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17 Gen 2017 11:23 - Interviste
Raonic: “Farò di tutto per arrivare in finale”
La conferenza stampa di Milos Raonic dopo la vittoria contro Dustin Brown al primo turno degli Australian Open: "Ora sono molto più attento wwin risposta".
di Francesca Padoin
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Come valuti la tua performance?
È stata adeguata alla partita. È duro dover sempre avere una prestazione solida, ma ho fatto ciò di cui avevo bisogno. Sono stato attento al servizio, ho brekkato abbastanza presto in tutti i set. Ho mollato un attimo all’inizio del terzo quando mi sono sentito in bilico nel mio turno di servizio ma a parte questo sono tornato solido quando dovevo. Sono salito di livello e ho giocato bene.
Quanto può essere facile giocare contro un giocatore che molte persone seguono perché capace di colpi straordinari come di buttare via tutto in un colpo?
Sai, il punto principale alla fine per me è di rimanere concentrato su me stesso. Dustin è capace di salire parecchio di livello ma anche capace di scendere molto velocemente. L’unica è davvero cercare di restare solidi e sperare che la tempesta passi.
Segui con molta attenzione l’arte. Conoscevi il grande cantautore e poeta, Leonard Cohen, che è morto poco tempo fa, ti sono note le sue opere? Eri d’accordo col suo modo di vedere la vita?
Dunque, non conosco molto la letteratura. Sono rimasto sorpreso nel leggere quanti libri abbia scritto. Sono certo che parecchie persone, quando lo nominano, sono completamente all’oscuro di ciò. Ma mi piaceva la sua musica, anche se non ero troppo consapevole della filosofia che ci stava dietro. Intendo che mi piaceva quella prospettiva più cupa nella musica.
Come mai le tue risposte al servizio sono migliorate?
Penso di essere semplicemente più consapevole di ciò che ho bisogno di fare. Prima mi precipitavo a rispondere e a colpire per poi correre indietro a difendere. Ora faccio molta più attenzione; è importante che io colpisca bene la palla e mi prenda il mio tempo. Se io faccio una buona risposta al servizio, non serve che torni indietro per difendermi.
Ci sei arrivato molto vicino (alla finale) l’ultima volta. È un fattore di motivazione?
Lo è eccome. È emozionante, come anche doloroso, l’idea che ci sia un’altra parte dello spettro in cui puoi avere quel tipo di gioia se vai avanti in quei momenti. È un qualcosa di cui voglio assolutamente farne esperienza e questo è il torneo, sì ho raggiunto la finale a Wimbledon, ma questo è il torneo in cui ho giocato al meglio tutte le volte. E per questo ho sempre ottime sensazioni quando vengo qui e voglio vedere cosa posso fare per provare quel tipo di esperienza.