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23 Mar 2015 02:00 - ATP
Atp Indian Wells – Djokovic, trionfo numero 50! Federer ancora fermato in finale
di Diego Barbiani
TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani
Nonostante abbia perso un incredibile tie-break nel secondo set, Novak Djokovic ha ottenuto il suo quarto titolo in carriera ad Indian Wells, il cinquantesimo in totale, battendo Roger Federer 6-3 6-7(5) 6-2 ribadendo così il risultato della finale dell’anno precedente.
Tanti sono i meriti da attribuire al campione serbo, che ha giocato per larghi tratti dell’incontro ad un livello di tennis eccezionale, portando spesso lo svizzero a non saper più cosa fare per vincere un punto. Fin dalle prime battute si vedeva un Djokovic di livello superiore, simile per certi aspetti al dominatore della stagione 2011: scattava, arrivava perfettamente sulla palla, rigiocava ogni colpo prendendo il tempo all’avversario o con una profondità tale da prendere costantemente il comando delle azioni.
Federer, forse colpito da questa partenza così veemente, ha provato a tenere ma se a Dubai, qualche settimana fa, il servizio in numerose circostanze lo ha tolto dai guai, oggi non riusciva ad avere tutti quei beneifici. Non riuscendo neppure ad avere il comando del gioco era costretto ogni volta a soffrire in maniera tremenda. Ad un certo punto, con Djokovic al servizio per il primo set, si è trovato 15-30. Poteva essere un’occasione, invece sono arrivate tre prime di servizio al centro micidiali. Un livello di tennis altissimo quello del serbo, che nel secondo set ha trovato in apertura un nuovo break di vantaggio. Federer era arrivato al punto di non sapere più cosa fare, neppure un approccio diverso, con più attacchi a rete, stava ottenendo i risultati sperati. Significativo, sotto questo aspetto, il servizio e voleè tentato sulla seconda di servizio sul 15-40. E’ andato a rete subendo ancora una volta il passante del suo avversario.
Quando la partita sembrava avesse detto ormai tutto, è arrivata una reazione fortissima del n.2 del mondo. Sul 4-3 30-15 per il serbo ha capovolto lo scambio e chiuso con un dritto che ha fatto scattare tutti in piedi, replicato pochi secondi dopo da un approccio a rete vincente. Ripreso il break, staccato l’avversario, per Federer era come aver scalato una montagna di tremila-quattromila metri. Qualcosa stava cambiando, se non proprio nell’inerzia della partita, quantomeno nel gioco inossidabile di Djokovic. Il servizio aveva cominciato a mancare, entravano molte meno prime e nel tie-break ci sono stati ben tre doppi falli, due dei quali quando serviva sul 5-4 in suo favore e poteva chiudere l’incontro.
Federer, miracolato e non ancora del tutto fuori pericolo, aveva comunque ricevuto un enorme aiuto e poteva giocarsi tutto nel set decisivo. Come se nulla fosse accaduto, però, il suo avversario ha continuato a giocare ad un livello troppo più alto di lui. Così, nonostante un break ripreso sullo 0-2, per Federer le sofferenze enormi sono continuate. Non riusciva a venirne fuori, dall’altra parte della rete nonostante un servizio che mostrava qualche crepa, si trovava un giocatore dannatamente (per lui) forte e solido. Questa sensazione di grande affanno lo ha portato a perdere altre due volte la battuta, sul 3-2 nel modo più grave perché oltre al doppio fallo conclusivo ci sono stati due errori di dritto piuttosto gravi. Presi singolarmente, si potrebbe dire che è stato lui a ‘regalare’ il vantaggio. Vista la partita nel suo complesso, si capisce però come il problema vera sia a monte: l’incapacità di avere il controllo delle azioni.
Di fatto, la partita, è finita in quel momento. L’ultimo turno di battuta perso dallo svizzero è servito solo per certificare ancora di più la supremazia odierna del serbo. Per lui, ora, ci sarà una lunga pausa fino al torneo di Monte Carlo. Ha già informato che comincerà la preparazione per la stagione su terra rossa dopo qualche giorno di riposo. Djokovic, invece, volerà in Florida dove a Miami sarà chiamato ad una nuova difesa del titolo, ma per quello che si è visto oggi, le possibilità che si concretizzi non sono affatto poche.