Stats / Kohlschreiber e Almagro portano a 9 i tornei over-30 nel 2016. Italia, si dimezza il numero di top-100

TENNIS – Di Giancarlo Di Leva

La settimana prima dei due grandi appuntamenti “combined” sulla terra di Madrid e Roma ha visto il primo successo in carriera del 22enne argentino Diego Schwartzman, ottenuto sulla terra rossa di Istanbul a spese di Grigor Dimitrov (autore di un deplorevole finale), ed ha visto il ritorno alla vittoria di due tennisti “navigati” come Philppe Kohlschreiber e Nicolas Almagro.

Kohlschreiber si è imposto nel torneo di casa, a Monaco di Baviera, diventando il tennista più vincente avendo iscritto il proprio nome nell’albo d’oro ben 3 volte (2007-2012 e 2016) a cui si aggiungono le finali del 2013 e del 2015. Per giungere al successo ha superato in sequenza, il connazionale Florian Mayer, Juan Martin Del Potro, Fabio Fognini e in finale l’austriaco Dominic Thiem, al termine di un match combattutissimo durato 2h31m e decisosi soltanto al tie break del terzo set.

Torna al successo dopo 4 anni lo spagnolo Almagro (ultima vittoria a Nizza nel 2012). Il 30enne tennista di Murcia, non compreso tra le teste di serie, ha vinto ad Estoril (Portogallo) battendo all’ultimo atto il connazionale Pablo Carreno Busta, dopo aver a sorpresa estromesso dal torneo in semifinale l’australiano Nick Kyrgios, n.2 del seeding. Grazie a questo risultato, Almagro, un anno fa precipitato a seguito di guai fisici al n.174 del ranking, è rientrato tra i top-50 (esattamente n.48) e si pone come mina vagante nei prossimi tornei sulla terra a cominciare proprio da Madrid.

Con le vittorie di Kohlschreiber e Almagro diventano 9 i tennisti over-30 ad aver vinto nel 2016 (in 28 tornei disputati):

 

Altri numeri:

3 – i derby in finale giocati fin qui quest’anno nel circuito: prima della finale spagnola tra Almagro e Carreno Busta ad Estoril, abbiamo assistito al derby francese a Montpellier (Gasquet-Mathieu) ed a quello americano a Delray Beach (Querrey-Ram)

3 – i tennisti che hanno quest’anno vinto il loro primo torneo maggiore: Nick Kyrgios a Marsiglia, Pablo Cuevas a Rio de Janeiro (bissato la settimana dopo a San Palo) e Diego Schwartzman ad Istanbul.

7 – i tornei vinti in carriera da Kohlschreiber di cui 5 in Germania. Oltre a Monaco (2007-2012-2016 ) si aggiungono le vittorie sull’erba di Halle nel 2011 e sulla terra di Dussendorf nel 2014.

13 – i titoli in bacheca di Almagro, conquistati tutti su terra battuta.

14 – la striscia di vittorie consecutive di Thiem nei set decisivi giocati nel 2016, interrotta dalla sconfitta contro Kohlschreiber nella finale di Monaco.

Settimana Wta

A Rabat, in Marocco, si è imposta la favorita n.1 del seeding, Timea Bacsinszky, che ha battuto in finale la neozelandese Marina Erakovic (n.186) proveniente dalle qualificazioni ed alla sua 5° finale in carriera, la prima dal torneo del Quebec del 2013. La svizzera torna al successo dopo oltre un anno (Monterrey 2015), il che le consente di rimettere nel mirino l’assalto alle top-10. Attualmente è n.15 con un distacco di 385 punti dalla Bencic che occupa la decima piazza.

A Praga rivede la luce la tennista di casa Lucie Safarova, che a causa di numerosi problemi fisici aveva vinto solo un match dalla finale di New Haven di fine agosto scorso, al Master di Singapore contro Angelique Kerber. 0/5 in stagione prima di arrivare “a casa” ed infilare cinque belle vittorie per il primo titolo dal Premier di Dubai del febbraio 2015. Col successo di ieri, il 7° in carriera, risale in classifica al 13° posto pronta anch’essa a ridare l’assalto alla Top Ten.

Altri numeri:

4 – le tenniste provenienti dalle qualificazioni giunte in finale nel 2016. Prima di Erakovic vi erano riuscite, tutte in tornei Premier, Monica Puig a Sydney (finale poi persa da Svetlana Kuznetsova), Elena Vesnina a Charleston (finale persa da Sloane Stephens) e Laura Siegemund a Stoccarda (finale persa da Angelique Kerber).

186 – il ranking di Erakovic alla vigilia del torneo: è la tennista con la classifica più bassa giunta in una finale del circuito maggiore dal torneo di Birmingham 2012 quando l’americana Melanie Oudin, n.208 del ranking e proveniente dalle qualificazioni, vinse il torneo superando in finale la serba Jelena Jankovic (n.22).

Gli italiani.

Paolo Lorenzi ha mancato la prova del nove perdendo da Leonardo Mayer un match che, vinto, che gli avrebbe consentito di portarsi a ridosso del suo ‘best ranking’ (ancora n.49). Sconfitti in Portogallo anche Tomas Fabbiano ed Andrea Arnaboldi, mentre Marco Cecchinato in campo a Monaco di Baviera, ha ceduto nettamente all’olandese Sijsling (n.131) e per effetto dei 90 punti scaricati relativi alla vittoria del Challenger di Torino dello scorso anno, il tennista siciliano precipita in classifica dal n.93 al n.118.

Bolelli non giocando a Madrid perderà i 90 punti conquistati lo scorso anno. Da lunedì ci ritroveremo con soli 3 italiani nei top-100: Fabio Fognini (n.31), Anderas Seppi (n.41) e Paolo Lorenzi (n.53). Il dato minimo dal 14/04/2014 quando in classifica figuravano sempre Fognini (n.13) e Seppi (n.35), ma con l’aggiunta di Filippo Volandri (n.85). Solo due settimane fa ne contavamo sei: Fognini, Seppi, Lorenzi, Cecchinato, Fabbiano ed appunto Bolelli.

Il ruolino di marcia di Camila Giorgi negli ultimi dodici mesi evidenzia come la distanza dalle migliori sia aumentata. Contro le top-20, a partire da dopo-Katowice 2015, è di 1/12: l’unico successo è stato ottenuto a Wuhan contro Bencic che si ritirò alla fine del primo set perso 6/2.

 

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