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01 Giu 2017 12:27 - Interviste
Nadal: “Se voglio fare la differenza devo essere sempre al cento per cento”
Intervista a Rafael Nadal dopo la vittoria al secondo turno su Robin Haase:"Sono sempre stato in controllo del match ed è grazie a questo che ho vinto".
di Francesca Padoin
Hai giocato tutta la partita con energia ed intensità anche quando eri avanti. È importante per il tuo gioco colpire sempre al massimo non guardando al punteggio?
Beh è ovvio che la mia tipologia di gioco se perde di intensità e di concentrazione diventa normale. Quindi per essere un attimo diverso ho bisogno di giocare ad una maggiore intensità rispetto agli altri e di essere aggressivo col mio dritto. E penso di averlo fatto.
Qual è la tua opinione sul gioco del tuo avversario su terra?
Ha giocato bene. Ha un buon servizio, un buon dritto ed un buon tocco. E sai quanto sia importante avere un buon tocco sulla terra. È un buon giocatore che non sta avendo una brutta stagione. Sull’erba può diventare ancora più pericoloso, vedremo. È stato sfortunato nella sua carriera infortunandosi al ginocchio più volte e so personalmente quanto difficile sia. Probabilmente senza infortuni avrebbe avuto una carriera migliore.
Come stai vivendo quest’anno, provi qualcosa di diverso per il fatto che sia l’ultimo anno con Toni? Qui, dove hai avuto i maggiori successi, vivi il tutto diversamente? Come è per te quest’anno?
No, no per niente. Cioè ogni anno è diverso ma non sto davvero pensando a tutto questo. Toni è la persona più importante nella mia carriera senza alcun dubbio. Un sacco di cose che ho imparato sono state grazie al fatto che lui ci fosse fin da quando avevo tre anni. È vero che ci sono un sacco di altre persone che mi hanno aiutato, mio padre, mia madre, la mia famiglia in generale e poi il resto del team. Ma sono qui per giocare un torneo, un evento molto importante per me, e non posso stare a pensare se Toni lascerà o meno. Toni ha fatto la sua scelta e sono felice che possa essere coinvolto nell’accademia per più tempo. È una buona cosa per i bambini e per l’accademia. E forse non sarà l’ultima volta che Toni sarà qui al Roland Garros. Lui è mio zio ed è mio zio prima che il mio coach ed è sempre libero di venire qui quando vuole.
Hai giocato un sacco di partite negli ultimi due mesi e ha vinto molto. Come sta il tuo fisico con tutte queste partite sulle spalle? Ti senti più a tuo agio ora col tuo gioco?
Non lo so, sai. Per il momento sto bene; anche il polso non mi fa più male da un po’ e le cure funzionano. Poi non so cosa succederà più in là ma è ovvio che non potevo mancare all’appuntamento su terra. Non ho un calendario molto fitto ma è vero che ho fatto già sei finali. E quando giochi sei finali ed altri buoni tornei allora stai giocando davvero tanti match. Ma a fine giornata sono un giocatore di tennis ed un tennista fa questo: gioca a tennis. Quindi faccio ciò che reputo giusto per la mia carriera e per la mia felicità. E poi vedremo come reagirà il mio corpo. Ovviamente sull’erba sarà più dura per me.
In Australia, hai detto, ti sei mosso molto bene perché ti sentivi bene…
Sì. Toni si focalizza un po’ troppo sull’aspetto mentale. Ma anche la parte fisica è molto importante e Toni pensa sempre che il corpo sia secondario rispetto alla testa. Lui pensa che se hai il giusto atteggiamento, il tuo corpo ti seguirà. Ma in realtà il fisico è davvero importante. Se la tua concentrazione è grande i colpi vanno dove dovrebbero e se non sei concentrato puoi perdere il ritmo. Ma ovviamente devi essere anche ben allenato. È meglio non essere infortunato per muoversi bene ed essere in controllo su ogni movimento. E da qui segue il riposo. Non è solo questione di atteggiamento mentale. Sono entrambe le cose. Toni pensa sia solo importante la testa ma ci sono altre cose che possono aiutare a star bene mentalmente. Perciò sono d’accordo con Toni ma penso ci siano anche altre cose da tenere in considerazione.