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19 Mar 2017 00:34 - Interviste
Jack Sock: “Federer non stecca più le risposte”
L'intervista a Jack Sock dopo la sconfitta contro ROger Federer nella seconda seminfinale di Indian Wells: "È il mio torneo preferito, mi è venuta la pelle d'oca".
di Redazione
Dopo il primo set ti sei ripreso e hai giocato una grande partita. Come ci sei riuscito?
Il primo è scivolato via piuttosto velocemente. Credo che lui abbia fatto quello che ha fatto con altri giocatori con Rafa e con altri contro cui ha giocato. Sì, lui appena può ti sovrasta rapidamente. Ho preso un minuto, riordinato le idee, capito quali cambi avevo bisogno di fare. Eseguire bene il mio servizio, cercare di giocare di più sul suo. Non ho fatto molto bene specialmente verso la fine del secondo set. Lui ha ottenuto un rapido mini-break. Ha giocato bene i punti alla fine e ha vinto.
Ieri la tua seconda palla è stata molto efficace contro Nishikori ma oggi lui ha vinto quasi tutti i punti. È stato il tuo servizio a calare o era lui che lo controllava diversamente?
L’altezza potrebbe avere qualcosa a che fare con questo. Penso comunque che lui stia facendo molto meglio quest’anno con la risposta. In passato, scheggiava un sacco di risposte anche l’ultima volte che ho giocato contro di lui. Se avesse continuato a scheggiare per me sarebbe stata una buona occasione per trovare il dritto e cominciare il punto nel modo giusto. Ora lo colpisce più su e mette subito pressione. Soprattutto sul punteggio di parità, lui viene dentro il campo per tirare un vincente. Ma io non ho giocato i miei game di servizio nel modo in cui avrei voluto nel primo set. Ma, come ho detto, mi ha dato occasioni nel secondo.
Grande torneo. Sei il numero 1 USA e andrai a Miami la prossima settimana. Dovresti essere molto in fiducia.
Sì. Voglio dire, è la mia prima semi di un master. Sì, ho giocato un po ‘di buon tennis questa settimana. Giocato buon tennis tutto l’anno. Ho un quadro chiaro di ciò che voglio fare quando vado in campo. Ho intenzione di giocare alle mie condizioni, vincere o perdere. Se vinco, è incredibile, si sa, passare al turno successivo. Se perdo, mi va bene uscire e giocare come voglio giocare. Ora mi sento rilassato, posso giocare a tennis con calma, ma alle mie condizioni.
Quale lezione ed esperienza ricavi da questa particolare partita e dal torneo in generale?
Penso solo che più vai avanti più il margine di errore è basso, soprattutto oggi. Sai, ieri contro Kei ho visto alcune statistiche. Stavo tenendo la palla molto profonda sulla risposta mentre oggi era troppo corta e lui la sfrutta rapidamente. La prossima volta – si spera ci sia una prossima volta – che giochiamo, farò alcuni aggiustamenti ma il margine di errore è ridottissimo.
Giocare contro una leggenda non è sempre facile da fare, tanto più per un ragazzo giovane. Hai avuto un sacco di sostegno. Quanto voleva dire per te vedere che i tifosi non facevano solo il tifo per Roger ma anche per te?
Sì, è stato incredibile. L’ho detto per tutta la settimana, questo è uno dei – questo e New York – tornei preferiti dell’anno. Il supporto del pubblico di casa non è secondo a nessuno. Ma ovunque Roger giochi lui è il favorito del pubblico. Non importa contro chi sta giocando e in quale paese. Sì, credo che fossi un po’ sorpreso di quanto forte fosse il sostegno per lui. Una sensazione incredibile, ti dà la pelle d’oca ogni volta che si sente.