Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
17 Gen 2015 11:34 - Australian Open
Australian Open, le interviste. Federer: "Più sicuro dello scorso anno". Nadal: "Non conosco il mio livello"
di Rossana Capobianco
MELBOURNE – Potrebbero scontrarsi in semifinale ma avranno una lunga strada da fare, prima, Roger e Rafa. Lo svizzero ammette: “Rispetto allo scorso anno in cui iniziavo con la racchetta nuova e tante cose inedite mi sento più sicuro. Edberg con me per tutto il 2015”. Lo spagnolo non è ancora certo di essersi lasciato alle spalle gli infortuni: “Non si sa mai, sono cose che potrebbero tornare a galla. Il mio livello lo valuterò durante il torneo”. All’interno anche i video delle due interviste pre-torneo.
Roger e Rafa, sempre diversi, sempre a scontrarsi: come lo scorso anno le due strade potrebbero collidere in semifinale ma è troppo presto per dirlo. Roger, tuttavia, sembra più consapevole e certo rispetto allo scorso anno:
“Venire qui a Melbourne è sempre più facile malgrado la distanza: la città è più piccola rispetto alle altre tre dei tornei dello Slam, ti puoi organizzare e muovere meglio; poi quest’anno Melbourne Park può contare su ben tre tetti, è una cosa magnifica sia per i giocatori che per i fan”.
“Edberg? Sì è qui con me, rimarrà per tutto il torneo, ne abbiamo discusso e gli ho chiesto se volesse accompagnarmi anche nel 2015 più o meno per 10/12 settimane come lo scorso anno. Sono molto contento che abbia detto di sì, naturalmente è Severin (Luthi) a fare gran parte del lavoro ma il contributo di Stefan è preziosissimo”.
“Non so ancora dove e quando giocherò dopo gli Australian Open. La off-season per me è stata molto corta, sono tornato praticamente subito ad allenarmi e ho lavorato duro ma soprattutto con qualità, ero un po’ stanco al termine degli allenamenti, quindi ho preferito non esagerare a Brisbane e in queste settimane per mantenermi fresco. Dopo l’Australia mi prenderò una pausa più lunga e farò un altro blocco di preparazione, solo allora deciderò dove andare e quando. La Davis? Non ho ancora deciso, appunto. Quest’anno è diverso dallo scorso anno”.
“La cosa che ho migliorato di più? Credo di non avere mai servito così efficacemente e così veloce, è quello che penso; la racchetta in questo mi sta aiutando molto. E anche il rovescio, ma ovviamente tutto è pure una questione di fiducia.”
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Nadal invece è scettico e cauto, come al solito. E probabilmente perfino più ipocondriaco, sebbene sia lucido rispetto ai propri colpi al momento:
“Tornare dopo sette mesi e trovarsi in un torneo dello Slam praticamente subito non è facile. Non sai quanto impiegherai per trovare la miglior forma, nel 2013 è bastato poco ma era diverso, son tornato sulla terra, diversi tornei minori, mi ha aiutato di più. Adesso davvero non saprei dire a che livello sono, il mio livello tennistico. 50%? 55? 20? Davvero non si può dire”.
“Credo che il servizio stia andando bene, quello sì. Ma sono un giocatore che prende fiducia da come si muove in campo, dal modo in cui difendo. Se tra una settimana dovessi essere di nuovo qui dopo aver vinto qualche partita allora vorrà dire che sarò migliorato perché il ritmo della gara e lo stress che ti provoca è diverso dagli allenamenti. Mi alleno bene dal 10 Dicembre ma non è la stessa cosa, giocare è diverso”.
“Io favorito? No, no. Non mi sento per nulla favorito. Lo scorso anno avrei potuto dirlo, ma quest’anno proprio no. Chi è il favorito per questi Australian Open? Be’, conosciamo tutti i nomi: Novak ha chiuso il 2014 alla grande e si trova sulla sua superficie preferita. Roger, stessa cosa: ha avuto una grande stagione e questa e l’erba sono le superfici che ama di più; anche Andy sta giocando bene. E poi a parte loro ci sono chance per tutti”.
“Non so se l’infortunio al polso è davvero superato, può sempre tornare durante una partita, no? Chi lo sa, su queste cose non c’è mai una vera sicurezza. Non sono fiducioso al 100%. Sulle ginocchia posso essere più sicuro ma sulla schiena e il polso davvero no”.
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