di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
TENNIS – Di Lorenza Paolucci
Grigor Dimitrov è uno dei talenti più freschi e luminosi del circuito ATP. In questo inizio di stagione il bulgaro però, sembra essersi smarrito, tra cocenti sconfitte ed una preoccupante involuzione di gioco.
Che il tennis moderno non sia “un paese per giovani”, lo si era capito da tempo. Qualcuno che prova a farsi strada tra le ingombranti figure dei veterani però c’è, ed uno di questi è proprio il bulgaro dal quale tutti aspettano un sospirato salto di qualità.
Il ragazzo di Haskovo è il talento più gradevole e cristallino della sua generazione: prossimo ai 24 anni, nel circuito si rincorre con l’altra promessa del tennis moderno, Milos Ranoic. Mentre il canadese ha un gioco basato sulla potenza devastante dei colpi, Dimitrov incarna quel tennis leggiadro ed elegante che in tanti dicono lo faccia somigliare a Roger Federer.
Il paragone scomodo con il fuoriclasse svizzero se lo porta dietro da tempo e gli è valso il soprannome di “baby Fed”, così come l’epiteto di boyfriend di Maria Sharapova.
Ma Grigor è molto altro e in questi anni ha lottato per costruirsi un’identità ed uno stile di gioco e per dimostrare di essere davvero un possibile, futuro, dominatore del tennis mondiale e non solo il fidanzato belloccio della più quotata collega russa. Nel 2013 disse di avere come obiettivo la vittoria di uno Slam, (“Wimbledon sarebbe fantastico ma vincere anche uno degli altri, andrebbe bene ugualmente”) e la stagione dopo lo vide in crescita con quarti in Australia e semifinale a Londra, dove si arrese solo al futuro vincitore Novak Djokovic. Il 2015 invece è partito male, a Melbourne ha ceduto ad Andy Murray un match che sembrava a tratti dominare, tranne poi sciogliersi sul più bello. Ad Acapulco, dove difendeva il titolo, è uscito di scena sconfitto dal redivivo americano Harrison, cedendo al terzo set con un pesantissimo 6-0, dopo aver avuto in mano l’incontro.
La sua stagione sin qui vanta un bottino impietoso: sette vittorie, quattro sconfitte ed una serie di racchette rotte, che dimostrano quanto qualcosa nella testa del giovane Dimitrov non vada per il meglio.
L’approccio mentale ai match non è più quello di pochi mesi fa, di chi è conscio dei propri doni di natura ed è pronto a dimostrarlo, seppur frenato da una fisiologica inesperienza. Ciò ha portato anche ad un’involuzione del gioco piuttosto preoccupante, specie per gli esteti del tennis, dato che Grigor spesso è in grado di regalare colpi incomprensibili all’occhio umano.
Qualcosa che non va c’è, ed è bene venga risolto al più presto: questo Dimitrov è troppo brutto per essere vero.