di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
26 Gen 2015 02:36 - Australian Open
Australian Open – Cibulkova, nuova impresa down-under: battuta Azarenka!
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
MELBOURNE. Doveva essere il torneo del crollo in classifica di Dominika Cibulkova, che non vinceva più di tre partite in una settimana da Kuala Lumpur ad Aprile, ed invece sarà ancora tra le prime 20 del mondo. Doveva essere il torneo della rinascita di Victoria Azarenka, che invece a causa delle regole del ranking lunedì prossimo sarà appena dentro le prime 50.
Al termine della partita più bella fin qui, probabilmente, di tutto l’Australian Open è la piccola slovacca a gioire. 6-2 3-6 6-3 alla bielorussa dopo oltre due ore di tennis supersonico, tutto in spinta.
Continua dunque la favola di Cibulkova, arrivata in Australia appesa ad un filo: per salvare la sua classifica serviva arrivare almeno fino ai quarti. Il suo ranking attuale dipendeva tantissimo dalla finale ottenuta qui un anno fa. Il suo cammino fino ad ora è stato costellato di ottimi risultati. Al di là delle vittorie, la n.11 del tabellone è in grandissima forma e l’ha dimostrato fin dal primo turno contro Kristen Flipkens dove ha sbagliato un unico game di battuta, ad inizio match, prima di ribaltare tutto e chiudere dominando la terza frazione. I cinquantacinque vincenti giocati tra la sfida contro Pironkova e contro Cornet erano un indizio in più. Oggi, però, si è andati molto oltre quel livello.
Un primo set incredibile, un’Azarenka partita bene e costretta ad incassare sei giochi consecutivi senza poter azzardare la minima reazione. Di dritto, di rovescio. Non vedeva più la palla, non aveva il tempo di posizionarsi a terra che già il colpo di Cibulkova era dal suo lato. Come riesce a togliere il tempo lei, forse sono in poche. Una pressione asfissiante, un’elettricità negli spostamenti che a vederla lascia sempre un po’ di stucco.
La pausa tra primo e secondo set ha un po’ spezzato il suo ritmo indiavolato ed ha calmato le idee dell’avversaria, che ha progressivamente aumentato i giri del rovescio e cominciava a risalire. Aggiudicatasi il secondo parziale e salita 2-0 nel terzo, forse avrà pensato a quante volte la slovacca ha vissuto momenti del genere, partite cominciate a ritmo indiavolato e poi calata drasticamente una volta passato quel momento di euforia. A Miami, un anno, Cibulkova era 6-1 5-2 (e 5-2 al terzo) prima di buttare tutto all’aria.
E’ proprio nel momento più difficile, però, che la piccola Cibulkova ha trovato energie inaspettate. Dal suo angolo il sorriso della nonna deve averla aiutata. “Pome, pome, pome (“andiamo”, “forza”, in slovacco)” andava ripetendo, in mezzo a tutto il team un po’ pensieroso. Uno sguardo, un cenno, e da quel momento è tornata a volare in lungo ed in largo. Le sue grida erano tornate forti e continue. I suoi colpi da fondo stavano tornando a comandare ogni scambio e per Azarenka, che ha piano piano pagato la mancanza di partite così combattute, è calata fisicamente fino all’ultimo dritto, affossato appena sotto al nastro.
Uno scatto di gioia ha preso Cibulkova, che come lo scorso anno ha lasciato la racchetta e si è accasciata al suolo. Un’esultanza molto genuina, istintiva, di chi istintiva su un campo da tennis lo è sempre ed a venticinque anni ha imparato a vivere in bilico tra la gioia e la frustrazione, con mille difficoltà in più rispetto alle giocatrici prototipo dell’ultimo periodo, alte, potenti, alle volte proprio devastanti. Lei, poco più di 1,60, è ben cosciente di doversi giocare ogni punto con molta di fatica e per questo ci mette il triplo della grinta e della determinazione. Non si accontenta di scambiare, lei vuole il vincente. Sempre. Qualsiasi sia il momento o la zona del campo. E, quando è nella sua bolla, son dolori per tantissime giocatrici.
Il suo torneo ora prenderà pendenze da alta montagna, in stile Zoncolan. Nei quarti attende una tra Serena Williams e Garbine Muguruza, subito punte al 23% di pendenza. Forse, però, l’aver dimostrato al mondo che quanto fatto un anno fa su questi stessi campi non era frutto di una congiunzione astrale ed essersi spinta fino ai quarti di finale a suon di vincenti, potrà anche guardare con più serenità al proseguo della stagione.