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La lettera di Serena Williams: «Ecco perché il tennis ha bisogno del Miami Open»

TENNIS – Attraverso le pagine del New York Times, Serena Williams difende il Miami Open, torneo che a causa di varie difficoltà cambierà sede nei prossimi anni.

«La gente spesso dice ‘Casa è dov’è il cuore’. Come tennista professionista ho girato il mondo più di 20 volte (ogni anno), e lungo il cammino ho trovato alcuni posti da considerare come casa. Londra, Melbourne, Parigi, New York, Madrid e Roma sono le città a me care. Ma una città che per me ha rappresentato davvero una casa negli ultimi 20 anni è stata Miami, che ospita uno degli eventi sportivi più speciali: il Miami Open.

Sono cresciuta a Compton, California, e mi sono trasferita a West Palm Beach a 9 anni. Ogni mese di marzo, mio papà portava me e Venus a Crandon Park a Key Biscayne per quelli che erano chiamati i Lipton International Players Championships. Miami è dove ho avuto la possibilità di vedere alcuni dei più grandi competere.

Mi rattrista pensare che il Miami Open debba lasciare la città che amo perché non in grado di apportare miglioramenti di cui beneficerebbero appassionati e giocatori. Ho fatto la mia prima apparizione lì nel 1998, raggiungendo i quarti di finale. L’anno successivo io e Venus ci siano sfidate nella finale, che sarebbe stata la prima delle nostre 11 giocate l’una contro l’altra.

Fu un giorno incredibile per la nostra famiglia, 14.000 persone dagli spalti urlavano ‘Go Williams!’. Penso mia papà sia stato più nervoso di me e Venus messe insieme, ma era sicuramente orgoglioso. Venus mi battè quel giorno e vinse il Miami Open nel 1998, 1999 e nel 2001. L’abbiamo mantenuto in famiglia, io dal 2002 ho vinto 8 edizioni.

Il Miami Open ha giocato un ruolo importante nella mia vita e nella vita di molti altri. L’evento ha sempre supportato i giocatori che emergevano, dando wild card negli anni a Pete Sampras, Andre Agassi, Andy Roddick, Steffi Graf, Monica Seles e James Blake quando ancora nessuno aveva sentito parlare di loro. Nel 1997, il torneo ha offerto una wild card a Venus quando aveva 16 anni.

Miami ha anche aiutato l’equità tra i sessi nel mondo del tennis: nel 1985 gli unici tornei combined erano i 4 Slam. Nel suo anno inaugurale il Miami Open ha rotto questo accordo e ha fatto giocare sia uomini che donne, concedendo anche lo stesso prize money per entrambi. Nel 2007, un decennio dopo aver giocato a Miami, Venus ha guidato la battaglia andata a buon fine per l’uguale montepremi per le donne a Wimbledon, assicurandosi che tutti e 4 i Grand Slam pagassero ugualmente donne e uomini.

Lasciare Miami sarebbe un duro colpo per il nostro sport, per la città di Miami e per me. Sono grata per le opportunità che il Miami Open ha offerto a me e Venus, e non vedo l’ora di avere un’altra chance di sollevare il trofeo sabato».

Redazione

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