Australian Open, pagelle semiserie dalla Kerber ai… giornalisti

TENNIS – MELBOURNE – Di LUIGI ANSALONI. Pagelline semiserie (più semi che serie) dal continente oceanico, in sostituzione del mio socio e compare Enzo Cherici (riprenditi presto, tesoro).

Angelique Kerber voto 10 e lode: Perché ha battuto Serena Williams e ha vinto il suo primo slam giocando un tennis fantastico? Ma quando mai. Cioè si, magari pure. Ma buttatevi voi dentro lo Yarra. Visto da vicino quel fiume sembra una fogna a cielo aperto, lo giuro. Il colore è quello di una notte passata in bagno dopo aver mangiato capesante andate a male in un ristorante greco. Per questo, anche per questo, il voto massimo. Eroica.

Serena Williams voto 10: La performance è per l’esibizione da “Miglior attrice non protagonista” alla fine della partita con la Kerber. Da Oscar. Tanta gioia è sinceramente innaturale, dopo una sconfitta, specialmente se sei Serena Williams. And the Oscar goes to…

Novak Djokovic 9,76: Ha vinto. Uhhh. Ha stravinto. Uhhhh. E’ troppo perfetto, troppo grandioso. Tanto che ormai lo stanno odiando un po’ tutti. E siccome io sono incline alla massa (mica sono come voi, Che Guevara da tastiera che non siete altri), il 10 non glielo do. Marameo.

I panini del media bar degli Australian Open 9: Fenomenali e a poco prezzo. In più appena capivano che eri italiano (difficile, eh: basta dire “hi” e già ti scoprono), mettevano quell’impegno in più giusto per non essere da meno. Gourmet.

Konta Kinte 9: Mi spiace, appena sento quel cognome parte in automatico “E conto quanto Kunta Kinte e in quanto Kunta Kinte canto”. Kunta Kinte, per chi non lo sapesse, era un mandingo, uno schiavo, nonché protagonista del romanzo “radici”. La Konta si Kunta Kinte ha poco. Tranne l’assonanza del cognome. Comunque, gran torneo. Da 9. Silvestri.

Murray 8,5: Un gigante. Un guerriero. Porello gliene sono capitate di tutti i colori. La moglie incinta e lontana, il malore del suocero. E’ arrivato in fondo al torneo da gladiatore e poi è scappato per vedere la nascita del primo figlio. Poi sì vabbè, ha perso la finale come tutti pronosticavano ma oh, mica è Iron Man. Un grande.

Azarenka 8: Le avevamo detto di ogni per aver perso contro quella scarsona della Kerber. E invere… Bentornata, Vika.

Simon 7,5: Stava per fare l’impresa. Un’impresa per cui il 90% del tennis mondiale gliene sarebbe stato grato. Stava, appunto.

Radwanska 7: Lei c’era. Lei c’è sempre. Non a sufficienza, ma c’è. Costanza.

Raonic 6: La sorpresa del torneo maschile, ma non troppo. Ha sprecato via tutto, poteva vincere la partita e arrivare in finale. In questo, è stato molto molto deludente. Rimandato (ma non troppo)

Kvitova 5,5: Ha perso male contro la Gavrilova. Meriterebbe meno, ma il fatto di aver finalmente cambiato allenatore forse è un segno che si sta rinsavendo mentalmente. Era ora.

Nadal 5: Incoraggiamento puro. Coraggio, Rafa.

Federer 4: Prima di Djokovic, ha disputato un bel Australian Open. Ma i primi due set contro Djokovic sono stati deprimenti. Per lui e per noi. E senza giustificazioni.

Tomic e Kyrgios 3: Si svegliassero, davvero. Soprattutto Kyrgios. O l’esempio con Balotelli diventerà davvero calzante.

Security australiana 2: L’Australia è un paese meraviglioso, gli australiani idem, basta non toccargli le regole. Che funziona, visto che tutto lì funziona alla meraviglia. L’elasticità mentale, purtroppo, non è il loro forte. Chissà, forse è questo il trucco per avere un Paese splendido e funzionale. Puo’ essere, ma è anche poco, poco divertente in certi casi.

Stampa italiana dopo la vittoria della Kerber 1: Avete letto “Eh quando Angelique ha battuto la Pennetta agli Us open 2011 noi lo avevamo detto che era una forte…”? Beh, non è vero. Mai niente di più vero. Solito voltafaccia clamoroso nella speranza di una memoria cortissima da parte del lettore. 

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