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04 Lug 2017 01:28 - Interviste
Medvedev: “L’erba è la mia superficie preferita, spero di arrivare ai quarti”
Dopo la vittoria al primo turno contro Wawrinka, Medvedev non si pone molti limiti a Wimbledon. Lo stimolo della NextGen russa e la grande stagione su erba
di Carlo Rosati
Com’è andata?, sicuramente la tua più importante vittoria, con un’accelerazione nella tua carriera.
Sì, la mia prima vittoria a uno Slam, contro un top-10. Ma anche se non avessi battuto Stan, sarebbe stato comunque uno dei più bei successi. Semplicemente ho giocato bene, come in tutta questa stagione su erba, quindi avevo fiducia in me stesso. Il ranking va di pari passo al gioco, cerco di migliorarmi ogni giorno. Ultimamente sto bene, ho battuto vari avversari e non vedo l’ora di giocare il prossimo turno.
Sei reduce da due quarti e una semifinale sull’erba. Non hai avuto timore di giocare per la prima volta sul Centrale?
L’erba è la mia superficie preferita, ho un servizio forte e preciso, colpi piatti difficili da rigiocare, e sto giocando bene nei momenti chiave. Quando sono entrato in campo ho avuto soggezione, ma soprattutto voglia di dare il massimo. Pensavo che se avessi battuto Wawrinka sul Centrale, la gente avrebbe voluto saperne di più sul mio conto. Ho cercato di rimanere calmo e non far trasparire le mie emozioni. Provavo molto rispetto per il mio avversario e gliel’ho detto alla fine del match.
Un paio di mesi fa c’erano state diverse voci sul tuo stato di salute.
A Indian Wells ho contratto la mononucleosi, è stato orribile, mi sentivo malissimo, a un certo punto non potevo neanche bere perché avevo anche l’angina. Tornato in Europa, sono stato fermo un mese. Poi sono voluto rientrare troppo presto a Budapest, e mi sono infortunato. A Lione è stata dura giocare su terra, e al Roland Garros ho sofferto di crampi. Per fortuna ora su erba sta andando tutto al massimo.
Chi era il tuo idolo da piccolo? Ci sono molti giovani tennisti russi, come andate fra di voi?
Ovviamente Marat Safin, avevo otto anni quando vinse gli AO. Tra noi nuove leve russe c’è amicizia, ci conosciamo da moltissimi anni. Non so come mai siamo esplosi tutti insieme, solo pensare qualche anno fa era impensabile che io, Karen (Kachanov, ndr) avremmo giocato qui a Wimbledon e saremmo passati al secondo turno. Quel che è successo è straordinario, siamo competitivi e abbiamo voglia di superarci l’un l’altro, e questo ci fa crescere.
Dove pensi di arrivare qui a Wimbledon? Quali sono le differenze tra qui e il Queen’s?
Non ho neppure visto il tabellone, non so chi sarà il mio avversario al secondo turno. Giocherò un match alla volta, dando il meglio. Spero di arrivare ai quarti, mi renderebbe molto felice. Il torneo del Queen’s è stata una bellissima esperienza, contro Dimitrov era la prima volta che giocavo davanti a qualcosa come 9000 spettatori. Ovvio, qui parliamo del Centrale di uno Slam, ma l’esperienza del Queen’s mi è servita molto.