di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Dal nostro inviato a Melbourne, Luigi Ansaloni
MELBOURNE – TENNIS. Molto probabilmente Fernando Verdasco questo assolato pomeriggio australiano ha chiuso la carriera di Rafael Nadal. O meglio: ha chiuso la carriera di Rafael Nadal che tutti noi conosciamo. O ancora più precisamente: speravamo che potesse continuare. Ad un certo punto è giusto e doveroso scrivere quello che si sente, quello si vede, senza troppi giri di parole. In questo momento di Nadal resta poco. Quasi niente.
E secondo chi vi scrive, difficilmente Nadal tornerà quello che era prima. O tornerà vicino a quello che era prima. Dal 2014, dal Roland Garros del 2014, il maiorchino ha cessato di essere un tipo di giocatore per diventare un’altra cosa. Non certamente migliore, diverso. Infortuni, certo. Età che avanza (quest’anno fanno 30), tipo di gioco, appagamento. Tutto quello che volete. Ma è inutile girare intorno al nocciolo della questione, e quando si ha l’impressione che del dominatore del circuito, del Signore della Terra Rossa, sia rimasto nulla, non si va molto lontani dalla realtà.
Dal punto di vista tecnico: la palla non viaggia più, il servizio non viaggia più, lui stesso non viaggia più come una volta. Dai bei tempi fisicamente è la metà, ha perso gran parte della massa muscolare. Non ha più cartilagine alle ginocchia. Dal punto di vista mentale: prima il corpo a corpo era il suo pane, la sua corrida, quello che lui amava più di qualsiasi cosa, ora basta Verdasco (VERDASCO…) a mandarlo in crisi, a mettergli paura, a non fargli capire più niente. Serve dire altro? Nando a tirato 90 vincenti, ma dal vivo si capiva benissimo da dove venissero certe bombe, ovvero dall’inesistenza di pesantezza delle palle di Nadal: a Verdasco non sembrava vero.
Nelle conferenze stampa dice sempre le stesse cose standard, mostrando sicurezza nel ritorno quando la faccia dice tutt’altro. Se ne rende conto di quello che sta succedendo? E’ convinto di tornare quello di prima? Sicuramente ci sta provando, ma riuscirci? Federer tornò dopo quell’orribile 2013, ma fu un anno e per di più dovuto a problemi evidenti alla schiena. Una volta risolti quelli, poi tutto è andato per il meglio. Nadal non ha problemi fisici evidenti ed invalidanti. Dunque, che futuro? Nessuno lo sa, probabilmente nemmeno lui. Bentornati nel 2009, ma qui in finale è ben diverso.