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17 Gen 2016 15:00 - ATP
Intervista al giudice di linea Giorgio Ciocca: «Con l'esperienza si raggiungono i traguardi più importanti»
di Redazione
TENNIS – DI ADAMO RECCHIA
Giorgio Ciocca è un giovane studente svizzero che svolge l’attività di giudice di linea nel nostro sport. Ecco alcuni consigli utili per chi volesse intraprendere questa attività.
Innanzitutto raccontaci quando è avvenuto il primo contatto col nostro sport.
«Ero molto piccolo quando ho avuto il primo contatto con il tennis. In estate al mare giocavo ogni tanto con mio papà o mia zia, che mi ha insegnato i primi colpi. Solo all’inizio delle scuole medie ho iniziato con il tennis agonistico, per poi entrare a circa 16 anni nel mondo dell’arbitraggio. Sono infatti sia arbitro di sedia per la federazione svizzera, sia giudice di linea».
Come e quando hai deciso di diventare un giudice di linea?
«Al circolo in cui giocavo, il Tennis Club Lido Lugano, si giocava annualmente un torneo della categoria Challenger. Come allievo della scuola tennis iniziai a fare il raccattapalle per alcune edizioni del challenger. Poi a circa 13-14 anni, mi chiesero di cambiare ruolo e passare da raccattapalle a giudice di linea. A dire il vero, inizialmente, l’idea mi spaventava; infatti rifiutai quasi la richiesta del circolo. Ma poi presi coraggio e decisi di iniziare l’avventura di giudice di linea».
Raccontaci quanta gavetta hai dovuto fare per arrivare a certi livelli.
«Come detto, ho iniziato la carriera da giudice di linea da molto giovane ad un torneo Challenger, partecipando a 4-5 edizioni. In seguito, su proposta di alcuni amici, ho deciso di ottenere il badge di arbitro di sedia nazionale seguendo dei corsi presso la federazione svizzera. Questo mi ha permesso di iniziare ad arbitrare come arbitro di sedia a tornei internazionali juniors o futures. Sono parallelamente riuscito ad essere selezionato per alcuni tornei ATP, iniziando dall’ATP 250 di Gstaad. Con l’esperienza sono arrivato ad altri tornei importanti, come Rotterdam, Basilea, Monte-Carlo, la FedCup e le semifinali di Davis».
Ricordi un match in particolare che ti ha fatto emozionare?
«Ne ricordo principalmente due. Da un lato non posso dimenticare le semifinali di Davis tra Svizzera e Italia (2014). L’ambiente era incredibile, c’erano quasi ventimila spettatori a seguire le partite. Inoltre, un altro match emozionante è stato di sicuro l’incontro benefico tra Federer e Wawrinka (Match for Africa 2), una vera festa del tennis per la Svizzera».
In quali tornei ti vedremo in questa stagione?
«Visto che studio in un’università Svizzera e allo stesso tempo lavoro part-time, il tempo per l’arbitraggio si è ridotto drasticamente. Quest’anno prevedo di partecipare agli ABN AMRO Open di Rotterdam (ATP 500) che si terranno tra circa un mese; inoltre mi piacerebbe partecipare all’ATP 250 di Gstaad, come pure agli Swiss Indoors di Basilea (ATP 500). Inoltre prevedo di partecipare agli incontri di coppa Davis e FedCup che si terranno in Svizzera. In poche parole cerco sempre di partecipare a tutti i tornei organizzati in Svizzera, con l’aggiunta di un torneo all’estero».
Se una persona volesse intraprendere questa attività cosa dovrebbe fare?
«Consiglierei di cercare un circolo in cui si disputa un torneo future o un piccolo torneo Challenger e di chiedere direttamente di poter partecipare come giudice di linea. Normalmente viene fatta una giornata di formazione prima del torneo e poi si può iniziare. Queste categorie di tornei sono delle ottime palestre per fare esperienza come giudice di linea. Allo stesso tempo consiglierei di seguire i corsi di arbitro di sedia, in modo da imparare le regole di base e il funzionamento dell’arbitraggio. In tutti i casi consiglio di fare più esperienza possibile per poter arrivare a tornei sempre più importanti».
In quale torneo torni sempre volentieri e perché?
«Uno dei tornei a cui più sono affezionato è il torneo ATP 250 di Gstaad in Svizzera. Per chi non lo conoscesse, il torneo viene disputato in un piccolo paese sulle montagne svizzere e quindi è unico nel suo genere. Inoltre è uno dei tornei in cui ho iniziato la mia carriera e l’ambiente nel team di giudici di linea è unico. Siamo come una piccola famiglia».
Hai ancora dei traguardi a cui ambisci?
«Certamente ho l’ambizione di continuare la mia carriera nell’arbitraggio, che però per me rimane un divertimento, visto che sto seguendo un master in banking and finance presso l’Università di San Gallo in Svizzera. Il mio futuro lo vedo dunque nel mondo della finanza, con un occhio sempre attento al tennis, che rimarrà sempre per me una grande passione».