di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
16 Mar 2017 12:05 - Interviste
Federer: “Con la nuova racchetta ho migliorato molto la risposta”
Un Federer in gran spolvero si racconta dopo la vittoria contro Nadal e in previsione del quarto contro Kyrgios: "Sono rimasto sorpreso dall'eliminazione di Djokovic".
di Carlo Rosati
Con Rafa hai perso il primo punto in qualcosa come 13 su 17 game, come ti sentivi?
Non a mio agio. Sentivo che non era un buon inizio, anche se alcuni non li giocavo male. Sicuramente devo migliorare, perché andare 0-15 sul tuo servizio non è qualcosa che vuoi che ti succeda sempre: non è un problema, ma 15-0 sul proprio servizio per me è una vantaggio che spesso si rivela critico.
In campo a fine partita hai detto che Rafa non si muoveva bene oggi, e che gli hai tolto tempo giocando in modo aggressivo. Avevi già notato ciò e in che modo ha influenzato la tua strategia?
No. Ho solo provato a giocare come agli AO. Sapevo che non era possibile, perché qui il campo rimbalza di più ed è ruvido. Già ieri con Johnson avevo notato che se servivo bene ed ero offensivo, riuscivo a giocare un bel tennis aggressivo. L’ho detto anche ieri, è stato più uno sprint che una maratona. Andare in vantaggio è stato fondamentale, il mio obiettivo è stato giocare in attacco e pressarlo. Una volta fatto il break nel secondo set, ovviamente doveva stare attento a non perdere ancora in servizio. Ho tenuto il mio servizio, lui non è riuscito a giocare nei miei turni di battuta. Poi, è finita così: credo di aver giocato veramente bene.
È sembrato quasi un match facile, cosa ne dici?
Fisicamente è stato facile, perché abbiamo giocato pochi scambi prolungati. Non è stato intenso, insomma non è stato un match di tre ore e mezzo come a Melbourne. Se guardate la maggior parte dei match, come anche Kyrgios-Djokovic, ci sono pochi rally lunghi, a meno che entrambi i giocatori lo vogliano. Basta forzare sul servizio per accorciare gli scambi, e credo che Rafa abbia voluto ciò, servendo non solo per mettere in gioco la palla. Guardando avanti, è importante per me risparmiare energie per il prosieguo del torneo ma anche per l’intera stagione e il resto della mia vita (ride).
Hai giocato molte volte contro di lui, senza molte vittorie consecutive. Ora sei a tre: ti sorprende?, cosa significa per te raggiungere questo traguardo a 35 anni?
Sì, posso dire che mi fa star bene vincerne tre di fila. La cosa più importante è stato vincere in Australia. Retrospettivamente, è stata una delle più belle soddisfazioni della mia carriera. Anche Basilea è importante, lì fui raccattapalle. E ora qui negli Stati Uniti, avendo giocato bene, in fondo tutte hanno qualcosa di speciale. In ogni caso non posso cullarmi sugli allori, perché ho altri match da giocare.
A parte il campo, qual è stata la differenza tra oggi e il match agli AO?
Qui non abbiamo avuto lo stesso ritmo che in Australia, lui poi non ha controllato bene il suo gioco come agli AO, specialmente da fondo. Io invece ho giocato bene da fondo campo, al contrario di quanto ho fatto contro Johnson. Temevo infatti di soffrire lo spin di Rafa da fondo, e che sarebbe stata dura. Fin dal riscaldamento con Rafa, ho visto che mi sentivo bene e che il suo spin non mi dava fastidio, e così è rimasto anche durante il match.
I tuoi fans adorano i tuoi colpi, ma soprattutto il tuo rovescio. Come si è evoluto negli anni?, ci hai lavorato molto con Ljubicic?
Con la racchetta maggiorata ho migliorato le risposte al servizio e soprattutto il mio gioco aggressivo. Rispetto alla racchetta che avevo prima del 2014, devo gestire la potenza per non far volare via la palla. È stato il principale lavoro che ho fatto in novembre-dicembre, lavorato sul ritmo, e alla fine senti che tutto questo ha pagato. Le tante ore di allenamento han finito per darmi un ottimo feeling con la racchetta, quest’anno mi sento finalmente a mio agio. Ovviamente devi colpire la palla con anticipo, e per questo serve il gioco di piedi, senza il quale non potrei stare sopra la palla. Quindi credo che i miei coach durante la mia carriera mi han detto di giocare più col rovescio, che nel tempo ho migliorato per giocarlo con più sicurezza e controllo. Tutto questo è cambiato poco a poco, e ne sono molto soddisfatto.
Qual è stata l’evoluzione della racchetta dal 2014? Altre modifiche?
Credo che nel 2014 ho adottato la racchetta col piatto da 97 pollici quadrati, che avevo testato un anno prima quando avevo problemi alla schiena. Ho testato varie racchette durante la stagione sulla terra dopo essere stato eliminato all’inizio credo a Wimbledon e quando ho giocato a Gstaad e a Amburgo. Era una racchetta Wilson da 97 diversa. Ma i motivi dei problemi alla schiena non erano completamente chiari. Poi sono andato a Cincinnati, e due giorni prima del torneo mi sono fermato e mi sono detto “sai che c’è?, prima devo capire cosa ho alla schiena”. E ho finito la stagione con la racchetta da 90. Poi ho continuato a testare una racchetta diversa, che usai per iniziare l’anno successivo, a Brisbane e agli AO dove arrivai alle semifinali, credo perdendo contro Rafa. Quindi ecco come è andata con la racchetta. La vernice è venuta alla fine dell’anno, nera, diversa da quella precedente, ma non molto.
Un paio di anni fa Pat Rafter ha detto che Kyrgios è il più grande talento dopo di te. Lui è australiano, quindi forse è di parte. Vedi somiglianze tra di voi alla stessa età? Lui ha 21 anni, tu hai vinto il tuo primo major a 20.
Non so. Di cosa stiamo parlando in fondo?, di quando avevo 17-19 anni? Ho vinto il mio primo major a 22, quindi lui ha ancora tempo (ride). Non voglio dire che mi sono affermato in ritardo, ma c’erano altri talenti miei coetanei come Lleyton, Safin e Roddick, ai quali mi sono ispirato per migliorarmi. Ma capisco cosa dice Pat, che il gioco di Nick abbia bisogno di più tempo soprattutto dal lato fisico e mentale per svilupparsi appieno. Tutto ciò per Nick (e per me all’epoca) non viene in modo naturale, e deve essere sviluppato giorno dopo giorno, con l’allenamento quotidiano.
Puoi parlarci del gioco di Nick? Ha battuto almeno due volte Djokovic, per il prossimo match vedi similitudini rispetto a quando affrontasti Pete Sampras a Wimbledon molti anni fa?
Non so. Qui non siamo a Wimbledon, e abbiamo già giocato uno contro l’altro. Allora era il mio primo match sul Centrale, la posta in palio era molto più alta. Credo anche che lui sia più avanti di quanto lo fossi, forse perché ha già battuto molti top player. Alla sua età io non avevo un gioco così forte, dal servizio al resto. Sono rimasto sorpreso dall’eliminazione di Novak, sulla sua superficie preferita. Spero che questa vittoria faccia maturare Nick mentalmente sulle sue reali possibilità. Probabilmente gli ci vorrà più tempo, altri tornei, sapendo di esserci nei momenti importanti. Una qualità che lui in parte ha già.
Hai giocato contro Nick una sola volta ormai due anni fa. A cosa penserai domani contro di lui?
Sono contento che non sia il giorno del compleanno dei miei figli, mi mancano. A Madrid sprecai un match point e persi la partita. Quando ci ripenso mi dico “che occasione sprecata”. Sono contento che la mia famiglia sia qui con me, non ci sono compleanni e posso concentrarmi sul tennis. A Madrid il campo è molto diverso, super veloce. Ebbi le mie opportunità, se non erro ero sopra di un set e di un break nel secondo. Ma sapete, non vedo l’ora di giocare. È un grande giocatore, oggi ha giocato benissimo, come anche contro Zverev e ad Acapulco. Non so se influirà giocare di giorno o la sera. Ovviamente spero di batterlo.
Continui a dire che sei ancora in fase di rientro. Cosa ti manca?
Sì, fino ad aprile. Mi manca il tempo, giocare in diversi continenti. Ho ricominciato in Australia, poi in Medio Oriente, ora qui. Dopo qui, in aprile, credo avrò completato il mio rientro alle competizioni. Così pensavo a novembre, e lo penso ancora. Ma non è cambiato nulla. Il fatto di aver vinto in Australia mi ha dato un anticipo sulla mia tabella di marcia. Qui la superficie sollecita molto, e sono contento di come il mio corpo stia reagendo. A Dubai ero ancora stanco, qui sono sontento della mia forma. Sento di avere di nuovo tutta la mia energia e la carica nelle gambe e nel mio gioco. Sto giocando bene, e ne sono molto contento