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31 Mag 2017 06:14 - Interviste
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Sarebbe sbagliato dire che la differenza oggi tra dentro e fuori è stata in quarantacinque minuti?
Sono partita piano, di sicuro. Mi sentivo nervosa prima del match, perché non sapevo cosa aspettarmi dalla caviglia e penso di aver esagerato nei primi cinque giochi. Ma ho realizzato che andava bene e sono riuscita a cambiare le cose.
Quanto sei stata vicina al non giocare? So che sei stata qui ad allenarti per un po’, ma non ti muovevi molto, soprattutto il primo allenamento che ho visto. Non so quanto fossi in dubbio sulla tua forma e il rischio che corri giocando.
Qualche giorno fa, di sicuro, c’erano grandi interrogativi sul fatto che potessi giocare. Non solo se fossi a posto fisicamente ma anche se mi fossi potuta allenare a sufficienza. Una cosa è stare bene, un’altra è essere pronta a fare partita. È stata certamente una corsa contro il tempo. All’inizio non mi sentivo in confidenza e mi sono chiesta se la scelta fosse giusta. Ma mi sono ricomposta e alla fine ho trovato il modo di vincere.
Come stai dopo la partita?
Sto bene, come dopo un po’ di allenamento, anche se ovviamente è stato più lungo e intenso. Vedremo domani.
Hai detto che stavi forzando troppo all’inizio. Era perché non volevi correre troppo e avevi dei dubbi?
Un po’ si. Ero nervosa e non in fiducia sui movimenti. Poi mi sono calmata e ho iniziato a essere più veloce con i piedi. Penso solo che dovessi fidarmi più del mio gioco e del mio corpo, perché stavo forzando troppo. Anche se non mi sono allenata molto la scorsa settimana, il mio gioco era ancora lì, quindi dovevo fidarmi.
Giocare con un leggero infortunio ha abbassato le tue aspettative o giochi libera da pressioni?
Era probabile non giocassi, quindi sono già stata molto felice di farlo e ancora di più di vincere. Vedremo giorno per giorno e quando sono sul campo devo cercare di non pensarci e provarci, senza pretese però.
Non so se tu sia a conoscenza della controversia generata dalle dichiarazioni di Margaret Court. Alcuni giocatori australiani ne hanno parlato e c’è una petizione per cambiare il nome del campo a lei intitolato a Melbourne, dove tu hai giocato diverse volte. Hai delle opinioni sulla situazione, su cosa dovrebbe fare Tennis Australia?
No, non ne sono davvero coinvolta, nessun commento.
Quanto ti senti bene quando giochi come negli ultimi due set, senza errori e in controllo del gioco? Cosa ti dici quando va così?
Cerco davvero di essere più energica e mi sento me stessa nei momenti in cui gioco così. Quindi l’obiettivo è arrivare a farlo per tutta la partita. Quando sento di muovermi bene e giocare bene ho davvero un grande equilibrio, un gioco aggressivo ma in controllo. Questo è sempre il mio obiettivo in campo.