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18 Gen 2017 16:23 - Interviste
Kyrgios: “Brutto esser fischiati, mi serve un coach”
La conferenza stampa di Nick Kyrgios dopo la sconfitta con Andreas Seppi al secondo turno degli Australian Open: "Seppi è un grande combattente".
di Aris Alpi
Quali sono le tue emozioni mezz’ora dopo la fine del match?
Ovviamente c’è grande delusione. La partita, alla fine, è stata abbastanza divertente. Lui è un ragazzo fantastico, se lo meritava. Non intendo abbattermi dopo questa sconfitta anche se, è ovvio, sarebbe potuta finire diversamente.
McEnroe ha affermato che verso la fine del match non hai provato a dare il massimo per provare a vincere. Ci hai provato oppure no?
Beh, ero dolorante su tutto il corpo. Ero provato. Voglio dire, John McEnroe… È stato John McEnroe? Buon per lui, gran carriera. Buon per lui.
Cosa ti è successo esattamente quando ti sei trovato avanti 2 set a 0, sul 3-2 e 15 pari nel terzo set? Improvvisamente Seppi gioca un dropshot, tu hai corso ma non hai raggiunto la palla… Fai l’errore e inizi ad urlare? L’arbitro ti ha dato un warning, e il match da lì è completamente cambiato. Perché ti sei arrabbiato in quel modo per così poco?
Non lo so, adesso ho appena perso tre set, ecco quello che è successo. Ho appena perso.
È deludente essere fischiati dalla folla una volta finito l’incontro, anche se credi di aver dato il massimo?
Sì, certo, ovviamente non è la cosa più bella da sentire. Non sono riuscito a preparami al meglio prima di questo torneo. Il mio fisico è molto provato. Non mi ricordo neanche il punteggio finale. È finita 10-8? 10-8 al quinto e uscire tra i fischi non è la miglior cosa.
Cosa ti si agitava in testa nell’ultimo set?
Quando sei così vicino a vincere vivi un sacco di emozioni. Sì, mi passavano per la testa un sacco di cose in quel momento. Son deluso, ma va tutto bene. Il mondo continuerà a girare, ho solo perso una partita.
Hai fatto riferimento al tuo corpo: attribuisci questa sconfitta a questo oppure alla parte mentale?
Penso mentale. L’approccio mentale per me è una parte molto grande da affrontare, e con un coach sarebbe certamente migliore. Ovviamente non ero al cento per cento fisicamente oggi. Ma è un discorso mentale, certo. Almeno una grossa componente. Voglio dire, però ho giocato bene. Ho pensato di dover servire bene; ho molto rispetto per Seppi. Se lo meritava, è un grande combattente.
Il match di questa sera ti ha convinto a doverti appoggiare all’aiuto di un coach, oppure lo sapevi già?
Lo sapevo già da molto tempo. Però mi piace la libertà dopo il tennis, fare qualsiasi cosa e lasciarmi andare. Voglio solo sentirmi a mio agio.
Non pensi che oggi sia stata una grossa lezione per te?
Credo di sì.
Ti stai ancora rivolgendo a uno psicologo sportivo per caso?
Sì, sta andando molto bene.