Lo sport ha la responsabilità di combattere la violenza di genere. Con i suoi valori paritari e la sua risonanza mediatica, lo sport ha una voce per fare la differenza. Ha una voce per iniziare il cambiamento. Oggi ce la fanno sentire uomini e donne, schierati insieme contro ogni forma di durezza e diversità. Oggi che, […]
TENNIS – Di Enzo Cherici
Provate a cercare la definizione di “dominio” in un qualsiasi dizionario online. Scoprirete, o avrete conferma del fatto, che esistono varie accezioni del termine. Può essere così descritto come semplice superiorità, così come di egemonia.
Ma si può anche parlare di autorità, prepotenza, persino di sottomissione. Ecco, tocca a voi ora scegliere quale tra queste sfumature di dominio fanno più al caso di Djokovic e Federer.
Perché a noi, dando un’ incredula occhiatina ai risultati mostruosi del Federer 2004-2007 e quelli altrettanto impressionanti del Djokovic 2011 e 2015, ci è venuto in mente di mettere a confronto i due periodi di questi dominatori assoluti, cercando di evidenziarne eventuali differenze e similitudini.
Una prima oggettiva differenza balza subito all’occhio: continuità e durata. Federer ha esercitato il suo dominio per 4 anni consecutivi, dal 2004 (ma potremmo anche dire fine 2003) al 2007. Su 315 match disputati ne ha persi soltanto 24, 8 dei quali con la sua bestia nera Nadal. In questo periodo, Rafa a parte, soltanto Nalbandian e Canas sono riusciti a battere Federer più di una volta.
Nell’arco di tempo in questione il fuoriclasse svizzero ha vinto 42 titoli, mettendo in cascina ben 11 Slam. Per tre volte ha fatto quello che Djokovic ha realizzato in questo 2015, vincendo tre Slam su quattro.
Nel dettaglio, ecco i record di Federer divisi per singole annate:
2004: 74-6
2005: 81-4
2006: 92-5
2007: 68-9
Il dominio di Djokovic è stato più spezzettato, ma ugualmente impressionante. E cosa da non dimenticare: è ancora in corso. Ergo, non sappiamo ancora quando finirà. Quindi tutti questi discorsi, lo diciamo prima ancora che ce lo facciate notare, sono al momento parziali proprio perché la carriera e il dominio di Nole sono tutt’ora in essere.
Lo schiacciasassi serbo ha dominato al momento ‘soltanto’ due annate, e a distanza di tempo: 2011 e 2015. Nel 2011 in un certo senso lo abbiamo scoperto cannibale, quando sorprese un po’ tutti con la serie di 41 vittorie consecutive interrotte, guarda un po’, proprio da Federer a Parigi. Anche quell’anno fece ¾ di Slam e dopo il trionfo allo Us Open aveva al passivo soltanto due sconfitte. Poi arrivò l’infortunio contro Del Potro in Davis e la statistica venne un po’ sporcata, ma finì comunque l’anno con un fantastico record di 70-6, per un totale di 10 titoli Atp.
Record che potrebbe ancora essere migliorato nell’anno in corso! Finora Nole può vantare uno straordinario record di 73-5, per un totale (migliorabile appunto) di 9 titoli vinti (3 dei quali dello Slam).
Questi i freddi numeri. Non ci siamo messi a romperci ulteriormente la testa menzionando i Masters 1000 complessivi vinti dall’uno o dall’altro o le vittorie divise per superfici. In questa sede non ci interessano più di tanto.
Questo voleva essere un pezzo più “psicologico”, non sapremmo definirlo altrimenti. Per chiedere soprattutto a voi quale tra questi due formidabili fuoriclasse vi è apparso più dominante nei rispettivi periodi. Attenzione, non stiamo parlando soltanto di numeri, tutt’altro. Quelli sono impressionanti per entrambi, non c’è neanche da discutere.
A livello personale ad esempio, vi dico che l’idea dell’articolo è venuta ammirando il Djokovic degli ultimi mesi, ed in particolare quello delle ultime settimane: raramente un giocatore mi aveva trasmesso una tale sensazione di invincibilità.
A Pechino, ad esempio, la scorsa settimana ha vinto il torneo permettendo a un solo avversario (Ferrer) di fare 3 game in un set: mostruoso. Ha poi superato in finale un Nadal in ripresa, umiliandolo con un doppio 6-2 senza appello!
Anche a Shangai, ça va sans dire, ha vinto dominando. L’unico capace di impensierirlo per un set è stato Tomic, tutti gli altri (compreso Murray, incidentalmente numero 2 del mondo) spazzati via senza appello.
Ecco, ammirando queste prestazioni mi sono chiesto se questa superiorità non fosse addirittura più impressionante di quella del Federer degli anni d’oro. Ovviamente non sono in grado, come chiunque, di dare una risposta oggettiva. Molto è lasciato alla sensazione di ognuno, al cosa riteniamo “impressionante” e cosa no.
Dovessi dare una definizione istintiva, quasi senza pensare, di questi due campionissimi, mi verrebbe da definire Djokovic “impressionante” appunto, e Federer “fenomenale”.
E qui vorrei spiegarmi meglio, partendo dall’ovvia premessa che entrambi sono stati e sono impressionanti e fenomenali. Ma torniamo a quelle sensazioni di cui parlavamo poc’anzi.
Federer, anche negli anni del dominio, non ha mai dato questa sensazione di ferocia che sta dimostrando lo Djokovic attuale. Stravinceva, ma sembrava lo facesse per naturale superiorità tecnica. Non aveva bisogno di aggiungerci quella cattiveria (sportiva) di cui Nole sembra nutrirsi attualmente.
Posso forse spiegarmi meglio con un esempio. Quando Federer era sotto 40-0 sul servizio dell’avversario, salvo casi rari il game poteva considerarsi concluso. Anche col Federer monstre 2004-2007. Con Djokovic non è così: una piccola disattenzione e in un amen ci si ritrova breakkati senza colpo ferire.
Ed ecco che andiamo allora alle due diverse filosofie di gioco. Con rischio massimo, fatta di anticipi continui e colpi giocati quasi di mezzo volo, quella di Federer. Molto aggressiva, asfissiante, ma con più margine quella di Djokovic.
In tutto questo discorso credo che una grande incidenza l’abbia anche la struttura fisica dei due campionissimi. Più elastica, esplosiva, quella di Federer; più possente e da fondista quella di Djokovic. Il tutto, naturalmente, ha una grande influenza sull’approccio tattico e mentale di ogni singolo match. Federer cercherà sempre di chiudere uno scambio il prima possibile, prendendo rischi massimi; Djokovic sa di poter andare avanti all’infinito su ritmi disumani, senza che questo abbia incidenza nel proseguo del match.
Insomma, lo avrete a questo punto intuito, noi una risposta definitiva al quesito non l’abbiamo, lasciamo scegliere voi, secondo il feeling di ciascuno. Di certo si tratta di due domini simili nei numeri, anche se non ancora nella durata, ma non nelle modalità. Continueremo a parlarne tra 3/4 anni, visto che tutto lascia presagire che per allora saremo chiamati ad aggiornare questo pezzo…