Resterà per sempre il primo italiano ad aver vinto un titolo slam, a Parigi, nel 1959. Successo che doppiò l’anno dopo. Ed il capitano della squadra che nel 1976 tornò dal Cile con la Coppa Davis, anche quella una prima volta. Nicola Pietrangeli se n’é andato a 92 anni e con lui si chiude una […]
02 Ago 2016 16:30 - ATP
Dr. Stan e Mr. Wawrinka: le due facce dell'altalenante svizzero
di Piero Vassallo
TENNIS – Di PIERO VASSALLO. Una stagione altalenante per Stan Wawrinka: qualche buon risultato, tre titoli ma anche tante brutte sconfitte. I “colpi di testa” che negli ultimi due anni era riuscito a limitare ora sembrano essere sempre più frequenti, cosa lo aspetta nel prossimo futuro?
L’ultima tegola è arrivata questo pomeriggio, uno scarno comunicato in cui Stan Wawrinka annunciava la sua rinuncia ai giochi olimpici di Rio de Janeiro. Per la Svizzera è un disastro: fino a poco tempo fa avevano serie ambizioni di medaglia in tutte le discipline, ora – complici anche i forfait di Federer, Bencic e dello stesso losannese – restano solo solo singolare e doppio femminile.
Male per gli elvetici, male anche per Stan che al 99% non giocherà mai più un torneo olimpico – difficile che sia arruolabile per Tokyo 2020, quando avrà 35 anni – e la delusione sarà sicuramente cocente: senza Federer e altri top 10 e con Nadal a mezzo servizio arrivare in zona medaglia poteva essere più semplice del previsto. Allo stesso tempo però è un’occasione per fermarsi e riflettere.
Nel 2016 Wawrinka ha giocato 42 partite con un bilancio di 31 vittorie e 11 sconfitte e ha vinto tre titoli (Chennai, Dubai e Ginevra), ma a differenza delle ultime due stagioni negli Slam ha deluso: a Parigi si è difeso bene arrivando in semifinale, ma non è andato oltre gli ottavi a Melbourne e il secondo turno a Wimbledon. Vero che in Australia è stato battuto da Raonic e a Londra da Del Potro, ma negli ultimi due anni aveva sempre raggiunto almeno i quarti, fatta eccezione per il Roland Garros di due anni fa.
Al momento è settimo nella Race con meno di 300 punti sul nono classificato, ma le preoccupazioni sembrano essere altre. Nella semifinale di Toronto persa contro Kei Nishikori, Wawrinka è cascato un’altra volta in una delle sue giornate da dimenticare. Non è una questione di tennis, ma di testa: lo svizzero sa essere tanto fenomenale in certe giornate quando autodistruttivo in altre.
Dopo aver perso il primo set sciupando 4 set point, l’elvetico è sceso in campo nel secondo con l’atteggiamento di chi vuole farla finita in fretta. Ha incassato un 6-1 senza appello e anche i fischi del pubblico, che non ha gradito un atteggiamento poco professionale. Era già successo quest’anno: a Indian Wells contro David Goffin – dove almeno perse di misura – e a Monte Carlo contro Rafa Nadal, anche in quell’occasione accompagnato dal rumoreggiare del pubblico.
Sprazzi di follia, pause mentali che ne hanno sempre contraddistinto la carriera, anche adesso che è a tutti gli effetti un campione. Ricordate un anno fa? Giocò un match orripilante a Ginevra e dopo due settimane alzò il cielo la Coppa dei Moschettieri grazie a una finale sontuosa. Ecco perché chiedergli, a 31 anni, di cambiare il suo modo di essere sarebbe assurdo, ma cercare di limitare queste brutte giornate è un esercizio che dovrà provare.
A meno che i successi degli ultimi due anni non abbiano saziato i suoi appetiti, ma questo può saperlo lui e lui soltanto.