di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
TENNIS – Di GIULIO NICOLETTI. Non riuscirà a portare Flavia Pennetta a Rio, il presidente del Coni Giovanni Malagò, ma almeno Adriano Panatta agli Internazionali, dopo quattordici anni di lontananza, sembra che stia per riuscirgli davvero.
Nel suo piccolo, è un’impresa anche questa. Scartata (da Panatta, Bertolucci e Zugarelli, si badi bene) l’idea di accettare l’invito alla Lounge fit, che sapeva tanto di sottoscala, nell’anno del quarantesimo anniversario della vittoria di Adriano a Roma e Parigi e della nostra unica Coppa Davis, e preso atto che il presidente della FFT, la Federazione Francese, aveva per tempo mostrato al tennis quale sia il senso migliorare dell’onorare i campioni che hanno fatto la Storia del nostro sport, chiedendo a Panatta di premiare il vincitore della finale maschile dell’edizione 2016, il presidente del Coni s’è dato da fare affinché si evitasse, almeno, la figuraccia della totale dimenticanza.
E alla fine l’ha spuntata, a patto che il piccolo evento fosse collocato in un momento centrale del torneo e a contatto con il pubblico, anche per ricordare che, alla fin fine, ogni vittoria ha come unici destinatari proprio gli appassionati. E pazienza se la decisione (ma si gioca sui campi del Circolo del Coni) farò storcere la bocca a qualcuno. Panatta gli ha detto sì, a patto di evitare persone che non gli fa piacere incontrare; Zugarelli e Bertolucci dovrebbero pensarla allo stesso modo. Dunque l’appuntamento con l’antica squadra di Coppa e con il vincitore degli Internazionali del 1976 sarà domenica, sul Centrale, prima della finale.
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