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Federer: “Ljubicic mi dà il parere giusto al momento giusto”

Ti muovevi in maniera straordinaria là fuori. Ti senti bene? Come sta il ginocchio?
Bene, sono davvero felice. Il ginocchio ormai è cosa passata, non devo più pensarci o parlarne. Penso che il match sia andato davvero bene, ho trovato ritmo, mi sono divertito e sono molto contento di come sia andata. Ovviamente nel prossimo match non sarà la stessa cosa e quindi dovrò adattarmi nuovamente.

Maria Sharapova tornerà in campo il prossimo mese. I vari tornei stanno decidendo se darle o meno la wild card ed alcuni hanno già comunicato la loro decisione. Cosa pensi di tutto ciò? È un precedente avere una grande star del tennis che ritorna dopo una squalifica come questa.
È dura, cosa vuoi che ti dica. Sai ad alcune persone andrà bene ed a altre un po’ meno. Lei ha pagato il prezzo per ciò che ha fatto e questa è l’unica cosa che mi sento di dire. Ho visto alcuni giocatori o persone infastiditi da questa scelta e di altre che pensano le serva un po’ di tempo per recuperare. Va tutto bene ora; puoi rivedere le regole su come assegnare le wild card, per cui il direttore del torneo può decidere se Maria la meriti o meno, o l’assegnazione dovrebbe stare fuori da questa equazione per alcuni tornei? Non ne sono sicuro. Penso sia giusto discuterne ma allo stesso tempo è una discussione complicata ora. Sono sicuro lei intanto sia contenta di tornare a giocare.

Cosa ha portato Ivan (Ljubicic) nel tuo gioco ed in cosa è simile/diverso dal contributo di Edberg?
Sarà strano da dire ma per me siamo ancora all’inizio di questa collaborazione perché l’anno scorso è stato un anno difficile. Ho giocato solo un torneo in cui mi sentissi bene e quello era l’Australian Open. In tutti gli altri tornei c’era qualcosa che non andava, o stavo male o ero infortunato o mi faceva male qualcosa. E quindi, in realtà, ho giocato solo due tornei con lui, tutti e due gli Australian Open. Ma ora sto parecchio attorno a lui. Ed è molto esigente; è un grande lavoratore molto appassionato. Era già un mio buon amico da prima e penso lui voglia davvero tirare fuori il meglio da me e mi fa capire questo e ciò mi fa sentire ancora meglio. Mi piace la sua attitudine in campo, è molto attento e concentrato e mi dà ottimi suggerimenti. Come con Stefan, non chiedo molto dai miei coach, mi basta il giusto parere al momento giusto. Ivan mi aiuta nei momenti difficili a rimanere positivo e durante gli Australian Open mi ha dato ottimi consigli durante il torneo che, guardando indietro, sono stati davvero importanti.

L’altro giorno quando stavi riflettendo sulla tua carriera e la tua pausa hai detto qualcosa di molto interessante quando hai detto di aver bisogno di poco. Puoi dirci cosa intendevi e come questo si adatta alle tue performance in campo?
Che avessi bisogno di poco in termini di felicità intendi?

Sì, mi rende felice il solo fatto di essere circondato da famiglia ed amici. Questo è abbastanza per me. Non voglio mentire, vincere mi aiuta ad essere felice, perché perdere non aiuta quando viaggi attorno al mondo e giochi un brutto game e sei tipo: “Ed ora cosa faccio?” e devi aspettare finché non ottieni una vittoria. Ma a parte questo sono davvero felice con molto poco: può essere una cena fra amici, vedere qualcosa di nuovo, leggere un libro ai miei figli. Non c’è un qualcosa in particolare, sono le piccole cose. Penso sia la ricerca della normalità soprattutto per noi che viviamo in una bizzarra bolla, quella del mondo del tennis, hotel e tutto il resto. Non è la normalità. E mi rende felice quando mi allontano da tutto ciò.

So che sei amico da molto tempo con Tommy Haas e hai giocato con lui molti doppi. Cosa pensi vedendolo nei panni di direttore del torneo e della decisione di scegliere lui in tale veste? Una sorta di nuovo inizio per lui o una nuova direzione di gestione dei tornei?
Beh stimo molto Tommy, è un’ottima persona. Se farà qualcosa, la farà con tutto se stesso. È un gran lavoratore. Mi piace vederlo in questo sua nuova veste ed il fatto che voglia ancora giocare. Penso sia magnifico tutto ciò. Gli ho detto qualche volta di pensare a tutto ciò, di cosa volesse maggiormente, perché ora ha questo grande ruolo qui. Ma è una bella cosa che voglia uscire dagli schemi e penso porterà un sacco di migliorie a questo torneo perché ha un sacco di idee. E questo lo terrà impegnato per un po’ di anni, che è una buona cosa.

Francesca Padoin

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Francesca Padoin

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