Interviste

Muguruza: “Vorrei vedere il mio nome sulla parete dei campioni”

È stata leggermente più facile di quanto ti aspettassi (la partita, ndr) alla fine?
Non mi aspettavo nulla perché non si sa mai come un match potrebbe andare. L’ho vista giocare in passato. Ho notato che giocava molto bene ed è una giocatrice molto talentuosa. Sono solo scesa in campo senza aspettative. Mi aspettavo solamente di essere adeguatamente pronta alla sfida. Forse il punteggio è sembrato più netto rispetto al reale andamento dei game.

Come paragoneresti le sensazioni che stai provando a seguito del raggiungimento della finale di quest’anno rispetto a quelle che hai provato due anni fa?
Beh, è molto diverso. Adesso già sai come ci si sente. Sai più o meno quali emozioni proverai. Rispetto all’ultima volta mi sento molto più calma, e controllo molto meglio le emozioni. Prima era una cosa nuova. Sì, è un grosso cambiamento.

Puoi parlarci brevemente delle tue prossime potenziali avversarie, le insidie che incontrerai nell’affrontarle?
Beh, nell’affrontare Venus (che sarà la sua avversaria in finale, ndr), sai che ha già vinto qui cinque volte, se non ricordo male. Sarà un’altra finale storica.
Credo che la Konta sia super motivata. Gioca in casa e sta giocando alla grande. Anche lei è un’avversaria molto pericolosa.

Quali sono le differenze tra lavorare con Conchita (Martinez, ndr) e Sam (Sumyk, ndr)?
Conchita e Sam in realtà lavorano insieme. Sono in contatto. Prima che io faccia qualcosa, la decisione la prendono insieme. Perciò non esiste nulla di magico che sta accadendo. Sono qui semplicemente perché sto lavorando non solo durante gli ultimi giorni, ma è da tanto tempo che lo faccio per poter essere pronta a vivere momenti del genere. Credo che tante cose stiano andando bene con lei e il team questa settimana, ed è una cosa molto bella.

Guardando alla storia di Wimbledon, quali tra i tanti nomi delle leggende ti ha ispirato durante la tua ascesa e come?
Tutti i grandi campioni che hanno vinto questo torneo mi hanno ispirata. Ogni volta guardo la parete dove sono scritti tutti i nomi dei vincitori delle scorse edizioni. Ce ne sono diversi che si ripetono. Però non saprei. Mi piacerebbe vedere anche il mio nome scritto lì. Ma non ci penso più di tanto. Intanto sono qui, ho un’altra possibilità. Cercherò di fare cose semplici. Tutto qui.

Come mantieni la calma quando giochi una finale Slam? C’è qualcosa di diverso che farai rispetto a due anni fa?
Continuerò a fare le stesse cose. Probabilmente due anni fa è stata una sorpresa perché l’erba era qualcosa di nuovo per me. Mi sentivo come se fossi nella finale del torneo in cui meno mi aspettavo di arrivare. Però continuerò a fare le stesse cose perché sta andando bene. È ciò che faccio abitualmente, per cui non c’è ragione di cambiare proprio in questo match.

Hai detto prima che spesso guardi il muro dei campioni. A quali nomi probabilmente pensi di più? Che ispirazione trai da alcuni specifici giocatori?
Beh, non c’è un nome in particolare che mi motiva, perché conosco tutti i nomi che leggo. Negli ultimi anni, si vedono tantissimi “Williams” scritti sulla parete. Perciò non vedo l’ora di poterci avere anche il mio, e inserire un nome spagnolo.

Fausto Consolo

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