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24 Mar 2015 18:00 - ATP
Indian Wells: Djokovic-Federer, i numeri di una coppia sola al comando
di Giancarlo Di Leva
TENNIS – INDIAN WELLS – Di Giovanni Di Leva – Il primo grande appuntamento combined dell’anno, dopo gli Aus Open ,è andato in archivio lasciandoci un verdetto inconfutabile. Il ranking rispetta pienamente gli attuali valori: Djokovic e Federer sono una spanna davanti a tutti, come confermano i risultati dei principali tornei fin qui disputati.
Djokovic ha vinto lo Slam australiano (dove Federer è scivolato a sorpresa per mano di Seppi) e ha superato il rivale nella finale del primo Master 1000 dell’anno a Indian Wells al termine di un incontro vibrante che ha riservato al pubblico emozioni a getto continuo (53 vincenti in due) e in cui, a tratti, si è rivisto il Djokovic del 2011 che si è preso così la rivincita della finale persa lo scorso mese a Dubai; il bilancio degli head to head tra i due è adesso di 20-18 a favore dello svizzero.
In classifica Djokovic ha allungato sia nei confronti di Federer, distanziato attualmente di 4000 punti, che del gruppo degli altri Top 10 staccati di oltre 7000 punti:
4-21-50 i numeri sulla ruota di Djokovic:
4– i successi a Indian Wells. Uguagliato il record di Federer
21– le vittorie del serbo in tornei Master 1000. Terzo alle spalle di Nadal (27) e Federer (23). Dal 2012 i tre hanno vinto complessivamente 23 dei 28 Master 1000 disputati.
50- i tornei vinti in carriera. Supera così il suo coach Becker che si fermò a 49. Prossimo obiettivo Nastase a 58.
Federer d’altro canto, continua a collezionare records (o migliorare records già suoi)
6– le finali raggiunte a Indian Wells (bilancio 4Ww-2Ll). Alle spalle ci sono Djokovic (4-1) e Nadal (3-1)
14- gli anni consecutivi (dal 2002) in cui ha raggiunto almeno una finale in un Master 1000
40- le finali raggiunte nei Master 1000 (bilancio 23W/17L). Uguaglia così Nadal il cui bilancio è di 27W/13L.
Al di là della conferma dei primi 2 della classe, il verdetto principale del torneo è rappresentato dagli evidenti progressi di Raonic: non c’è dubbio che il canadese continua a crescere soprattutto in termini di solidità mentale come confermano i 3 m.p annullati a Nadal (dal 2005 solo il russo Davidenko era riuscito,nella finale di Doha nel 2010 a superare lo spagnolo dopo aver annullato 2 match point nel tie break del 2° set) nonché la capacità mostrata in semifinale idi restare in scia a Federer fino in fondo nonostante la striscia di 5 games infilata dallo svizzero dal 4-5 del primo set al 2-0 nel secondo; senza scomporsi, con la massima applicazione ha continuato a giocare con la stessa determinazione fino alla fine, procurandosi l’occasione, poi sprecata, di guadagnarsi 3 palle break nell’ultimo game allorché lo svizzero serviva per il match sul 5-4. Il canadese, giunto alla sua 5° semifinale in un Master 1000 (con 2 finali a Montreal 2013 e a Parigi Bercy lo scorso anno), appare l’avversario più pericoloso per i mitici Fab Four che , a dispetto delle previsioni, si sono ricompattati in testa alla classifica.
La finale tra Djokovic e Federer è la 5° in tornei Master 1000 (bilancio 3-2 a favore del serbo). E’ la terza volta che una finale si ripete a Indian Wells con gli stessi protagonisti e la prima volta che accade in edizioni consecutive:
SAMRAS | AGASSI | 75 63 75 | 1995 |
AGASSI | SAMPRAS | 76 75 61 | 2001 |
NADAL | DJOKOVIC | 62 75 | 2007 |
DJOKOVIC | NADAL | 46 63 62 | 2011 |
DJOKOVIC | FEDERER | 36 63 76 | 2014 |
DJOKOVIC | FEDERER | 63 67 62 | 2015 |
Sono giunti in finale le prime 2 teste di serie. ,la qual cosa, nella storia del torneo è avvenuta 3 volte con cadenza decennale. Ecco i precedenti:
– 1995 Sampras (1) – Agassi (2) 7/5 6/3 7/5
– 2005 Federer (1) – Hewwitt (2) 6/2 6/4 6/4
Ennesimo record negativo del tennis americano che pure a livello di squadra è andato compattandosi verso l’alto (5 dei 6 top 100 sono tra i primi 50): peccato che il miglior americano che è il solito Isner, da ieri occupa la 24° posizione del ranking (il precedente record, dello stesso Isner, risaliva al 12 agosto 2013 col 22° posto ).
La sorpresa maggiore: Feliciano Lopez che negli ottavi batte in 2 set il solido Nishikori (n.5 del seeding) giocando un match perfetto: risultato finale 6/4 7/6
A livello di nazioni, la notizia più interessante cui il mondo del tennis plaude è il ritorno da protagonista degli australiani in campo maschile: al declino ineluttabile dell’ormai 34enne Hewitt, uscito forse definitivamente dai top 100, ha fatto riscontro il ritrovamento di Tomic, apparso molto più affidabile ,spronato nell’orgoglio dalla crescita costante dei connazionali Kyrgios (classe 95) , per la prima volta protagonista anche al di fuori dei tornei Slam, e Kokkinakis (classe 1996) che bussa ormai alla porta dei top 100 (è n.108) dopo aver disputato un ottimo torneo in cui ha superato due giocatori esperti come lo spagnolo Garcia Lopez e l’argentino Monaco, dimostrando solidità temperamentale (2 vittorie al 3° set dopo essere stato rimontato nel 2°), prima di arrendersi negli ottavi sempre in 3 set (6/4 4/6 6/4), nel derby con Tomic, evento che a questi livelli non si registrava da chissà quanto tempo.
Il torneo degli italiani
Il torneo degli italiani ,riabilitato solo in parte dal risultato storico ottenuto in doppio dalla coppia Bolelli-Fognini (prima finale in un torneo Master 1000 dopo quella di Canè-Nargiso a Montecarlo 1989) ha segnato un regresso complessivo (M e F) rispetto allo scorso anno ,prevedibile in assoluto ,giacchè il risultato del 2014 fu eccezionale grazie soprattutto all’exploit della Pennetta (anche quest’anno eccellente), ma non nelle dimensioni a causa principalmente… della Lisicki che ha giustiziato in sequenza Vinci, Errani e Pennetta, del sorteggio che ha fatto incontrare sulla strada di Seppi e Bolelli rispettivamente Federer e Raonic, assetati di rivincite, ma soprattutto delle defaillances all’esordio da parte di Fognini e di Camila Giorgi che speriamo possano ritrovare al più presto una costanza di rendimento accettabile.
Il torneo femminile
A causa anche del ritiro di Serena Williams e della uscita anticipata della Sharapova per mano della Pennetta, il torne
o femminile ha espresso una qualità inferiore alle attese, confermata anche dalla finale che ha visto il successo di una Halep molto al di sotto del suo standard abituale, grazie anche ai demeriti della sua avversaria, la serba Jankovic che nonostante l’ampia esperienza, è rimasta ancora una volta vittima delle sue paure che ne hanno condizionato la carriera. Per la rumena trattasi dell’11° successo, sicuramente il più prestigioso, che la proietta in tesata alla Road per Singapore dove ha scavalcato sia la Williams che la Sharapova.
La notizia forse più stimolante arriva dal doppio dove la 35enne Martina Hingis ha vinto,per la prima volta in coppia con l’indiana Mirza, il suo quinto torneo da quando è rientrata nel circuito nel 2013. Da allora 25 tornei disputati con 7 finali e 5 vittorie con 3 compagne diverse:
ANNO | TORNEO | COMPAGNA | AVVERSARIE | SCORE |
2013 | MIAMI | LISICKI | MAKAROVA-VESNINA | 46 64 10-5 |
2013 | WUHAN | PENNETTA | GARCIA-BLAKE | 64 57 12-10 |
2013 | MOSCA | PENNETTA | GARCIA-PARRA SANTONJA | 63 75 |
2014 | BRISBANE | LISICKI | GARCIA-SREBOTNIK | 62 75 |
2014 | INDIAN WELLS | MIRZA | MAKAROVA-VESNINA | 63 64 |