Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
TENNIS – Di Enzo Cherici
E se tra qualche anno ci ritrovassimo con Djokovic come giocatore più vincente di sempre? Impossibile superare Federer? Mica tanto. Provate a leggere questo articolo…
Imbattibile. Cannibale. Vincente. Mostruoso. Fortissimo. Grandissimo. Fino al nostro RoboNole. Qualcuno si è spinto un po’ troppo il là: noioso. Lo hanno definito in tutti i modi, dopo l’ennesima vittoria in una stagione che rischia seriamente di diventare ancora più memorabile di quella 2011. Un solo termine non abbiamo mai letto: spettacolare.
D’altra parte, lo si era già intuito nel corso della finale contro Federer. Il povero (per modo di dire) Djokovic non smuove le folle. Tutti ne apprezzano la grandezza e ne riconoscono l’incontestabile bravura (carta canta), eppure non riesce a calamitare l’apprezzamento degli appassionati al di là del minimo sindacale.
Dicevamo della finale di domenica. Diciamola tutta: il pubblico dell’Arthur Ashe è stato semplicemente vergognoso. Non stiamo parlando del tifo ovviamente. Ognuno ha il sacrosanto diritto di tifare chi vuole. Ma nel rispetto dell’avversario. Invece si sono sentiti urla tra la prima e la seconda palla di Djokovic, addirittura delle vere e proprie invocazioni al doppio fallo. Tanto che lui stesso, ha spiegato di aver giocato come due match in uno. Una sorta di mind games con se stesso: “Quando la gente urlava ‘Roger’ nella mia mente immaginavo che urlasse ‘Novak’!”.
Provateci voi a giocare contro uno che è già considerato da (quasi) tutti il più forte giocatore di sempre, in più in ottima forma a dispetto dell’età, e trovarsi anche di fronte il tifo quasi calcistico di 24.000 indemoniati che fanno di tutto per farti perdere la concentrazione per favorire l’avversario!
L’abbiamo presa un po’ alla lontana, vero. Ma volevamo partire dall’episodio più recente per dare i giusti meriti a questo Campione (con la C maiuscola) forse un po’ troppo sottovalutato da tifosi e critica. Perché, non dimentichiamocelo mai, gli inizi sono stati difficili. Più per lui che per altri. Quando lui era un ragazzo crescere in Serbia non era come crescere in Spagna o in Svizzera. Poi anche quando ha iniziato a mostrare le enormi qualità che tutti da subito gli hanno riconosciuto, s’è dovuto far largo tra due mostri sacri come Federer e Nadal. Inizialmente per tutti (compreso chi scrive, mea culpa) la percezione era quella di avere a che fare con un fantastico numero 3.
Invece passo dopo passo, il giovanotto ha iniziato a crearsi e poi trovare il suo spazio. E oggi, lo ricordiamo agli scettici, può vantare 164 settimane come numero uno del mondo, con una leggenda come McEnroe nel mirino a 170.
Non basta? Ecco altre statistiche: 55 titoli Atp, tra cui 10 tornei dello Slam (superati già da un pezzo mostri sacri come Lendl, Connors, Wilander, Becker, Edberg e lo stesso McEnroe) a una sola lunghezza dalle leggende Borg e Laver. Ci sarebbero poi anche 24 Masters 1000 e 4 Masters di fine anno…
Eppure, eppure… Il nostro continua ad essere visto quasi con sospetto, quasi a non essere legittimato dai più come il vero numero uno. E parliamo di un tipo che questa settimana ha toccato la cifra record di 16.145 nel ranking: una roba mai vista prima. Ci chiediamo e vi chiediamo: cos’altro deve fare un giocatore per meritare l’approvazione degli appassionati? Conosciamo l’obiezione: non è spettacolare.
E qui si potrebbe aprire tutto un mondo. Cosa significa “essere spettacolari”? Al momento, forse, esiste soltanto un giocatore che potremmo definire spettacolare a prescindere dall’avversario: Federer. In effetti, va riconosciuto, un match dello svizzero è godibile anche quando affronta il señor Bautista Agut (ci perdoni il simpatico spagnolo).
Ma gli altri sono tutti nella stessa barca. Nadal è spettacolare forse? Anche qui, dipende. Se affronta un attaccante un suo match potrebbe anche riservare momenti spettacolari, ma contro il Bautista Agut di cui sopra anche il buon Rafa strapperebbe lo sbadiglio.
Per restare ai soliti tre, quelli più noti, non c’è dubbio ad esempio che un match Djokovic-Federer è 9 volte su 10 più spettacolare d’un match Nadal-Federer. Non lo diciamo noi, lo dice la storia di questi scontri diretti. Sempre belli, senza esclusioni di colpi quelli tra il serbo e lo svizzero, quasi sempre tatticamente monocordi (salvo rare eccezioni) quelli tra Rafa e Roger (anche nel punteggio).
La verità è che per apprezzare veramente Djokovic bisogna capirne di tennis, e non tutti sono in grado di farlo. Il suo gioco all’apparenza così robotico, è di una difficoltà fuori dal comune. Giocare quei colpi, con quell’anticipo e quella precisione, richiede una tecnica che il telespettatore medio non è in grado di comprendere. Ma che l’appassionato un po’ più assiduo dovrebbe apprezzare senza indugio. Invece c’è chi ancora solleva il sopracciglio.
Peggio per loro, si perdono le gesta d’un campione che ha fatto, sta facendo e farà la storia di questo sport. E siamo giunti al punto: quanta storia sarà in grado di fare?
Personalmente, ritengo che supererà senza ombra di dubbio Nadal (anche se continuo a pensare che Rafa non si fermerà a 14) e che avrà concrete possibilità almeno di raggiungere Federer. Non sarà facile, intendiamoci. Abbiamo appena visto con Serena Williams come la sorpresa è sempre dietro l’angolo, quando meno te la aspetti. Lo stesso Nole a Parigi era considerato sicuro vincitore da tutti, poi è arrivata Svizzera 2 e ha dovuto alzare le braccia al cielo in segno di resa.
Ma pensateci bene. Con Nadal in netto calo e con Federer che anno dopo anno dovrà fare sempre più i conti col tempo che passa, se non escono dal cilindro giovani leve al momento ancora lontane dai radar, chi potrà infastidirlo nei prossimi 3/4 anni? E badate bene, dire 4 anni significa dire 12 Slam potenziali. Vi sembra possibile che non sia capace di vincerne almeno 7?
Insomma, si tratterebbe di un’impresa clamorosa e affatto semplice, va detto forte e chiaro fin d’ora. Ma la possibilità c’è e deve essere presa in seria considerazione. Perché potremmo avere passato gli ultimi 12/15 anni a litigare su Federer e Nadal, sugli avversari di Federer e Sampras, sul ritiro anticipato di Borg, altrimenti chissà… E scoprire dopo 15 anni che il più vincente di tutti è un altro signore. Un serbo da tutti sempre considerato un ottimo numero 3, che invece potrebbe ritrovarsi a guardare tutti dall’alto verso il basso. Impossibile? Il tempo, come sempre, sarà galantuomo. Noi intanto vi invitiamo a pensarci su e a non stupirvi più di tanto se tra qualche leggeremo nella classifica degli Slam vinti: Djokovic 18, Federer 17…