Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
17 Nov 2015 16:40 - ATP
ATP Masters Londra: Nishikori vince lo spareggio, Berdych ultimo e desolato
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
LONDRA. Dopo due giornate a sbadigli e partite prive di equilibrio, d’incanto arriva un terzo set a scuotere un po’ queste ATP Finals. Kei Nishikori, che negli ultimi due anni vanta un computo totale di 38-9 al set decisivo, si mostra ancora una volta letale per Tomas Berdych, che nonostante alcuni passaggi a vuoto del giapponese rimane fermo al palo e con enorme probabilità dice addio al suo torneo nonostante ancora una partita da eliminare e la matematica, ancora, non lo tagli fuori dalla lotta per le semifinali.
7-5 3-6 6-3 il punteggio finale che premia il semifinalista del 2014, che appare ancora l’unico giocatore in grado di regalare partite lottate: il dato vuole che lo scorso anno, delle 15 partite disputate, solo 4 si sono concluse al terzo, con Nishikori presente in due circostanze (contro Ferrer e Djokovic).
Festeggiano i tanti nipponici che hanno invaso la 02 Arena, sventolando fieri le bandiere del Sol Levante. Alza lo sguardo Kei, che vuole provare a regalarsi qualche chance contro Roger Federer nell’ultima giornata, conscio che se lo svizzero non è in forma eccellente ha le carte per metterlo in difficoltà. Non però giocando come oggi, non però con il Federer (seppur non al meglio) visto contro Berdych nella prima giornata). Dal Nishikori 2014 a quello di quest anno ci passa una differenza enorme. Prima di tutto per una questione di forma fisica, guastata come sempre dai numerosi infortuni che l’hanno accompagnato nell’arco della stagione. Poi da una questione prettamente tennistica: il Nishikori 2014, cali come quello avuto da inizio secondo set a metà del terzo, non li avrebbe avuti. Per una questione di picchi di gioco. Nel 2014 non scendeva mai sotto il 70%, diventando devastante in alcune fasi della partita, in questo Master invece sembra che quel 70% rappresenti il suo massimo ed il minimo – quando c’è, come nel 1-6 1-6 rimediato da Djokovic – è una tassa pesantissima da pagare.
Dopo aver vinto un buon primo set, con tanta lotta, è salito sul 7-5 2-0. Qui il calo netto, improvviso e sorprendente. Cinque game persi senza più mettere un colpo in campo. Poi il terzo set, dove faticava a trovare buone soluzioni, ma veniva graziato dal ceco. Si è ben comportato nel settimo game, il più bello del match, dove ha salvato una palla break con un punto gestito molto bene in difesa. Qui, un nuovo black-out, stavolta lato Berdych, ha deciso la sfida. Dal 3-3 40-AD al 6-3 Nishikori finale saranno passati non più di cinque minuti.