene certe situazioni e il punto di vista è lo stesso mio. Quando siamo in campo cielo la sensazione che quando sta parlando, sia sempre qualcosa di importante perché sperimentato sull’esperienza. Non è un discorso specifico su un colpo in particolare: lui analizza molto di più come trattare la pallina invece che magari analizzare la velocità della testa della racchetta”. A proposito di Andy Murray invece: “È un vero peccato non sia qui. Fa piacere leggere quel messaggio che ha scritto dopo l’intervento: se qualcuno ha modo di tornare al top, questo è proprio Andy. La sua passione per questo sport è seconda a nessuno”. Infine, sulla durezza del torneo femminile: “Ormai non è più una scoperta che il tabellone femminile sia sempre più duro fin dai primi turni. Alcuni sono già molto interessanti, ma anche a Brisbane, a Sydney… Ormai non c’è più differenza. Ho giocato al primo turno a Brisbane contro Madison Keys, a Sydney contro Agnieszka Radwanska. È molto livellato, è un bene per gli spettatori che pagano e che vogliono vedere del bel tennis”.
Caroline Wozniacki invece dopo tantissimi anni è di nuovo tra le prime 3 del mondo, questa settimana addirittura al numero 2. Anche visti i suoi recenti risultati, ci sono ben 5 giornalisti danesi presenti in sala stampa. E del ritorno al numero 1? “Sarebbe qualcosa di speciale. Ad oggi sto cercando di fare tutto il meglio e di essere sempre concentrata. Se poi riuscirò a fare strada, magari i vari pezzi del puzzle si allineeranno in un certo modo. Se ce la farò, sarà una cosa grandiosa; se non ce la farò, pazienza. Ci sono già stata, non è un’ossessione”. E su questi anni: “Penso di essere migliorata, non guardo tanto indietro a quando ero leader, forse lo farò quando mi sarò ritirata. Ad ora, c’è sempre qualcosa di nuovo su cui concentrarsi. Quando ero sotto i riflettori, giocavo sui campi principali, tutti volevano battermi. Col tempo ho dovuto migliorarmi, è molto più facile essere una sconosciuta, con un gioco che è ancora sconosciuto. Nei piani alti invece devi sempre essere un passo avanti a chiunque”.
Sloane Stephens infine, che oltre a raccontare di come voglia ripartire dopo quanto di buono fatto la scorsa estate, si è soffermata prima scherzosamente sugli effetti di quel torneo: “Credevo di essere esausta già solo per aver vinto uno Slam, poi dopo la finale ho dovuto sorbirmi 3 ore e mezza di conferenze stampa. Mi sono detta: “Ma perché ho fatto questo?!”. Poco più avanti, un bel commento sulla laurea in scienze della comunicazione presa nella parte finale della scorsa stagione: “Tutti nella mia famiglia sono laureati. Mia mamma ha un dottorato, e mi sono impuntata che non potevo essere l’unica a rimanere senza. Mi fratello va al college a San Diego, volevo a tutti i costi laurearmi prima di lui per dimostrargli che sono più intelligente e brava di lui in qualsiasi cosa”.