Troppo Federer per Zverev, tredicesima semifinale all’Australian Open

A senso unico il secondo quarto di finale dell'Australian Open. Federer non ha concesso nulla a Mischa Zverev. Solo il derby con Wawrinka tra lui e la finale numero 28.

[17] R. Federer b. M. Zverev 6-1 7-5 6-2

C’è stato un momento in cui Mischa Zverev ha forse capito la differenza tra Roger Federer e Andy Murray. È successo nel secondo game del secondo set, quando Mischa si è trovato sull’1 a 0 e 15-30 su servizio Federer che ha sbagliato la prima. Sulla seconda Zverev ha immediatamente preso la rete sulla risposta impattando bene di rovescio e correndo rapidamente in avanti. Prima fare il sesto passo però era già ritornato un violentissimo passante di rovescio dello svizzero, quasi di controbalzo, perché a differenza di Murray, Federer era già con i piedi in mezzo al campo. Per quanto al tedesco riuscirà un avventuroso break nel quinto game Zverev per il resto della partita non ha avuto neanche mezza possibilità di poter davvero fare partita sul servizio di Federer. Per cercare di resistere avrebbe dovuto essere perfetto alla battuta o sperare che Federer fosse di luna storta sulla risposta. La prima eventualità si è verificata, la seconda no. Zverev nel primo set ha messo 15 prime su 17 col risultato di fare appena 5 punti e perderlo due volte. Federer ci ha messo 19 minuti per regolare la pratica, meno di quanto serva per chiudere questo articolo.

Nel secondo è andata un po’ meglio, ma anche quando a Zverev nel quarto game è riuscito il break al quale abbiamo accennato, Federer ci ha impiegato meno di di due minuti per rimettere le cose a posto e riportarsi sul 3 pari. Zverev ha tenuto due buoni servizi ma prima del tiebreak Federer è tornato a rispondergli sui piedi per poi mirare al bersaglio grosso nel successivo passante: tiebreak evitato e set chiuso nel game successivo.
Il terzo set si è giocato quasi per onor di firma, nessuno credeva seriamente che la partita potesse offrire chissà quale sussulto. Ci si è predisposti quindi ad assistere ad una specie di esibizione agonistica, nell’attesa che Federer si decidesse a brekkare. Cosa che ha fatto nel quinto game non prima di aver distribuito qui e lì, insieme ad un ben disposto Zverev, alcuni colpi che sarebbero sorprendenti se non fosse che ormai sono quasi vent’anni che non ci si capacita. Così tra dropshot, tante volée, passanti lenti, lob,palle break sciupate in un’interminabile settimo game, e una (in?)evitabile SABR i due sono arrivati all’inevitabile epilogo. Federer ha servito sul 5-2 è andato 30-0 si è distratto, ha regalato un’ultima palla break e poi ha chiuso al primo match point.

I due si erano lasciati tre anni e mezzo fa ad Halle nell’annus horribilis di Roger Federer con una terribile risposta di rovescio che aveva sancito un duplice 6-0 che non lasciava molte illusioni al tedesco. Vero che tanta acqua è passata sotto i ponti ma da allora non è che i due si fossero avvicinati tanto, se è vero che Federer nel frattempo ha fatto altre tre finali slam e Mischa ha vivacchiato ben oltre la centesima posizione, uscendo addirittura dai mille per via di un burtto infortunio. E non potevano certo essere gli ultimi sei mesi ad eliminare un divario che a tratti è apparso imbarazzante.

Per quanto i tifosi dello svizzero guardino con trepidazione i movimenti del beneamato, temendo di intravederne segni di ruggine dovuti ai sei mesi di pausa, questo Federer è a posto, non ha giocato come contro Berdych o Nishikori ma solo perché non ne aveva bisogno. Se perderà con Wawrinka, contro cui ha vinto le precedenti 13 volte e a cui ha ceduto 4 set su 37 quando si sono incontrati sul cemento, non sarà certo per le sue condizioni fisiche.

Federer raggiunge così la tredicesima semifinale a Melbourne, la quarantunesima negli Slam. Sono 10 di più di quelle di Connors ma, come sempre, se cominciamo con i numeri di Roger non la finiamo più.

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