Top e flop e del circuito ATP: sorprese e delusioni di metà stagione

TENNIS – Di PIERO VASSALLO

La prima parte del 2015 tennistico è ormai agli archivi, nel circuito ATP ci sono state attese conferme, inaspettate sorprese e clamorose delusioni: ecco i giocatori che più hanno stupito, chi in positivo e chi in negativo, in questi sette mesi.

TOP

RICHARD GASQUET

Ci eravamo ormai rassegnati a vederlo lì, a galleggiare tra la 25esima e la 30esima posizione della classifica mondiale, con quel rovescio sempre brillante e quella eterna passione per i teloni di fondo campo. Invece oggi è numero 9 della race, ben distante dall’ottavo posto che significa Master di fine anno, ma di nuovo vicino ai migliori come non lo era da ormai due anni. Ha vinto i tornei di Montpellier e Estoril, ha fatto quarto turno al Roland Garros e semifinale a Wimbledon mandando a casa uno dopo l’altro Dimitrov, Kyrgios e Wawrinka. Ha ancora qualcosa da dare e lo ha dimostrato.

VIKTOR TROICKI

Che tornasse con la voglia di spaccare il mondo, dopo la controversa squalifica per doping, era abbastanza scontato, ma che riuscisse a rientrare nei top 20 del Ranking e addirittura nei primi 15 della Race francamente no. Il serbo si sta riprendendo con gli interessi quello che gli è stato tolto (forse) ingiustamente, ha iniziato la stagione ai piedi della top 100 e ha risalito la corrente vincendo il titolo a Sidney e ben comportandosi sull’erba, dove però rimpiangerà a lungo i due set di vantaggio dilapidati contro Pospisil a Wimbledon, in un match che avrebbe potuto spedirlo nei quarti.

ALJAZ BEDENE

Finalmente ha ottenuto la tanta agognata cittadinanza britannica e adesso l’ex sloveno sembra aver trovato la maturità giusta e i risultati lo dimostrano. Al momento è numero 40 della classifica annuale, ha giocato la sua prima finale ATP a inizio anno a Chennai (partendo dalle qualificazioni), ha fatto tantissimi punti grazie ai Challenger, ma non ha sfigurato neanche nei tornei più importanti e ad oggi è ancora in corsa nel 500 di Amburgo. Una sentenza dell’ITF gli impedisce di giocare la Davis per la sua nuova nazione, ma ha già presentato ricorso e se dovesse essere accolto la Gran Bretagna potrebbe trovare un degno numero 2.

ANDY MURRAY TERRAIOLO

Lo scozzese è numero 3 del Ranking e numero 2 della Race, è tornato a giocare il suo miglior tennis dopo un anno complicato e per la prima volta si è mostrato competitivo e vincente anche sulla terra. Ci sono voluti 10 anni di professionismo per disputare la prima finale sul rosso della carriera, ma Andy non si è limitato a vincere il piccolo 250 di Monaco, la settimana successiva è volato a Madrid e ha steso persino Nadal in finale, vincendo il suo decimo Masters 1000. Al Roland Garros si è fermato in semifinale, cedendo soltanto al quinto set a Nole Djokovic, in quella che è stata l’unica sconfitta in una stagione terraiola da incorniciare.

LUCA VANNI

Il momento non è dei più felici, ma Lucone Vanni merita un posto in questa speciale categoria. Della sua storia si è parlato tanto nei mesi passati, inutile ripeterla, meglio sottolineare ancora una volta quello che questo ragazzone di 30 anni è riuscito a fare dopo un’intera carriera passata nei bassifondi della classifica: finale a San Paolo, al primo torneo ATP della sua carriera, secondo turno a Madrid partendo dalle qualificazioni, accesso al main draw del Roland Garros e Wimbledon. Che altro dire? Chapeau Luca.

FLOP

RAFAEL NADAL

Dopo 10 anni Rafa rischia seriamente di terminare l’anno senza nemmeno un titolo Slam, e per quanto visto in questi mesi appare veramente difficile che possa tornare a vincerne negli anni a seguire. Il Nadal di questo 2015 non è nemmeno lontano cugino di quello che conosciamo, il livello di gioco è mediocre e questo si riflette nei risultati: appena due tornei vinti, i modestissimi Buenos Aires e Stoccarda, e tante tantissime sconfitte contro avversari che fino a poco tempo fa riusciva a battere soltanto urlando “Vamos”. Tempi duri per il toro di Manacor, alla ricerca del Rafa che fu.

GRIGOR DIMITROV

La stesa subita contro Richard Gasquet a Wimbledon gli è servita per liberarsi di Roger Rasheed e forse può rappresentare la svolta per il bulgaro, in clamorosa involuzione dopo un buon 2014. In questi mesi l’ormai ex fidanzato di Maria Sharapova non ha saputo ottenere risultati di rilievo, negli Slam oltre alla brutta sconfitta con Gasquet ci sono anche l’ottavo in Australia e la sconcertante sconfitta al primo turno a Parigi. Non è andata meglio negli altri tornei, dove al massimo ha saputo raggiungere la semifinale, giocando un tennis che è totalmente inadatto per le sue caratteristiche.

MARIN CILIC

Passata la sbornia per il successo agli US Open il croato è stato costretto a tornare sulla terra e nel mondo degli umani le cose non sono così semplici. Vero che qualche problema fisico non lo ha aiutato soprattutto a inizio stagione, ma da un campione Slam ci si aspettava qualcosa di più, invece per riuscire a vincere qualche match ha dovuto aspettare Parigi (sconfitta agli ottavi con Ferrer) e Wimbledon (quarti per il secondo anno di fila). Che sia di buon auspicio per un’altra grande stagione sul cemento americano? Nel frattempo è 26 nella race, ed è strano pensando al giocatore indemoniato che conquistava Flushing Meadows un anno fa.

ERNESTS GULBIS

260 punti, due in meno rispetto a Paul-Henri Mathieu e uno in più rispetto a Tatsuma Ito: questo il magro bottino di Ernests Gulbis in questo 2015, un punteggio che lo assesta alla posizione 125 della classifica annuale. Il Gulbis che si faceva largo tra i primi 10 forte della semifinale a Parigi è sparito, volatilizzato e ha lasciato spazio al Gulbis incapace di vincere due match di fila, letteralmente: il bilancio stagionale è 5-16, migliori risultati sono un terzo turno a Indian Wells e un quarto di finale a Nizza, per il resto zero assoluto. Lui continua a dirsi fiducioso, è sicuro che i risultati arriveranno, ma intanto sprofonda sempre più.

 

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