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07 Set 2017 13:30 - Interviste
Nadal: “È il momento di fare l’ultimo passo, il momento di vincere”
Lo spagnolo soddisfatto dopo aver raggiunto la semifinale allo Us Open. Archiviata la pratica Rublev pensa già alla sfida contro del Potro: "Se gli lasci giocare il dritto sei morto, è super aggressivo."
di Simone Milioti
Dopo alcuni primi turni complicati ne avevi parlato, adesso hai dominato gli ultimi due incontri. Pensi che sia per Juan Martin che Roger ci possano essere difficoltà? Come è importante per te aver avuto due match relativamente facili prima della semifinale?
La cosa importante è solo essere in semifinale no? Il risultato è positivo. Quando cominci un torneo cerchi di non perdere in un turno iniziale, questo ti farebbe tornare a casa con la sensazione che non sei stato competitivo. A questo punto invece le sensazioni sono completamente differenti, hai già vinto 5 incontri, sono in semifinale, un ottimo risultato. E’ il momento di fare del mio meglio, di vincere. Credo di essere migliorato nel corso del torneo, ho fatto passi avanti partita dopo partita, ora è il momento di fare il passo più grande.
Le persone sono ovviamente affascinate dalla tua rivalità con Roger. Tu lo ammiri più come giocatore o più come persona fuori dal campo?
Non voglio sembrare di essere il suo ragazzo(ride). Noi non parliamo molto di queste cose prima di un match importante. Certo abbiamo molto rispetto l’uno dell’altro, abbiamo giocato contro molte volte. Penso sia importante e anche una cosa da apprezzare. Abbiamo sempre avuto una buona relazione e abbiamo anche giocato per le nostre fondazioni. Lui è sempre un ottimo ambasciatore per il tennis, inoltre è un grande esempio anche i ragazzi. Lo ammiro per questo e allo stesso modo lo ammiro in campo chiunque conosci non è completo come lui o abile a giocare tutti i colpi.
Quale è stata la tua strategia nel match contro Rublev?
La strategia era sempre la stessa, giocare molto bene(sorride), se tu giochi bene tu hai buone sensazioni e puoi aggiustare la tua strategia. Oggi ho cercato di cambiare un po’ il ritmo nel gioco, così ho provato a colpire qualche palla più alta combinandola con lo slice. E ovviamente ho cercato di non lasciarlo giocare in posizioni comode, cambiando direzione. Penso di aver fatto bene, ho cambiato il ritmo, ho risposto aggressivo, vero lui non ha servito molto bene, questo aiuta, ho avuto un sacco di opportunità in risposta e le ho convertite.
Se dovessi giocare contro Roger chi credi sia più avvantaggiato dalle condizioni qui?
Non so, sicuramente lui ha raggiunto molti successi qui, io anche, io invece ho già giocato sei semifinali, non è un brutto dato. Però sui campi veloci lui è un po’ più specialista di me.
Potresti dirci cosa vedi nel futuro di Rublev e quale futuro percepisci per questo tipo di giocatore?
Difficile fare quello che ha fatto lui a 19 anni, ha vinto contro buonissimi giocatori, credo sia migliorato molto negli ultimi sei mesi. Se continuasse a migliorare potrebbe lottare per cose molto più importanti nel nostro sport. Lui ha passione per quello che sta facendo, è un bravo ragazzo. Certamente lui ha un gran talento ed è importante, ma quando hai un buon talento la cosa importante è avere passione per migliorare ogni giorno.
Se non dovesse essere Federer e sarà Juan Martin che match ti aspetti? Quali sono i tuoi pensieri su di lui e sul fatto che vincendo potrebbe tornare in una semifinale Slam dopo l’infortunio?
Juan Martin è un top player, sta giocando molto bene ed è difficile da fermare. Probabilmente ha nel suo dritto il colpo più veloce del circuito. Se serve bene e colpite bene di dritto è il giocatore che ha più chance di vincere contro chiunque. Contro di lui dovrò dare il meglio, avrò bisogno di stare concentrato sul mio servizio e giocare aggressivo, perché se lo lasci giocare da dentro il campo con il dritto sei morto. Lui gioca super aggressivo, colpendo molto forte. Probabilmente è indomabile da questo punto di vista, così cercherò di giocare scambi lunghi, giocargli sul rovescio e aprirmi il campo.
Hai avuto occasioni di sfidare durante la tua carriera Davydenko, Safin e altri ragazzi russi. Quest’anno hai incontrato Khachanov a Wimbledon e oggi questo ragazzo della nuova generazione. Ci parli delle differenze tra la vecchia e nuova generazione di tennisti russi?
Non so molto sulla scuola russa, Safin d’altronde si allenata spesso in Spagna. Rublev e Khachanov lo stesso, loro giocano aggressivi. Certamente venendo dalla Russia suppongo giochino molto indoor quando sono giovani quindi colpiscono piatto e veloce. Allo stesso tempo credo sia importante giocare anche sulla terra quando sei agli inizi. La terra ti fa capire meglio il nostro sport, hai più tempo. Giochi considerando la tattica e in termini di mentalità capisci di più lo sport. Credo quindi che sia buoni giocatori, specialisti del duro, ma giocando sulla terra da piccoli questo li ha aiutati. Lo stesso vale per Karen o Andrey entrambi in Spagna. Si allenano con buoni coach e hanno la giusta esperienza e potenziale per diventare buonissimi giocatori. Credo possano giocarsi presto trofei importanti.