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Federer: “In attacco sono migliorato con gli anni”

Penso che sia la tua partita più lunga dal torneo di Dubai. Sei sempre andato veloce da allora. Come ti senti adesso?
Sono felice di avere un giorno di riposo, perché, lo sai, potrei anche giocare domani. Le giornate di riposo sono oro alla fine di un giorno così. Guardando a questa partita, devi accettare la programmazione. Il tempo era buono, quindi improbabile un ritardo per pioggia e potrei aver dovuto finire domani. Tutto sommato mi sento bene. Una partita diversa. Non era una partita con grandi servizi in cui guardi tante palline passare e se manchi una possibilità ti senti frustrato. Un match dove devi avere la giusta mentalità e fare le giuste giocate. Credo che Roberto abbia fatto un buon lavoro, offensivo quando ha potuto e difendendosi bene su molti miei buoni colpi. Quindi difficile. All’inizio il sole era su un lato, quindi difficile giocare sulle righe. Alla fine sono contento di aver vinto in due set.

Pensi sia possibile essere più forte e veloce fisicamente a trentacinque anni che a ventiquattro? Pensi sia nella schiera delle possibilità?
Sì penso di sì, ma non puoi giocare venticinque tornei come a quell’età. Penso che il fisico abbia bisogno di più riposo. Solo un po’. Penso a quando finivi un match duro e il mattino seguente ti sentivi come un violino, come se stessi andando al club. Non ti senti così quando sei più vecchio. (Ride)

Tu ti conosci meglio di chiunque altro, è possibile tu stia giocando il miglior tennis della tua vita?
Penso di giocare in modo diverso rispetto a dieci anni fa; penso che la mia tecnica si sia evoluta da quando avevo diciannove anni. Non ho mai giocato meglio? Per me è difficile da dire, perché gli anni in cui ho perso tre, quattro partite, in quei due anni ne ho vinte centocinquanta, perdendone otto o nove. Difficile sentirsi meglio. Forse sul lato offensivo sto facendo un paio di cose meglio di come le abbia mai fatte. Questo, come provo a spiegare sempre a tutti, è dove credo di essere migliorato. Il gioco si è evoluto e io ho dovuto cambiare e migliorare e tutto sommato penso di essere un giocatore migliore di dieci anni fa. Non sempre si è tradotto in risultati, perché altri giocatori sono cresciuti benissimo e tanto, come Novak, Rafa e Murray e gli altri.

In quale parte del tuo gioco credi di essere stato inferiore a come ti aspettavi oggi?
Penso sia stato difficile trovare ritmo. Alcune sessioni diurne sono complicate. Il sole è solo da un lato. Roberto è riuscito a sbilanciarmi in alcuni momenti. Forse non sono riuscito a giocare tranquillo e ispirato come gli scorsi match. La combinazione di queste cose ha reso la partita difficile ed era arduo fare grandi colpi su ogni palla. Ogni tanto dovevo rallentare. Ogni volta che l’ho fatto lui era pronto a colpire. Quindi non è andata perfettamente per me. Ho avuto momenti difficili alla fine di entrambi i set ma quando è stato importante, c’ero. Ho giocato due tie break solidi e bene nel momento in cui avrei dovuto farlo. Quindi ho fatto anche cose buone.

Cosa ti aspetti per la prossima partita con Berdych?
Spero vada come in Australia, ma non credo sarà così. Non è realistico pensare di battere i top ten sempre come vorresti. Sarà dura, immagino. Mi ha già battuto, come sapete, in partite importanti, a Wimbledon, Olimpiadi, US Open. So che può farlo. Mi ha anche sconfitto a Cincinnati una volta, sui campi duri americani. Contro di me qui ha salvato dei match point e ha vinto. Inoltre sta risalendo la classifica, quindi per lui è una partita importante. Io, ovviamente, dopo Indian Wells, cerco di continuare la mia striscia positiva. Vedremo.

Matteo De Laurentis

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Matteo De Laurentis

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