di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
11 Lug 2017 11:28 - Interviste
Federer: “Presto per pensare alla finale”
La conferenza stampa di Roger Federer dopo la vittoria con Grigor Dimitrov negli ottavi di finale di Wimbledon: “I più forti sono ancora in gioco, sarà un finale di torneo molto combattuto”
di Matteo De Laurentis
Lo hai incontrato, non ha mai fatto serve and volley, per tutto il torneo. Ti ha semplificato il tutto in risposta? Ti ha messo in una zona di comfort sin dall’inizio?
Forse sì. Sono sorpreso che non ci abbia mai provato, neanche sul 40/0, almeno una volta, per vedere cosa si prova. Poi, lo sapete, potresti farlo per indurre il tuo avversario a pensare che succeda, magari una volta sul 15/40 perché in quel momento ti senti meglio a rete che sulla riga di fondo. Quindi penso sia abbastanza estremo non farlo mai, in particolare sull’erba. L’erba è per chi ama il veloce. Io oggi ho deciso di farlo, non quanto si potrebbe, ma l’ho fatto molto. Ha pagato.
Guardando ad un anno fa, a parte l’infortunio, la partita giocata con Cilic mostrò davvero come tu potessi giocare ancora al top. È stato importante per te fare una partita così quando ti sei fermato per rimanere conscio delle tue possibilità?
No, direi di no. Sentivo che se fossi stato davvero bene avrei potuto giocare benissimo. Il fatto è che per tre o quattro mesi non avevo mai raggiunto quel livello e la partita era stata speciale per come l’ho vinta, considerato che Marin giocò benissimo. Ovviamente ebbi anche fortuna, insieme a grandi colpi. Fu una grande partita, un’emozione forte per il Centre Court. Il più grande rimpianto è aver perso la semifinale, e poi lo stop. Avrei potuto essere in finale e fare bene anche lì. Chi lo sa. Ma fu troppo per il fisico e Milos giocò meglio. Non so, da un certo punto di vista guardavo solo il ginocchio, come farlo stare meglio, non agli ultimi risultati e come mi sentivo rispetto a essi. Poi di colpo va tutto veloce, diventano lontani, e la tua speranza è di tornare un giorno al tuo massimo livello.
Come stai ora? Ti senti in forma? Pensi di poter vincere Wimbledon? Ti senti al top come non mai?
È sempre una risposta difficile, dipende sempre anche da con chi giochi. Se giochi con un giocatore da fondo e lo butti in fondo al campo, ti senti al massimo, ma se giochi con un gran servitore, è diverso. È più come i rigori. Questa è la situazione se giocherò o con Milos o con Zverev ed è ciò a cui penso ora. Penso di essermi riposato abbastanza, non ho avuto partite durissime e posso guardare ai quarti abbastanza rilassato e fisicamente non ho dolori come lo scorso anno. Ero pronto a una lunga partita se avessi dovuto, ma non è successo, è un’ottima cosa. In ogni caso i più forti sono ancora in tabellone, sarà difficile, lo so. Per questo non posso pensare troppo avanti. Sarà un finale di torneo molto combattuto.
Hai parlato dei due possibili prossimi avversari. Descrivici in particolare quali potrebbero essere le chiavi del match con entrambi.
Penso le stesse. Dovrò produrre intensità come per ora ho fatto in tutto il torneo, concentrazione massima su entrambi i servizi, prima e seconda. Fare pochissime decisioni sbagliate, capire cosa fare in ogni momento. In risposta restare aggressivo e mentalità positiva. Così penso possa andare bene. Penso questo perché entrambi sono gran servitori con colpi potenti, per questo è lo stesso con tutti e due.