di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
01 Feb 2015 13:30 - Australian Open
Australian Open. Djokovic: «Una vittoria di grande significato» Murray: «Mi sono lasciato distrarre dal suo problema fisico»
di Redazione
TENNIS – AUSTRALIAN OPEN – Di Daniela Dolce. È Novak Djokovic il re di Melbourne. Il numero uno del mondo ha la meglio su Andy Murray e incide il suo quinto sigillo australiano, impresa mai riuscita a nessuno nell’Era Open.
Il serbo fa il proprio ingresso in sala stampa accompagnato da un sorriso raggiante e dalla consapevolezza di aver raggiunto un traguardo estremamente importante: «Questa vittoria ha un significato profondo per me: è il mio primo titolo Slam da padre e da marito. Ne sono davvero orgoglioso. Qui a Melbourne ho ottenuto i successi più importanti della mia carriera.»
«È stato il match duro che tutti avevamo previsto, non molto diverso dalla finale del 2013, con diversi punti-chiave. È stato davvero stancante dal punto di vista fisico. Tra la fine del secondo set e l’inizio del terzo ero esausto, sentivo proprio il bisogno di ricaricare le batterie. E ci sono riuscito: ho ricominciato a giocare in maniera più aggressiva, andando più spesso a rete. Il break nel terzo set è stato fondamentale per riprendere fiducia. Con Andy è sempre una lotta tra il gatto e il topo.»
Riguardo al calo fisico nel terzo set, Djokovic smentisce l’ipotesi dei crampi: «Mi sentivo un po’ debole, è stato solo un calo momentaneo… è una cosa che non mi succede spesso. Ricordo un episodio simile proprio qui a Melbourne nella finale di due anni fa, dopo circa due ore di gioco. Può capitare, soprattuto dopo scambi molto lunghi e un eccessivo dispendio di energie.»
Programmi futuri? «Il mio calendario è più o meno lo stesso dell’anno scorso. In più giocherò la Coppa Davis: si tratta di un paio di settimane aggiuntive, ma nel complesso mi sento in forma e so di potercela fare. Il fatto di riuscire a recuperare cali momentanei come quello di oggi mi dà ulteriore forza.»
Non si può chiedere lo stesso sorriso ad Andy Murray, decisamente amareggiato per la sua quarta occasione mancata. Lo scozzese attribuisce la sconfitta odierna ad un fattore esclusivamente mentale: «Dal punto di vista fisico non ho nessun problema, sto bene. Mi sono lasciato distrarre oltremodo dal suo problema fisico nel terzo set, questo è il motivo per cui provo maggiore frustrazione. Non so cosa gli sia successo, di certo non sembrava in forma perfetta, ma ha saputo comunque riprendersi in maniera incredibile. Io ero riuscito a prendere un buon ritmo e a crearmi delle opportunità, poi mi sono lasciato andare. Non sono rammaricato per quel quarto set, ormai era già finita. Forse lo guarderò di nuovo per capire come ho giocato, ma ciò che mi fa male è il fatto di non essere riuscito a gestire meglio la situazione nel terzo set, nonostante la mia esperienza.»
Murray ha comunque tanti motivi per esser soddisfatto, a partire dal ranking ATP che da domani vedrà rinascere i “Fab Four”. E lo sa bene: «Sono decisamente soddisfatto del mio tennis in questo torneo, sotto diversi aspetti: mi sto muovendo meglio, mi sento fisicamente in forma e ho ripreso fiducia in me stesso. Rispetto allo scorso anno, mi sento molto più forte anche dal punto di vista mentale. Novak ha trionfato cinque volte qui a Melbourne, non c’è da vergognarsi per questa sconfitta. Ho appreso tante cose positive in queste settimane e il mio obiettivo adesso è mantenere questa solidità fino alla fine della stagione.»
Ribadita ancora una volta l’importanza del ruolo svolto da Amelie Mauresmo nel suo percorso di crescita, lo scozzese ha annunciato che l’allenatrice sarà impegnata per circa un mese e che ora dovrà ragionare su come procedere in sua assenza: «Di sicuro non voglio restare da solo per un mese intero. Sto cercando qualcuno che possa aiutarmi, ma non ho ancora un’idea precisa. Voglio che sia la persona giusta, quindi deciderò con calma insieme al resto del team.»